Isabelle.
Una mano si posa sulla mia bocca per impedirmi di gridare, risvegliandomi dal mio sonno senza sogni. Sbarro gli occhi alla vista della figura avvolta nel buio che mi sovrasta.
Inizio a scuotere la testa, mugolando, ma la mano sulla mia bocca impedisce ogni suono.
-Shht, non vuoi che ti faccia male vero? - Mormora la voce maschile che popola i miei incubi.
Scuoto il capo, cercando di ritrarmi quando la sua mano mi tocca una guancia.
- Perché queste lacrime? Ci siamo divertiti l'ultima volta, no? -
Non rispondo.
Come si può rispondere ad un uomo che violenta la figliastra di undici anni?
Le sue mani sono sull'orlo della camicia da notte, sollevandomela.
Scatto in avanti, cercando di scrollarmelo di dosso.
Lo schiaffo arriva immediato, facendomi voltare la testa di lato dalla forza.
-Conosci le regole. Stai ferma e finirà presto -. Dichiara abbassandosi i pantaloni.
Scuoto il capo, accecata dalle lacrime, implorandolo con gli occhi e sapendo che non si fermerà.
-Ora ci divertiremo- Dichiara abbassandosi i pantaloni.
Urlo, ma le mie urla vengono bloccate dalla sua mano.
-Zitta. Stai zitta e ferma- Ringhia muovendo i fianchi.
Urlo, mentre un dolore lancinante mi penetra come un coltello infuocato.
Apro gli occhi di scatto, mettendomi a sedere, il respiro affannoso. Il mio sguardo vaga per la stanza, mentre gli ultimi brandelli dell'incubo si dissolvono.
Sospiro, passandomi una mano tra i capelli arruffati.
Era tanto che non rivivevo quei momenti. La terapia e le medicine erano riuscite a darmi una parvenza di tranquillità sino a quando non ne ho avuto più bisogno. Ed ora, inaspettatamente è tornato.
Ho bisogno di mia madre e di mio padre.
Getto indietro le lenzuola e scendo dal letto, non curante del fatto che è in camicia da notte e a piedi nudi mi dirigo verso la porta spalancandola, ritrovandomi in corridoio.
Il mio respiro diventa più affannoso man mano che i minuti passano e la mia mente si offusca. Non vedo più ciò che ho davanti, ma il passato.
Deglutisco, appoggiandomi ad una parete quando le gambe rischiano di non reggermi.
- Isabelle! -
Sollevo lo sguardo ad incontrare lo sguardo preoccupato di occhi neri come l'ebano che mi guardano preoccupati.
- Ho bisogno dei miei genitori- Mormoro con un filo di voce.
- Isabelle che cosa è accaduto? perché hai gridato? -
Scuoto la testa, mentre si avvicina. Il mio sguardo mette a fuoco i muscoli guizzanti del petto, le braccia forti, i pantaloni lenti sui fianchi.
È troppo.
-Non avvicinarti! Non voglio! -
Si ferma, corrugando la fronte.
- Isabelle fai un profondo respiro. Sei al sicuro qui, ti do la mia parola-
Scuoto la testa.
- Stai mentendo. Mi farai del male, come lui-
- Isabelle non ti farò del male. Nessuno te lo farà. Ora permettimi di riportarti in camera e poi chiameremo i tuoi genitori. Va bene? -
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Cuori nel deserto (Serie Amore 3)
RomanceIsabelle, una giovane laureanda in legge americana, arrestata per aver partecipato a una manifestazione per i diritti umani nel regno del principe Kadir. Durante la manifestazione, in un momento di paura e confusione, ha colpito una guardia. Kadir...