Capitolo 22

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Isabelle.

Osservo le donne riunite negli appartamenti dell'Emira che danno sui giardini addobbati con veli e gazebi illuminati dalle luci delle candele creando un ambiente misterioso e allo stesso tempo rilassante, che chiacchierano tra loro, eccitate come bambine.

- Sembri pensierosa cara. Sei preoccupata per domani? -

La voce della mia futura suocera mi riscuote dai miei pensieri. Mi volto, sorridendo.

- Un po', immagino. Non ci si sposa tutti i giorni con un Emiro-

MI accarezza una guancia.

- Sposerai l'uomo non l'Emiro, bambina. Il titolo non fa l'uomo, ma immagino che questo tu già lo sappia-

Annuisco.

Lo so. So che sono distinti. E so che con me tranne le prime volte, ha sempre mostrato l'uomo che c'è dietro al titolo.

- Cosa ti preoccupa realmente da impedirti di rilassarti in una serata dedicata tutta a te? Al tuo benessere? -

Sospiro.

- Non so che cosa mi riservi il futuro. Sapevo chi ero sino a qualche mese fa, ma ora, è come se non sapessi più chi io sia. È tutto così confuso. So che dovrei essere grata a Kadir per aver proposto il matrimonio pur di salvarmi da un destino ben più atroce, e gli e ne sono veramente grata, ma è difficile. Non so come spiegarlo-

Annuisce.

- Non c'è bisogno che tu lo spieghi, cara, so benissimo cosa si prova. Ci sono passata anche io, con la sola differenza che io amavo follemente mio marito. Anche se all'epoca non sapevo che fosse un Emiro e che innamorandomi di lui la mia vita avrebbe subito un cambiamento drastico-

Sgrano gli occhi.

Sorride.

-Bambina per quanto possiamo amare una persona, i cambiamenti spaventano. Chiedilo alla tua amica Sabrina. Lei ha sposato un Emiro e la sua vita è cambiata dall'oggi al domani-

Osservo Sabrina, che mi sorride, avvicinandosi.

- Ha ragione. Quando mi sono innamorata di Rashid non avevo nessuna idea di che cosa volesse dire sposare un mussulmano e per giunta potente governante di un Paese. E come avrei potuto? Quando l'ho conosciuto era un ragazzo come tanti che si divertiva nel suo yacht di lusso, su cui teneva feste e di divertiva come un qualsiasi ragazzo americano. Si, sapevo che era un Emiro, ma il concetto era avvolto nella nebbia –

- E poi che cosa è accaduto quando hai capito che sposandolo la tua vita sarebbe cambiata? –

Scrolla le spalle.

- In realtà non l'ho mai capito. Almeno sino a quando non sono andata a vivere in quello che sarebbe diventato il mio Paese e mi sono scontrata con tradizioni che non erano mie. E con un Consiglio che mi era contro solo perché americana. Mi sono trovata a lottare contro tutti, per me, per il futuro dei miei figli, ma in tutto questo ho sempre avuto Rashid al mio fianco. E Fatima, che all'inizio ho odiato per ciò che ha fatto a Giulia. Non sono mai stata sola e sono stata fortunata in questo, ne sono consapevole –

- Per ogni sposa il matrimonio è un salto nel vuoto, anche se non sposi un Emiro. E tu sei giovane, bambina e non hai esperienza del mondo se non quelle più brutte che spero vivamente mio figlio possa un giorno farti dimenticare. Ma da Kadir non avrai nulla da temere. Sa essere implacabile, ma anche amorevole. Ama scherzare è ironico, gentile, quando ricorda che cosa significhi la parola, ma sorvoliamo, dicevo, è gentile, autoritario, cocciuto come un mulo, non mostra i suoi sentimenti, ma è così che è stato allevato. Da quando ha aperto gli occhi, è diventato l'erede al trono di un Paese in crescita, estremamente ricco, ma come tutti i paesi arabi, criticato, invidiato per il suo tenore di vita, criticato per le sue legge e per le loro applicazione. Voglio che tu tenga sempre bene a mente bambina, che questa non è una democrazia, non ci sono associazioni come sindacati e tantomeno associazioni per i diritti umani. Kadir è la legge. Ciò che dice è legge. Nel suo paese nessuno può dirgli di fare ciò che non vuole. A volte prenderà decisioni che ti sembreranno inumane, ma anche in quel caso, ti chiedo di ascoltarlo e di avere fiducia in lui. Il potere di un monarca non è facile. Il trono e la corona ti mangiano vivo. Questo se sei un monarca che tiene al suo popolo che vuole il suo bene. Che vuole che il paese prosperi sotto di lui e non retroceda come quello di mio cognato. Suo zio vive nel medioevo, rifiutandosi di accettare che le cose sono cambiate e che le donne hanno gli stessi diritti degli uomini. Le donne sono protette da un contratto di matrimonio in cui possono dire la loro su ciò che vogliono o meno. Ed il marito dovrà rispettarlo o la donna potrà divorziare. La dote che mio figlio ti ha donato è tua e tale rimarrà per tutta la tua vita. Lui non ne avrà mai diritto, a meno che tu non voglia dividerla con lui. Ma deve essere una tua decisione-

Cuori nel deserto (Serie Amore 3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora