1. Eduardo Conte

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È una mattina come tante altre, qui tra queste quattro mura dove solo la grata ci sepra dal mare che c'è fuori. Il sole risplende ma io non avrò nulla per cui risplendere, sono qui, sono solo, la mia famiglia è fuori e non so di chi potermi fidare.
Quel giorno, quel maledetto giorno so stat accussi strunz, m so fatt acchiappa. Ma io lo sapevo, me lo sentivo che quella giornta sarebbe andata male, ho deluso tutti eppure non volevo, per me la famiglia e il rispetto che ne consegue è tutto nella vita, anzi è alla famiglia Ricci che devo la mia vita. Se guardo indietro Eduardo era solo un piccolo bambino, smarrito, pieno di difficoltà e senza futuro, ma dio mi ha fatto incontrare Don Salvatore Ricci, padre e capo di questa splendida famiglia, mi ha accolto, mi ha spiegato le regole della vita, della strada e mi ha fatto un uomo vero.
Un uomo che oggi non ha paura di niente, un uomo che per la famiglia è pronto a tutto, s' adda sparà e sparamm, 'o core mio è dei Ricci.
" We Eduardo stamattina ci siamo incantati ? " una voce distrae i miei pensieri mattutini. Un sorriso aleggia sul mio volto, la consapevolezza che è in me mi farà diventare un re.
" No Gennaro stamattina mi sento poetico " dissi scherzando
" E muoviti - disse colpendomi dietro la nuca - vatti a fare la doccia che dobbiamo andare in mensa, le ragazze non possono fare colazione alle dieci perché tu ti senti poetico " concluse ispezionando l'asciugamano che avevo tra le mani.
Mi fiondai sotto la doccia, avevo veramente tanta fame quella mattina, così feci di fretta e furia e corsi a vestirmi.
" Buongiorno Cucciolo e buongiorno pure a te Micciarella " dissi salutando i miei compagni.
" Buongiorno eduardo oggi sei felice? "
" No come già detto - sorrisi- oggi mi sento poetico "
" Tinimm pur a Pirandello stammatin "
" Micciarella e tu conosci pure a Pirandello, barv" conclusi abbracciandolo.
Loro erano un po le mie spalle, i miei occhi e le mie orecchie, erano dalla mia parte, ragazzi smarriti senza una strada e io mi sentivo forte di poter far qualcosa, aiutarli. Una buona parola per loro e Don Salvatore li avrebbe accolti a braccia aperte una volta usciti. Ci dirigemmo in mensa, sempre la stessa roba da mangiare, dopo 4 anni di frutta e cereali vorrei qualcos' altro. Sbuffai e Gennaro - il nostro educatore - lo notò
" Edurado stamattina nemmeno la colazione ti va a genio? "
" No Gennà e che vorrei cambiare, qualcosa di nuovo, qua dentro si mangia sempre la stessa cosa "
" E se volevi la colazione gourmet forse era meglio che restavi a casa tua, senza fa strunzat e mo muovt e mangia!"
Presi la solita mela, banana e uno yogurt e mi accomodai riflettendo sulle parole di Gennaro. Sarei stato volentieri a casa mia, ma in realtà quel giorno Don Salvatore mi aveva ordinato che "Capa e Falc" non doveva tornare a casa e per me ogni suo desiderio è un ordine. Quel giorno era la prima volta , avevo già impugnato  delle pistole, ma non avevo mai davvero sparato ed ucciso un uomo. I secondi successivi furono interminabili, le mani mi tremavano, la pistola mi cadde e facevo veramente fatica a respirare, ma in quel momento qualcuno mi ricordò che o la mia di vita o la sua, come si sul dire morte tua vita mia, i vecchi detti non sbagliano mai. La morte di Ciro il primogenito della casa Ricci aveva scombussolato un pò tutti, ma da quel momento per Don Salvatore io ero diventato suo figlio ed avere il suo rispetto faceva di me un uomo migliore.
Improvvisamente, i miei pensieri furono nuovamente interrotti, sentivo le sirene delle volanti farsi sempre più vicino, Gennaro iniziò a raggrupparci e a portarci giù, fuori vicino ai campi da calcio, stava arrivando qualcuno.
"Gennà che succede ?" Chiese Cucciolo, mente io mi poggiavo con le spalle vicino alla rete ed accendevo una sigaretta.
"Non lo so, adesso lo scopriremo"
Sentii i cancelli aprirsi, le volanti entrarono e il suono delle sirene finì, ricordo il giorno che mi arrestarono, tre volanti li tutte per me, fecero un gran casino - un sorriso sulle labbra mi spuntò a quel pensiero. Cercai di sporgermi per vedere chi c'era in quella macchina, sicuramente era una donna, vidi Maddalena  l'educatrice che seguiva le ragazze avvicinarsi all'auto, la porta si aprì, doveva essere piccolina, era bassa capelli lunghi neri, aveva dei tatuaggi che non riuscivo a definire da lontano. Mani dietro la schiena, ammanettata, e scortata da un'altra auto , aveva compiuto qualcosa di importante. Fu in quel momento, che mi voltai verso i ragazzi per vedere se avessero capito qualcosa in più, che sentii una voce familiare, gridare il mil nome
" Eduardo Conte so arrivat " e una fragorosa risata. Mi fiondai nell'immediato vicino quella macchina, correndo, evitando l'inutile tentativo di Beppe, l'altro educatore, di fermarmi e fu solo allora che la vidi, bella come non mai, stupito della sua presenza lì, ma felicissimo di vederla, lei la piccola grande Rosa Ricci, la secondogenita della famiglia Ricci, la prediletta, la protetta, l'unica donna rimasta, colei che a costo della vita avevo giurato di proteggere.
" Rosa - dissi correndole contro - ammor mij che ci fai qui?!" La strinsi forte a me
" eduardo - disse poggiando la sua testa al mio petto - poi ti spiego tutto, ho un sacco di cose da dirti, sto ca p' tte "
Intanto le guardie la spintonavano per provare a staccarla da me
" Oh! - gridai nervoso verso uno di loro - lievc e man a cuollo, chest' m è sora "
Ma non ci fu modo, rosa venne allontanata ed io raggiunto dalle guardie
" Portatelo in cella a sta capa e cazz " concluse il comandante spuntato alle mie spalle
" E tu sei il nuovo acquisto?! - esclamò con leggero disprezzo - portatela dalla direttrice immediatamente "
" Lasciatm sta , cammino sola " disse Rosa cercando di divincolarsi da quella presa costante che avevano su di lei.
Il mio cuore stava esplodendo di gioia, la mia Sorellina era lì, una parte della mia vera famiglia era lì con me, non potevo crederci e chissà quali cosa avrebbe dovuto raccontarmi.
Ero euforico, entusiasto e su di giri.
Da adesso si che qua dentro le cose sarebbero andate diversamente, molto diversamente, ed un sorriso beffardo affiorò sul mio volto.

Spazio Autrice.
Amo Rosa Ricci - Maria espostito - e tutto ciò che ne consegue, quindi bho una sera guardando mare fuori ho pensato a questa cosa, fatemi sapere che ne pensate!! Soprattutto se vi va che continui ...❤️

Tu me appicciat 'o coreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora