Capitolo 27

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Malik

Osservo la giovane distesa nel letto dell'ospedale dove è stata ricoverata d'urgenza dopo la nostra chiamata, le flebo al braccio, monitorata costantemente nel terrore che possa non farcela, che il suo cuore possa smettere di battere, troppo provato dalle ferite interne che quegli animali le hanno provocato.

L'hanno pestata sino a incrinarle le costole, danneggiarle la milza e rendere il suo corpo una carta geografica di ematomi. E tutto in nome di un Dio che non è il nostro. Un Dio che non ha mai detto al suo profeta di ammazzare una donna di botte.

Secondo il Corano, uomini e donne sono stati creati da Dio con un'origine comune, e non vi è alcuna priorità o superiorità maschile. Inoltre, la "colpa originaria" è attribuita sia a Adamo che a Eva, senza che quest'ultima venga vista come tentatrice. Il Profeta Maometto predicò e praticò la parità tra donne e uomini come principio fondamentale della vera spiritualità. Tuttavia, dopo la sua morte, la condizione della donna è andata modificandosi, perdendo molti diritti sia nell'ambito familiare che giuridico e sociale. Ma questo va oltre qualsiasi credenza fondamentalista. Questa è semplicemente violenza, pura e semplice. È mettere al comando un gruppo di scellerati, inetti e vigliacchi che se la prendono con i più deboli con l'approvazione di mio zio.

Serro le mani a pugno, la rabbia che monta dentro di me come un mare in tempesta. Sento l'energia fluire per tutto il mio corpo e la voglia di fare a pezzi qualche cosa è quasi impossibile da trattenere.

- Sei qui da ore ormai. La ragazza non si risveglierà ancora per un bel po'. Abbiamo dovuto operarla d'urgenza, la milza era in condizioni critiche, abbiamo dovuto asportarne un pezzo. È stata fortunata, se non fossi arrivato in tempo probabilmente sarebbe morta –

Mi volto verso mia sorella, notando il volto stanco, le occhiaie sotto gli occhi normalmente brillanti, ma noto anche una nuova luce, come se in qualche modo questa faccenda l'avesse sottratta al torpore in cui si era rinchiusa dalla morte del suo promesso sposo.

- Tu come stai? -

Si stringe nelle spalle.

- Bene. È strano come un simile avvenimento abbia innescato in me quella voglia di fare, di vivere, che non avevo più da tanto tempo. Credo che non partirò affatto per l'America, come vuole nostro fratello. Il mio posto è qui con la mia gente e che sia dannata se permetterò a quell'esagitato demonio di nostro zio di seguitare a fare vittime-

-Non credo ci sarà più questo problema. Kadir ha chiamato il comandante dell'esercito. Sai che cosa significa? -

- Che nostro zio non avrà più un territorio su cui spadroneggiare. Sarebbe ora. Se mi fosse permesso, impugnerei personalmente la pistola che metterebbe fine alla vita di quegli animali che le hanno fatto questo. È solo una bambina. Ha l'età di nostra sorella e se penso che Yasmin potrebbe essere al suo posto, mi assale una rabbia cieca come non ne ho mai provato –

- Sono felice che tu sia tornata tra noi, sorellina. Molto felice- Mormoro attirandola a me in un abbraccio.

Sorride, abbracciandomi a sua volta.

- Lo sono anche io fratello, credimi-

Kadir.

Osservo mio zio sbraitare come un ossesso, al mio fianco Aza e la mia piccola americana. Devo ricorrere a tutto il mio autocontrollo per non prenderlo a pugni e ridurlo come ha ridotto quella ragazza o peggio.

Ma rimango immobile, come un Emiro deve fare, privo di emozioni o, meglio, non mostrare le emozioni che è ben diverso da non provarle.

- È un attacco alla mia autorità! Una rottura del trattato che tuo padre ha firmato. Io ho l'autorità incontrastata nel mio territorio e decido come debba vivere la mia gente. Prendiamo il Corano alla lettera e viviamo secondo le sue scritture e ciò che il profeta ha detto. Non siamo forviati dall'occidente. Non ci vestiamo come loro, non crediamo nel Dio denaro e non sposiamo donne cristiane! Non mischiamo il nostro sangue con le infedeli! – Sbraita, sempre più rosso in volto.

Cuori nel deserto (Serie Amore 3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora