Mi trovavo sul divano, avvolta in un silenzio denso, mentre i miei occhi seguivano le mosse di Simon. Lui aveva gettato la maschera a terra e ora si era chinato sui vestiti sparsi sul pavimento. Ogni capo veniva sollevato, esaminato e poi piegato con cura prima di essere riposto su una sedia accanto a me.Non riuscivo a comprendere il motivo di tale scrupolosità. La mia mente era annebbiata, eppure una parte di me cercava disperatamente di afferrare il senso di quel rituale inaspettato.Le lacrime, calde e incessanti, solcavano il mio viso senza che potessi fermarle. Ero come paralizzata, osservando ogni suo gesto, ogni piega che Simon imprimeva ai tessuti, chiedendomi quale fosse il filo logico che lui stava seguendo. Si avvicinò, i suoi passi misurati risuonavano sul pavimento di legno. Il suo sguardo era indecifrabile, e io non potevo fare altro che attendere, con il cuore che batteva all'impazzata, per scoprire quale sarebbe stata la sua prossima mossa.
Prese posto accanto a me sul divano. La sua presenza rese l'ambiente pieno un'energia che non sapevo decifrare. Mi chiese di Gabriel con un tono che non riuscivo a interpretare, e io sentivo un groviglio di emozioni dentro di me- Ti sei sentita appagata da questo uomo ? -
La sua domanda era un pugnale che mi colpiva al cuore .. La sua vicinanza mi faceva sentire un misto di nausea e piacere. Era come se ogni fibra del mio corpo si tendesse in sua presenza. Mi era mancato, questo non potevo negarlo, ma la consapevolezza della mia scelta impulsiva mi stava già perseguitando . Avevo agito per rabbia, per attirare l'attenzione , e ora che lo avevo di fronte, non sapevo come gestire il tumulto emotivo che mi invadeva
- Ti è piaciuto indossare questo vestito ? E ti è piaciuto che siano state le sue mani a togliertelo di dosso ?- incalzó lui
Come potevo spiegargli che il mio cuore era un campo di battaglia dove sentimenti contrastanti si scontravano senza tregua? La verità era che avevo cercato di riaccendere la sua attenzione in modo meschino, e ora mi ritrovavo a dover affrontare le conseguenze delle mie azioni.
-no-
ammetto con un filo di voce,
-ma non era quello che volevo veramente.-Simon rimase immobile.Sentivo il battito del mio cuore accelerare, ogni pulsazione un martello che frantumava la gabbia della mia colpa.La mia voce tremava, ma le parole uscirono chiare e taglienti come il vetro.
-Non hai diritto di giudicarmi, Simon. Dopo tutto, chi sei tu per me? Un fantasma che appare e scompare a suo piacimento?-
Gli occhi di Simon cercavano i miei stringendosi in due fessure delineate dalle sue folte sopracciglia , ma io li evitai, fissando un punto indefinito oltre la sua spalla.
-Quando sei sparito, mi hai lasciato in un limbo. Non sapevo se saresti tornato o se avrei dovuto dimenticarti-
Esplosi di rabbia, le mie parole eruttavano come lava da un vulcano, scottanti e inarrestabili. Nonostante fossero intrise di ira, sapevo che celavano una verità inconfutabile.
Ma Simon con un ghigno sprezzante stringendo le labbra parló-Tutti sanno che quando si gioca con il fuoco, prima o poi ci si scotta. E tu... tu hai acceso la miccia. Ti avevo avvertita che ti saresti bruciata.. avresti dovuto darmi ascolto -
Le sue parole, mi colpirono come schegge. Era vero, mi aveva avvertita, ma la sua profezia non era stata un avvertimento benevolo, bensì una sentenza di condanna. E io, in un atto di sfida o forse di pura follia, avevo ignorato il pericolo, lasciandomi avvolgere dalle fiamme della sua presenza. Mi stavo bruciando viva, sì, ma non solo per il dolore delle sue sparizioni. Mi bruciavo per la passione che mi legava a lui, per la speranza che ogni suo ritorno alimentava, per la disperazione di ogni sua partenza. Ero come la falena attratta dalla luce, incapace di resistere al suo bagliore anche a costo della propria distruzione. In quel momento, una rivelazione mi attraversò la mente come un lampo. Forse, in fondo, era questo il motivo delle sue sparizioni: un tentativo maldestro di proteggermi, di mantenere una distanza per evitare che il calore della sua vicinanza mi consumasse del tutto.
Svanito in camera da letto, tornò con una vestaglia per coprire il mio corpo nudo.-Rivestiti... e fai una doccia-
ordinò con voce profonda e graffiante, un timbro che sapeva di comando e di potere.
-Non toccherò la tua pelle, macchiata dalle mani di un altro-
Le sue parole, un decreto ineluttabile, mi costrinsero ad obbedire come sempre. Mi sentivo contaminata, avvilita, mentre la consapevolezza mi dilaniava: quell'uomo aveva preso possesso della mia mente, stravolgendola senza pietà. Uscii dalla doccia, avvolgendomi in un asciugamano ruvido. Lo trovai seduto sul letto, con quello sguardo che sapeva scrutare fino in fondo all'anima. Non disse nulla, ma il suo silenzio era più eloquente di mille parole. Mi avvicinai titubante, il cuore che batteva all'impazzata.
-Scusami-
sussurrai, ma lui alzò una mano per fermarmi-Non serve che parli-
disse con un filo di voce.
-Le tue azioni hanno già detto tutto.--Ogni passo che hai fatto, ogni pericolo che non hai visto, ero lì a proteggerti-
Ricordai all'improvviso tutte quelle volte in cui avevo sentito un brivido sulla nuca, come se qualcuno mi stesse osservando, o quei momenti in cui pericoli inspiegabili si erano allontanati senza motivo. Simon era sempre stato lì, una presenza invisibile ma costante.
-Non ti ho mai fatto del male, nonostante tutto, nonostante io non sia così -
continuò Simon, il suo sguardo era duro come l'acciaio. -La mia assenza? Fa parte del pacchetto! .. E tu? Mi ripaghi in questo modo?-Le sue parole mi colpirono come schiaffi.
-Andando a letto con il primo stronzo che passa?-
la sua voce si alzò in un crescendo di rabbia.
-Dovresti stupirti che Gabriel sia ancora vivo. Perché io potró anche avere potere su di te, ma a quanto pare non hai mai capito quanto il TUO comportamento influenzi ME-
Sentii il peso delle sue parole, la verità dietro il suo rimprovero. La mia libertà, la mia incoscienza, avevano sempre avuto un prezzo che Simon aveva pagato in silenzio. Eppure, non potevo negare il fuoco che ardeva tra noi, una passione che si mescolava al disprezzo chiusi in quella stanza.
-Simon, non ho mai chiesto la tua protezione-
risposi, la mia voce tremante di emozione.
-Non ho mai voluto che tu sacrificassi la tua vita per la mia.. Non mi hai mai dato modo di capire che cosa volessi da me ! Cosa vuoi Simon ? Una storia ? Un'amica ? Una scopata quando torni dalle tue missioni ? Dimmelo Simon perché mi stai facendo impazzire! -
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Vi dico che ho pianto scrivendo questa parte , perché veramente riesco a mettermi nei panni della protagonista e capisco quanto possa essere frustrante avere a che fare con persone del genere . Tutti ci siamo passati almeno una volta in gente che sparisce e riappare plasmandoti completamente.
Questo capitolo e il prossimo saranno complessi .
Io spero vi sia piaciuto ❤️
Come sempre lasciate COMMENTI e VOTI ✨
Io vi leggo tutti e vi rispondo ❤️Vi voglio bene
Vostra CollapseDky 💀❤️🫶🏻
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The Bench | Simon Ghost Riley x Y/N (Call of duty)
Fanfiction"The Bench" : La Panchina ; dove tutto ebbe inizio. Y/N si trasferisce in UK, precisamente a Leeds , borgo stupendo immerso nel verde. Dopo una storia di lunga durata decide di cambiare aria . Un susseguirsi di coincidenze le faranno incontrare un...