*AVVISO* In questo capitolo ci saranno racconti di scene di violenza.
Il sole è alto e lo vedo dalla fessura sul muro, sono in fibrillazione aspetto che questa maledetta porta si apra e finalmente possa respirare un po d'aria. Sentii finalmente dei passi, delle voci in lontananza dicevano qualcosa e poi finalmente il sorriso di Nunzia mi accolse con un bellissimo buongiorno.
"Ciao Piccre "
" Nunzia - gridai saltandole al collo e abbracciandola - sono proprio felice di vederti"
" Pure io piccre adesso andiamo che avrai fame"
" Da impazzire " e di tutta risposta corremmo verso la mensa, mi sentivo libera, quelle quattro mura mi erano state davvero strette.
Arrivai e vidi Silvia e Kubra mettersi in un tavolo e così mi avvicinai a loro
" Buongiorno " dissi felice
" Wee sei tornata finalmente, come stai?" Disse Silvia stringendomi
" Ci hai fatto preoccupare " continuò Kubra abbracciandomi.
" Tranquille ragazze ij so na tigre e nessuno può farmi del male , va tutto bene "
" Ess e na tigre Kubra" continuò ironica Silvia
" Voi come state principesse ?"
" Bene, oggi devo fare il colloquio, il mio fidanzato ha detto che mi ha fatto una sorpresa " lusingata disse la bruna
" Hai un fidanzato addirittura ? E pecchè nu me itt niente ?" dissi fingendomi offesa
" Piccre tu si trasut a 24h e già e fatt nu casin, quando dovevo dirtelo?"
Ci guardammo e poi scoppiando a ridere in effetti era vero, non avevo avuto modo e tempo di fare nulla. Ci sedemmo al tavolino ed iniziammo a parlare, Silvia mi accennò qualcosa del fidanzato, Kubra mi parlò della sua relazione con Pino, un ragazzo presente nel penitenziario, chiamato anche Pino 'o Pazz, immagino il perché. Improvvisamente il mio sguardo fu catturato da Gemma, la quale era lì da sola seduta ad un tavolo, beveva il suo latte e caffè e mangiava una mela. Senza più ascoltare Silvia mi alzai e mi avvicinai, la vidi sollevare lo sguardo e quasi sorpresa mi sorrise :
" Ciao " disse timidamente
" Ciao Gemma come stai?" Chiesi davvero interessata
" Mmm - disse facendo spallucce - fa ancora un po male ma va molto meglio - prese un bel respiro e continuò - Rosa grazie, grazie per aver preso le mie difese "
" Gemma non dirlo nemmeno per scherzo, tu qualsiasi cosa avrai sempre me qui dentro tranquilla " dissi sorridendole
" Grazie "
" Dai alzati, che devi fare qui da sola, vieni vicino al tavolo con noi, ti presento Kubra e Silvia che sicuramente conoscerai, stai con noi su !" Dissi incitandola a sbrigarsi, ma non appena mi voltai per ritornare al mio posto la rossa era già dietro di me
" Gemma resta seduta dove sei " ordinò
" Gemma è libera di fare quello che vuole hai capito ? E vo sta vicin a me " incrociai le braccia al petto
" Ti ho detto Gemma seduta e tu levati dal cazzo "
" Allora forse non ci siamo capiti - dissi avvicinandomi pericolosamente a lei - tu fai o cess e Gemma fa quell che vo"
La sorpassai e mi andai a sedere al mio tavolo, ma prima mi voltai verso la ragazza bionda e dissi " Gemma fai come vuoi io sono lì se ti va di stare con noi ok? E non avere paura di lei ci penso io a sta puttan" conclusi sputando per terra vicino ai suoi piedi. Vidi Gemma tentennare, poi la vidi sorridere prendere il suo vassoio ed avvicinarsi a noi, prese posto ci sorrise ma non disse una parola.
Provammo a coinvolgerla in ogni discorso, ma la vidi sorridere e dire qualche parolina niente di più. Il pranzo finì e adesso toccava a noi uscire fuori vicino ai campi da gioco, i ragazzi stavano rientrando e nell'atrio incrociai eduardo che mi afferrò e mi trascinò in un punto cieco della stanza.
" Piccrè ma dove sei stata? "
Un velo di malinconia mi copri il volto, eduardo se ne accorse nell'immediato e lo prese tra le mani
" Niente Edo ho fatto casini, chella cess ra direttrice m ha mis in isolamento "
" Ma tu che dici Rosa? A chell ciò facc vede ij"
"Eduardo stamm a snti, non dobbiamo più fare casini, tu devi cercare di avere un permesso questa domenica, papà ten bisogn e te - sospirai - la fuori la guerra non è mai finita, i di salvo sono più carichi che mai "
"Rosa io non lo so se riesco ad uscire questa domenica, posso provarci, ma l'avvocato mio è strunz"
"Papà ha itt che ci manderà un avvocato nuovo, che sarà completamente dalla nostra parte " conclusi facendogli l'occhiolino
" Wee che state facendo tutti e due - esclamò Gennaro alle nostre spalle - eduardo fui subito in cella e piccrè - disse afferrandomi il braccio - tu t crir e sta a casa toia " disse sbuffando e separandoci.
Uscii fuori molto contenta finalmente ero riuscita a parlare con Eduardo e a dirgli quello che doveva fare. Mi avvicinai a Kubra e Gemma che erano nel più completo silenzio.
" Ragazze e cosa sono queste facce ?"
"Niente ti aspettavamo - disse kubra - Silvia è andata a colloquio"
"Ah è venuto il fidanzatino" dissi portando gli occhi al cielo
"Kubra - chiamò qualcuno da lontano - kubra " così ci voltammo a vedere chi fosse
"Pino - sorrise - ma è pazzo?! Lo sa che non può chiamarmi dalle celle" scoppiammo in una grossa risata
"Kubra ti amo, sei bellissima " continuò il ragazzo
"Chist sta for ca cap Kubra " sorridemmo e finalmente vidi sorridere anche Gemma
" Ragazze mi allontano un attimo" disse la ragazza scappando via.
Io e Gemma ci guardammo e sorridemmo.
"È innamorata che ci vuoi fa ?! -Dissi guardando Gemma e iniziando a passeggiare - tu sei stata mai innamorata Biondì?" Chiesi
Ma lei scosse la testa in segno di negazione.
"E mi spieghi che ci fai tu qua dentro ? Che sei così tranquilla ? Io almeno so na cap e cazz " sorridemmo e ci poggiammo su una delle tante panchine.
" Io - le iniziarono a tremare le mani - io ...."
" Ehi tranquilla, io ho tutto il tempo per parlarne con te "
La vidi rasserenarsi " mio padre mi ha abbandonato quando ero piccola, sono sempre cresciuta solo con mia madre che ha provato in tutti i modi a non farmi mancare nulla - le si iniziarono a gonfiare gli occhi, così le presi le mani tra le mie - poi mia madre conobbe un uomo un po più giovane di lei, benestante, che inizialmente sembrava volerci bene, mi trattava come una figlia. Era premuroso, mi coccolava, mi dedicava tante attenzioni - tirò su con il naso e prese un sospiro - una sera torna, mia madre non c'era e lui inizia a comportarsi in modo strano, mi abbraccia, mi tocca il seno, la prima volta pensai si fosse sbagliato, ma la seconda volta la sua presa sul mio seno fu più insistente, quasi da farmi male - potei sentire le sue mani iniziare a stringere sempre di più le mie, quesi ricordi le facevano male - così gli chiesi di lasciarmi, ma lui non lo fece, era impazzito, mi disse esplicitamente si voler scopare con me e io provai a liberarmi da quella presa, ma ogni mio movimento era solo un motivo in più per farlo arrabbiare. Ad un certo punto mi trascinò con i capelli sul letto di mia madre, mi strappò la maglia, iniziò a leccarmi ovunque, mi sputava sul torace, mi baciava con foga e avidità. Prese del nastro mi legò le mani dietro la schiena e mi spogliò completamente, mi legò le caviglie alle sponde del letto, in modo che avessi le gambe ben aperte e da lì fu un calvario. Iniziò a toccarmi le parti intime, mi leccava, mordeva , mi faceva molto male. Iniziò a penetrarmi con le mani, ma poi non gli bastò più, diceva di volersi divertire e provare cose nuove, mi infilò il telecomando della televisione, una bottiglia di plastica e qualunque cosa avesse una forma rotondeggiante. Io avrei voluto dirgli che quella era la mia prima volta, che mi stava facendo del male, ma non ebbi il coraggio di fare nulla, ero inerme ferma e subii tutto. Provai a farle prendere una pausa, ma in quel momento era un fiume in piena, così la feci continuare. Alla fine lui mi penetrò, mi scopò con violenza e mi venne dentro, non avevo nemmeno la minima idea di cosa fosse avvenuto, poi soddisfatto si alzò, mi slegò e senza dire nulla andò a farsi una doccia dicendomi di rivestirmi che sarebbe venuta mia madre e che non dovevo dire niente o se la sarebbe presa con lei. Rosa ... " disse improvvisamente guardandomi con le lacrime che le rigavano il volto
" Gemma sono qui " le dissi rassicurandola
" Non so cosa mi è successo in quel momento, ma volevo solo una cosa che morisse. Così andai in cucina presi un coltello e non ci pensai più, tutto il male che mi aveva fatto lo doveva pagare. Poi arrivò mia madre, non sapevamo come fare, provammo ad occultare il cadavere ma fu difficile, io stavo impazzendo, lei voleva prendersi la colpa, ma non glielo feci fare e confessai tutto alla polizia"
" Gemma ma tu hai detto lui cosa ti ha fatto?"
" Si ma in Italia la legittima difesa non esiste Rosa" esclamò
" Troveremo un avvocato che ti sappia difendere per bene tu uscirai da qua Gemma te lo prometto, non meriti di pagare dopo tutto questo "
" Adesso capisco perchè ti piace così tanto scopare e che ti lecchi la figa " disse improvvisamente qualcuno alle nostre spalle. Non mi voltai subito, avevo già capito chi fosse, e solo la sua voce già mi irritata moltissimo.
" Nun agg capit che itt" dissi alzandomi all'impiedi
"Parlavo con Gemma non con te levati " disse spingendomi
" Viola - dissi avvicinandomi a lei - allor tu nun e capit, io non ho nulla da perdere t taglio 'a capa " dissi minacciosa
" Adesso passiamo alle minacce Rosa Ricci! - Provò ad istigarmi - Gemma se vieni in cella da me facciamo un po di bondage " continuò sghignazzando e voltando le spalle per andare via.
E fu proprio in quel preciso istante, che impazzi come poteva prendersi gioco di quella ragazza come poteva, così saltai su la panchina le corsi contro e quando provai a sferrarle un pugno sentii delle urla
" Ma che cazz faj" vidi il comandante correre verso di me, così guardai per terra e piegata c'era la direttrice, che nello stesso attimo in cui aveva assistito alla scena si era interposta tra me e viola.
" Direttrice , cazzo, come sta ?" dissi preoccupata.
"Levt 'a ca, subito !" Gridò il comandante
" Direttrice vi posso spiegare "
" Maddalena portali tutti in cella subito !"
" Direttrice, un attimo, un attimo fatemi parlare con lei, Maddalena ti prego la colpa è di Viola "
" Piccrè cammina ja "
Fummo portate in cella, restammo li chiuse per tante ore, ma ero impaziente, volevo sapere come stesse mi dispiaceva di quello che era accaduto. Andai avanti indietro non sapevo cosa fare.
" Rosa che c'è ?!" Disse Silvia ad un certo punto .
" Devo parlare con la direttrice, chiedergli scusa "
" Ma ch tt ne fotte " disse sbuffando
" Raga qua dentro ho già fatto troppi casini, devo mostrare un po di compassione " dissi fingendo com loro che la cosa non mi interessasse.
