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Elèna Petrova

Cercai per tutta casa Lorenzo ma non c'era traccia di lui.

La situazione iniziava ad essere ambigua.

Gli avrò lasciato minimo dieci chiamate perse e avrò assillato un centinaio di volte la sua assistente.

Così, decisi di cambiarmi per andare al bar in cui va più spesso. Era tardi ma ero comunque preoccupata, perciò, me ne fregai dell'orario.

Indossai un pantaloncino nero corto, calze e una magliettina attillata. Concludo il tutto con una giacca di pelle e delle nike.

Uscii di casa accompagnata dall'autista di Lorenzo.

<<Sta qui fuori, se non torno entro un'ora entra nel bar e controlla se è tutto apposto>> Ordino all'autista.

Non mi sono mai piaciuti questi posti ma il pensiero che gli sia accaduto qualcosa mi stava uccidendo.

Così entrai e la maggior parte dei ragazzi si girò per guardarmi. Mi sentivo in qualche modo "importante" ma questa sensazione scomparve ben presto quando non vidi neanche l'ombrw di Lorenzo.

Mi avvicinai al bancone e chiesi di lui ma il barman non mi seppe rispondere.

<<Ei>> si avvicina un ragazzo, avrà diciott'anni.

<<Ciao>> rispondo educatamente.

<<Che ci fai qui? Non è posto per te>> dice per poi squadrarmi.

Perché è posto per te? Ma perfavore, puzza ancora di latte questo qua.

<<Decido io quello che devo fare o meno.>> dico con un tono autoritario.

Forse non ha ancora capito con chi sta parlando. Ma che vuole?

<<Ti va se ti faccio compagnia?>> dice.

<<Sono fidanzata>> lo interrompo subito.

Non ero interessata ad incasinarmi ancora di più la vita.

<<Non è un problema>> dice avvicinandosi e si sedette vicino a me.

<<Allora non ci siamo capiti. Non voglio avere niente a che fare con te, ora sparisci>> dico infastidita.

Devo trovare Lorenzo, questo è il mio unico scopo.

<<Ci divertitemo>>

<<Sai, queste sono state le ultime parole di un sessantenne prima di essere ucciso dal mio ragazzo. Vuoi fare la stessa fine?>> domando con fare intimidatorio.

<<No, non voglio problemi>> dice inghiottendo un groppo di saliva e sparire tra la folla.

Soddisfatta di ciò, presi uno shottino e lo mandai giù facilmente.

<<Cosa devi dimenticare?>> domanda una voce conosciuta.

Mi girai ed era Demir.

<<Piuttosto, tu che ci fai qui?>> domando confusa a mia volta.

Fece spallucce e poi si sedette affianco a me.

<<Del vino rosso>> dice.

<<Di che tipo?>> domanda il barman.

<<Rosso>> rispose lui scontato.

<<Si, intendo che marca?>> domanda a sua volta il barista.

<<È uguale..il più costoso che avete>>

Rimase sbalordito a quelle parole.

<<Costa più di duecento euro il più costoso che abbiamo>> risponde il ragazzo.

Non sarò mai tua?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora