"Lasciatemi stare, non c'è bisongo di spingere, e poi ste manette sono troppo strette" dissi guardando la guardia che mi scortava, senza però avere un riscontro. Portai gli occhi al cielo, questo silenzio mi stava infastidendo e non poco. Salimmo le scale e arrivammo finalmente davanti una porta, sopra la quale c'era una targhetta oro con scritto Direttrice Durante Sofia, mi soffermai a guardarla, finché finalmente non aprirono la porta.
Entrammo, la sedia presente alla scrivania era girata di spalle e in quella stanza non mi sembrava esserci nessu altro, mi guardai intorno ma non c'era nulla, nulla che richiamasse a qualcosa anche solo per immaginarmi la donna che da lì a poco avrei visto. Il primo a interrompere quel silenzio fu uno della scorta
" Direttrice buongiorno, è arrivata la 0453, vuole che siamo qui oppure possiamo andare "
" Andate " disse una voce, imponente e sicura, senza mai girarsi a guardarmi.
" Va bene, allora buongiorno " ed uscirono da quella porta chiudendosela alle spalle.
Mi guardai un po intorno, forse per la prima volta mi sentii in soggezione e poi quelle manette mi stavano facendo davvero male, così decisi di parlare
" Così sono un numero, un codice, nemmeno un nome merito ! - dissi un po infastidita dalla precedente presentazione. Attesi un attimo ma quella sedia non si mosse, così continuai - e poi vorrei dirti che le manette mi stanno leggermente strette, mi stanno facendo male "
Cadde il silenzio, che durò pochi secondi, interrotto improvvisamente da lei che parlò
" Non osare mai più darmi del tu ! - affermò girando finalmente quella sedia e permettendomi di vederla in faccia. Alzai il sopracciglio, il suo sguardo sembrava molto severo e impaziente di influggermi le più impensabili punizioni, quasi a farmi pagare ciò che sono, però waw per un attimo pensai che quella donna risultava essere molto affascinante, sono sempre stata amante delle donne con carattere. - Si! - esclamò facendo spuntare sul suo volto un sorrisino beffardo - sei un codice e non mi interessa minimamente sapere il tuo nome, anche se per tua sfortuna la tua fama ti ha preceduto "
La guardai stranita e molto infastidita non poter avere l'ultima parola su quello che stava accadendo e non avere il controllo mi innervosiva abbastanza, ma provai a mantenere la calma.
" Mi fanno male i polsi ! " Dissi cercando di non far trapelare la mia vera sofferenza e la mia rabbia, quasi sembrava godere di questo mio stato e menomale che in questi istituti dovrebbero aiutare, pensai.
"Quando hai ucciso quel ragazzo - prese una pausa - il dito per premere il grilletto non faceva male vero ?"
" Non credo sia una cosa di cui discutere qui!"
"Beh no hai ragione, le manette le toglieranno dopo la perqusizione "
"Perquisizione ? L' hanno già fatta !" esclamai seriamente infastidita
"Allora non avrai problemi a ripeterla!" Esclamò venendo verso di me e sfiorandomi il braccio, in quel momento i nostri occhi si incrociarono molto da vicino, pensai fosse una vera stronza ma lei sicuramente non lo capì, perché si avvicinò alla porta e le sentii pronunciare un nome ed una donna si presentò in men che non si dica si presentò.
" Lei è Maddalena, un educatrice, ti perquisisce e poi ti porta a vedere il tuo nuovo alloggio " la vidi accomodarsi sulla scrivania pronta a scrutarmi in ogni singolo movimento.
"Ciao piccrè, allora gira un attimo su te stessa, apri le gambe che passo con le mani va bene - intanto eseguì il gesto - togli le scarpe ti aiuto io"
" Non voglio togliere le scarpe " dissi
" Piccrè non è momento di dire cosa vuoi e cosa no, forza "
" Ho detto di no!"
La sentii ridere di gusto, venne giù dalla scrivania e si avvicinò mettendosi dietro le mie spalle poggiando le mani su di esse ed avvicinandosi al mio orecchio.
" Credi che io sia nata ieri ? Credi davvero di potermi fottere così? Ma poi all'ingresso, non hai superato nemmeno le prime 48h e vuoi già che ti metta in isolamento Rosa Ricci ?! " e in quel momento un brivido percosse la mia schiena, conosceva il mio nome molto bene ma le piaceva giocare, torturandomi lentamente, quasi come se conoscesse i miei punti deboli, ma provai a non mostrarle emozioni.
" No! È solo che non capisco perché ripetere tutto " dissi cercando di calmare i toni
" Perché lo dico io! - Continuò - Maddalena procedi"
Mi sfilarono le scarpe e le calze e le osservarono, non passarono due secondi che sentii Maddalena parlare
" Direttrice, qui c'è qualcosa" disse infilando la mano nella calza.
Potrai gli occhi al cielo, senti il suo distaccarsi e la sentii sorridere di gusto.
