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Elèna Petrova

<<Prima ti presento i miei>> mi dice come se non fosse niente di ché.

Non ero ansiosa ma avevo solo paura del loro del giudizio anche perché andare in pantaloncini della tuta e in crop-top non è il massimo. Al diavolo Lorenzo!

<<Che c'è sei nervosa?>> mi domanda con il suo solito tono da coglione.

<<Ti piacerebbe>> dico.

Mi guardai e feci un commento ad alta voce.

<<Potevi avvisarmi però. Chissà che penseranno a vedermi così..>> dico

Ma in fondo a me cosa frega?

<<Per me sei perfetta>> dice flirtando.

Appena entrammo in ascensore e arrivammo al secondo piano potei vedere già da lontano la madre e il padre di Lorenzo conversare tranquillamente.

<<Madre, padre >> dice Lorenzo al mio fianco guardando prima l'uno e poi l'altro.

<<Lei è Elèna>> mi presenta e la madre e il padre si alzano scannerizzandomi nel vero senso della parola.

<<Piacere>> dissi cercando di mantenere un tono calmo.

<<Cara che piacere conoscerti>> dice la mamma affettuosamente.

Rimasi abbastanza di stucco appena la madre mi abbracciò.

<<Sono Claudia piacere cara>> il suo tono e il suo modo di fare mi rassenerò molto.

<<Sebastian Salvatore>> si presenta il padre, al contrario della moglie, in modo formale.

Strinsi la sua mano e poi arretrai per poi sorridere ad entrambi.

<<Non vedo l'ora che tutta la società ti conosca, miraccomando a domani>> disse Claudia per poi finire la frase guardando il figlio.

<<Noi andiamo, a domani>> dice Lorenzo.

____

<<E questa è la nostra camera da letto>>
Mi dice per poi mostrarmi la sua bella stanza.

Le finestre erano ampie facendo vedere bene la città, c'era anche un balconcino.
Per quel che riguarda l'interno c'era un bel letto matrimoniale affiancato dai rispettivi comodini sulle quali c'era una lampada.
Poi c'era un divano con davanti una grande televisione e non troppo lontano c'era una scrivania e vicino vari scaffali con libri. La stanza era molto grande c'erano anche due cabine armadio e un bagno nella quale era presente anche la vasca idromassaggio.

<<Io non dormo con te>> dico cocciuta.

<<Perciò starò in un'altra camera>> concludo prendendo la mia valigia e andando nella camera affianco.

Era più piccola ma francamente poco mi interessava.

La sera la passai in camera e poi il cielo si inscurì così tanto a causa delle nuvole che coprirono per fino la luna. Poi un lampo squarciò il cielo dando inizio a un temporale.

Ed ecco ciò che non doveva succedere: io odio i temporali quando la pioggia viene accompagnata da tuoni e lampi. Mi fanno venire in mente solo la violenza ricevuta da mio padre e, il buio è il mio più grande nemico.

E queste mie due paure le stavo vivendo nello stesso momento da sola in una casa sconosciuta.

Chiusi gli occhi cercando di rilassarmi ma l'immagine di mio padre che mi schiaffeggiava era impressa nella mia mente.

Non sarò mai tua?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora