Fui presa da un turbinio di emozioni, sensazioni, pensieri e parole che esplodendo nella mia testa come mine vaganti. Dovevo trovarla e non potevo permettermi che le accadesse qualcosa, era smarrita e spaventata. Zoppiccavo, quindi non potevo correre, ma provai ad accelerare il passo e a cercarla in ogni vicoletto, tentando invano di chiamarla però senza avere risposta. Provai a chiedere alle persone presenti, chiesi al custode se l'avesse vista uscire, ma niente, la macchina era ancora lì. Ero indecisa se attenderla all'uscita, tanto non credo sarebbe andata via senza di me oppure continuare a cercarla, il mio cuore prevalse e così ripresi le ricerche, quando ormai veramente non avevo più idea di dove guardare la sentii, o meglio sentii qualcuno singhiozzare e trattenere il respiro. Mi avvicinai lentamente a quel rumore, mi sporsi leggermente voltando l'angolo e la vidi, era seduta per terra con le spalle vicino ad una lapide fredda e vuota, aveva le gambe tirate al petto e le mani che le coprivano il viso. Piano piano mi avvicinai, non volevo scappasse di nuovo da me, mi accovacciai dinanzi a lei e le presi le mani tra le mie. Restai a guardarla, era così tenera e dolce, le asciugai le lacrime che ancora scendevano, mentre lei provava a divincolarsi
" Ehi sta ferma non voglio farti nulla, non devi vergognarti - dissi continuando a passarle la mano lungo le guance, poi mi feci coraggio - direttrice io non credo che il suo lavoro sia tempo sprecato, io ho un brutto carattere ed oggi è uscito il peggio di me, mi dispiace, non avrei mai voluto vederla così, non avrei voluto darle una delusione, non avrei voluto ferirla - presi un attimo di pausa - io ci tengo molto a lei, inconsapevolmente tutti questi eventi così ravvicinati ci hanno legato. Non sarò il miglior esempio da seguire ma io davvero voglio cambiare e, come tutti gli altri abbiamo bisongo di persone che ancora mettono tutte se stesse per darci speranza. Non è vero che quella promessa non può mantenerla, non è vero che noi non accettiamo seconde possibilità, forse facciamo solo un po più fatica a credere che qualcuno davvero sia interessato a noi" dissi tutto d' un fiato, le lacrime mi rigavano il volto e le lacrime salate nascevano dai miei occhi e morivano sulle mie labbra, ma nonostante tutto lei non disse niente e continuò a non guardarmi. Quando improvvisamente si voltò e appoggiò le sue mani sul mio viso, iniziò questa volta lei ad asciugare le mie di lacrime mentre con l'altra mano disegnava la forma del mio viso. Passò vicino agli occhi, sul naso e lungo gli zigomi, rotondeggiò le mie guance delimitano la mia mascella e poi arrivò sulle mie labbra, dove si soffermò qualche istante. Seguiva le linee non perfette della bocca socchiusa, era quasi una danza ipnotica, io non smettevo di guardare lei, lei non smetteva di guardare me, i nostri occhi erano incastrati e quel momento sembrava essere carico di magia, non so dire cosa stesse succedendo ma qualcosa di strano di sicuro. Mossi le mie labbra per lasciargli un tenero bacio sulle dita, la sua reazione mi spaventava ma in realtà fu tranquilla e continuò con la sua danza, mi avvicinai un tantino e inizia simultaneamente a compiere i suoi stessi gesti, le sue labbra erano morbide e calde al mio tocco e sembravano vibrare ad ogni passaggio. Sentii il mio corpo pian piano allegerirsi, dei brividi mi partivano dalla schiena per finire dietro la nuca, ero in preda all'estasi e potei notare con mia grande sorpresa che anche lei lo era. L'attrazione tra di noi era palese anche i morti se ne stavano rendendo conto, era qualcosa di surreale, lei si avvicinò ancora un pò e io feci lo stesso la punta dei nostri nasi si sfiorò, togliemmo le mani che ci sembravano solo un impedimento in quel momento, non avevo mai provato un attenzione così forte per una donna, eppure ogni cosa in quell'istante mi teneva incollata a lei, tutto il resto era scomparso. I nostri occhi erano incastrati, le nostre labbra iniziavano a sfiorarsi, avrei voluto sapere cosa stesse pensando in quel momento, avrei voluto sapere ogni cosa eppure mi bastava il suo respiro su di me, le sue mani sudate sul mio collo e la voglia che ci travolgeva. Decisi che nonostante i mille pensieri contrastanti che avevo, volevo quelle labbra, in quel momento e subito non volevo più aspettare, chiusi gli occhi , presi un bel respiro e boom la nostra magia fu interrotta.
" Direttrice ! Direttrice ! Sofia ! Sofia ! " non appena sentimmo quelle voce, tutto ciò che c'era tra noi si sgretolò, lei sembrava essere ritornata da un sogno, mi spinse lontano tanto da farmi cadere per terra, io la guardai intontita, riconobbi quelle voci ma in fondo non stavamo facendo nulla di male, ma forse per lei non era così. Tornò immediatamente ad indossare la sua maschera, quella da dura e forte, quella che la rendeva la persona di ghiaccio che appariva agli occhi di tutti
" alzati ! - mi ordinò - alzati Rosa ! Se ci trovano qui sono casini per me e per te ! Sbrigati! "
Io mi alzai, non capivo cosa dovevamo fare, mi afferrò per il polsò e mi trascinò con sé lontano da quelle voci. Non so come ma, arrivammo fuori dal cimitero vicino l'auto, e li capii, ci avevano trovate, c'erano altre due auto della polizia e probabilmente sei sette poliziotti che ci cercavano.