" Maddalena !" Gridai e la guardia accorse subito
" Che at è successo?" Chiese stufa
" Ti prego fammi parlare con la direttrice, ti prego Maddalena " dissi quasi subblicandola tra sbarre.
" Possiamo provarci ma non so se ti vorrà vedere " .
Uscimmo dalla cella ero felice di poter parlare con lei e chiarire, io infondo volevo anche dimostrarle di essere una brava ragazza. Arrivammo alla sua porta, entrò solo l'agente e dopo poco la vidi uscire ed invitarmi ad entrare.
" Direttrice - presi un sospiro e notai che non mi rivolgeva nemmeno lo sguardo - mi dispiace , non volevo colpire lei e che viola mi istiga, mi innervosisce e se la prende sempre con Gemma, se vuole le spiego che cos'è successo davvero mi deve credere "
" Non ho bisongo di spiegazioni " disse improvvisamente
" Certo che no, tanto io sono Rosa Ricci, la colpa è sempre mia no? Sono la figlia di un cammorista non posso essere diversa io, non posso avere una spiegazione a ciò che faccio, io agisco incondizionatamente. Va bene - feci un respiro mentre le lacrime mi rigavano il volto - la colpa è mia, mi metta in isolamento, mi aggravi la pena per aver aggredito un pubblico ufficiale, faccia ciò che vuole a me interessava sapere che lei stesse bene e che non le avessi creato alcun male, perché sa direttrice- tirai su con il naso - a me importa delle persone, importa delle persona che provano a fare qualcosa per noi, purtroppo o per fortuna io in quella famiglia ci sono nata, quello è mio padre e forse non tutti i suoi insegnamenti sono stati giusti, ma so cosa vuol dire il senso di protezione, proteggere il più debole, so cosa significa sentirsi abbandonati come si sente Gemma, usati e costretti. Quindi direttrice si se la prenda pure con me, ma io forse non sono solo la merda umana che lei crede che io sia" Restai qualche secondo a guardarla, avevo buttato fuori quello che forse volevo dire da un po, che volevo gridare ad alta voce, le lacrime continuavano a scendere, ma lei non disse niente e così mi voltai e decisi di andare via.
"Rosa - una voce tiepida e tremante - aspetta - la vidi alzarsi e venirmi contro, mi prese il viso tra le mani e iniziò ad asciugarmi le lacrime. Erano così morbide le sue mani sulla mia faccia, incastrò i suoi occhi ai miei e in quello sguardo c'era qualcosa di strano - hai ragione ho sbagliato con te, prima ho ascoltato la conversazione con Gemma ed ho visto Viola arrivare ecco perché sapevo già come sarebbe finita e quindi sono intervenuta. Non sono arrabbiata con te, so perché l'hai fatto e non voglio essere prevenuta nei tuoi confronti ma - prese una pausa - dimostrami che hai davvero voglia di cambiare "
Un sorriso apparve sul mio volto, il calore delle sue mani mi fece sentire bene " Va bene direttrice glielo dimostrerò "
" E adesso vai - sciolse quel momento intimo che si era creato - ah e Rosa, ti prego per oggi niente altri casi " sorrise ed io ricambiai.
Ero stranamente felice, quel contatto mi aveva rallegrata, rassicurata e fatta sentire al sicuro, continuavo a sorridere e non ne capivo il motivo.Eccomi!! Scusate se vi ho fatto attendere un po ma sono stati giorni complicati, ma adesso sono tornata e posterò con più frequenza. Mi auguro che il capitolo vi piaccia, che la storia vi stia piacendo. Vi mando un abbraccio e spero di leggervi in tanti.
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Tu me appicciat 'o core
FanfictionDue famiglia i Ricci e i Di Salvo in continua guerra tra loro, una guerra inarrestabile. Un penitenziario minorile che prova a raddrizzare il tiro. Figli che pagano le conseguenze dei padri, delle madri. Figli di un educazione sbagliata, di un esem...