" Adesso ti ammanetto, fingi di star male, ci siamo fermate perché hai vomitato e non ti sentivi subito di risalire in macchina, chiaro?" Disse puntandomi il dito
" Direttrice ma " non mi diede modo di parlare che ribadì " Rosa! Sono stata chiara? " annui e mi bastò quello, anche perché da lontano vidi accorrere in soccorso di Sofia tutta la squadra sul posto come se io poi chissà quale terrorista fossi stata.
" Sofia cazzo stai bene "
" Massimo - disse fingendosi sorpresa - ma cosa ci fate qui ? Cos'è successo? "
" saresti dovuta rientrare due ore e mezzo fa, pensavamo fosse successo qualcosa " continuò guardandomi con aria colpevole
" No no, ti avrei chiamato e che mi si è spento il cellulare, è stata male, ha rimesso e mi sono dovuta fermare " disse semplicemnte
" Mo comm stai?" Disse il comandante rivolgendosi a me, che fin a quel momento non avevo detto una parola
" Meglio comandà grazie, se non fosse stato per la direttrice avrei fatto un casino in questa macchina "
" l' importante è che è tutto apposto, Sofì - disse portandole le mani al volto e avvicinandosi in modo pericoloso a lei - mi sono preoccupato, scusami "
Quel loro momento intimo mi diede davvero la nause, o forse mi infastidì parecchio, ma non volevo dare un nome a quei miei sentimenti, anche perché dovevo già definire quelli che avevo provato poco prima
" Direttrì adesso me la sento se vogliamo tornare "
" Si " disse con voce tremante quasi facendosi sgamare
" Marco - disse il comandante chiamando uno degli agenti - caricala in macchina e portala dentro , ij e a Direttrice vi raggiungiamo, ten bisogn e aria "
Guardai lei un pò perplessa, volevo ritornare con lei e parlare di quello che eraavvvenuto, non volevo ritornare con nessun altro
" Direttrice ma ..."
" Che re piccre nu t sta buon ?" Disse il comandante affrontandomi
Guardai Sofia, la vidi guardarmi e poi abbassare lo sguardo, così capii che non aveva nessun intenzione di opporsi, abbassai la tesa e mi incamminai verso l'altra macchina della polizia.
Tornai all'ipm ero molto scossa, tutto quello che era accaduto tra noi sembra surreale, in realtà non facevo altro che chiedermi cosa fosse successo e come definire quella cosa.
" Wee tutto apposto ? Come stai? " Chiese Silvia correndo ad abbracciarmi
" Bene bene, devo stare a riposo "
" Ci siamo preoccupate non tornavi più, ma ti vedo scossa cos'è successo?" Chiese dolcemente Kubra
" Ninete ragazze davvero, sono solo stanca "
" Lasciamola riposare Kubra, piccrè quando vuoi siamo nell'area comune "
" Grazie " risposi e mi accomodai sul mio letto.
Avevo così tanti pensieri per la testa che sembrava essere un frullatore, mi chiedevo perché avessi provato quella forte attrazione per lei in quel momento, era la situazione ? Sono diventata lesbica ? È normale che accadano queste cose ? Erano troppe le domande e forse nessuna di queste aveva risposte, almeno non adesso. Mi catapultai verso dietro battendo la testa sul cuscino che mi parve al quanto duro tanto da farmi male.
" Ma che cazz " gridai, poi notai che quel cuscino aveva una forma strana, lo toccai, delineai la sua forma, ci infilai le mani dentro e ci trovai un telefono con un coltellino svizzero ed un bigliettino con una scritta, con la quale non tardai a capire chi l'avesse scritto " eduardo sa già tutto, parla con lui e organizzatevi. Tu si a Ricci chiu importante e si o' core e papà ".
Fissai per molti secondi tutto quello che avevo lì davanti, chi cazzo c'è l'aveva messo e soprattutto perché? Cosa dovevo farci con un coltello ? I miei pensieri furono interrotti da dei rumori, immediatamente ficcai tutto nel cuscino di nuovo e provai a chiudere gli occhi, avevo il cuore a mille e la testa inceppata come una pistola carica.SPAZIO AUTRICE!!
ECCOMI!! Giuro che non vi ho abbandonati e non abbandono la storia vado solo un po a rilento perché tra il lavoro, la casa e lo studio non è proprio facile, ma ci tengo alla storia e cercherò di pubblicare almeno 1 capitolo alla settimana se non due. Comunque come sempre vi aspetto in tanti e non vedo l'ora di leggervi, un abbraccio 😊
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Tu me appicciat 'o core
FanfictionDue famiglia i Ricci e i Di Salvo in continua guerra tra loro, una guerra inarrestabile. Un penitenziario minorile che prova a raddrizzare il tiro. Figli che pagano le conseguenze dei padri, delle madri. Figli di un educazione sbagliata, di un esem...