" Ma ne ero sicura Maddalena, ci avrei scommesso, la grande Rosa Ricci sarà venuta qui con grandi piani, senza forse rendersi conto che qui dentro a comandare sono io - sospirò prese la calza, la rivoltò e tirò fuori una sim, sorrise - Rosa, Rosa non iniziamo per niente bene, cos'è questa ? E ti prego risparmiami qualsiasi scusa stupida "
Ci pensai un attimo, la guardai, avevo veramente voglia di strapparle quel sorriso dalle labbra, la mia rabbia stava per esplodere, ma non potevo permettermi ulteriori errori. Così le dissi la verità
" È una sim che mi sarebbe servita qui, ho fatto un errore mi credevo furba, mi dispiace "
Se la girò tra le mani, la guardò e poi incastrò il suo sguardo al mio
" Il telefono dov'è ?!" Chiese imponente
" Non lo so ! " Risposi sicura abbassando lo sguardo per terra.
" Rosa guardami - per la prima volta in tutto quel tempo la sentii parlare con un tono molto più dolce, mi sorprese - guardami ti ho detto - così alzai lo sguardo e la fissai- dimmi dove avresti preso il telefono o chi avrebbe dovuto dartelo, non voglio punirti e non voglio già sbatterti in isolamento, pensaci bene "
Tentennai, ma non tolsi il mio sguardo da lei e lei fece lo stesso, non sapevo cosa fare, stavo per giocarmi le prime 48h in una cella senza finestra e da sola, non ne avevo proprio voglia. Sapevo di star per fare una cosa contro natura, per me, ma dovevo, abbassai lo sguardo e sussurrai
" È nel bagno dei ragazzi, terza porta a sinistra, in altro verso il finestrone"
"Brav piccirè questo è il giusto piede con cui iniziare "
" Brava Rosa, mi hai sorpreso, vedo che ci tieni molto alla tua libertà "
" Ho sbagliato e ne pagherò le conseguenze, ma non credo che torturarmi sin da subito sia un buon inizio " conclusi.
"Hai altro da dirci Rosa ? Pensaci, ti sto dando una possibilità"
"No non ho altro, potete controllare" dissi orami avendo accettato la resa, sorrise, sospirò e disse " Maddalena toglile le manette, falle vedere la sua cella e spiegale come funziona qui " concluse tagliando in mille pezzi quella sim e buttandola nel cestino, poi la vidi darmi le spalle.
" Jamm piccrè, andiamo che ti mostro tutto " disse Maddalena poggiandomi le braccia intorno al collo e avvicianndoci alla porta d'uscita. Un senso di dispiacere mi invase, il suo avermi concesso solo le spalle al mio essere stata onestà quasi mi offese, avevo per una volta sotterrato l'ascia di guerra e avevo concesso a lei di sapere la verità e questo era il suo ringraziamento, no che dovesse farmi delle feste però, ma il mio monologo interiore fu interrotto, perché prima di andare via la sua voce mi fermò sul ciglio della porta
" Rosa ! - esclamò ed io mi voltai a guardarla, era lì con un tubetto di qualcosa in mano, la guardai stranita - prendi un pò di crema da mettere sui polsi, sono molto rossi ti allevierà il dolore ".
Il suo gesto mi sorprese, mi avvicinai presi il tubetto e le feci cenno con la testa come a ringraziarla, confusa e stupita raggiunsi Maddalena chiudendomi la porta alle spalle.
Durante il traggito verso la cella pensai a quanto fosse stato intenso, strano e importante il nostro incontro, entrambe avevamo provato a far prevalere il carattere e per la prima volta qualcuno era riuscito a farmi tacere e ad ubbidire, cosa che non poco mi scombussolò. In pochi minuti eravamo arrivati dinanzi la mia cella, ma di tutto quello che Maddalena aveva detto io non avevo ascoltato niente, ero troppo assorta nei miei pensieri, tanto da non capire nemmeno perché la ragazza difronte a me continuava a sventolarmi la mano davanti al viso, così ritornai alla realtà
"Sorella hai visto un fantasma o cosa ?"
"Sorella ! - reclamai - non sono tua sorella, non so chi tu sia e ... - dissi afferrandole la mano - non osare mai più avvicinarti così tanto a me !" chiusi regalandole un finto sorriso.
Sollevò il sopracciglio replicando " sono Silvia la tua compagna di cella e stai tranquilla hai solo bisogno di rilassarti "
" Piccrè allora è tutto chiaro?" chiese Maddalena, ero così confusa che non riuscivo a capire niente, il mio stato mentale era momentaneamente alterato, così annui e poggiai il sacco con le asciugamani, le sigarette e le ciabatte che Maddalena mi aveva lasciato sul letto vuoto, presupponendo fosse mio. Mi fiondai vicino la finestra, avevo bisogno di fumare per tranquillizzarmi, cosi estrassi una malboro e presi cinque minuti solo per me.SPAZIO AUTORE
Eccomi, non vi ho fatto attendere tanto, capisco che siamo solo all'inizio ma vorrei oltre che raccontare una storia raccontarvi anche il contorno dell'ipm e dei ragazzi. Grazie a chi ha letto e continuerà a farlo, come sempre vi aspetto in tanti, aspetto di sapere cosa ne pensate e mi chiedevo volete che vicino alle parti in Napoletano aggiunga la traduzione in italiano tra parentesi?.
Vi abbraccio a presto.
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Tu me appicciat 'o core
FanfictionDue famiglia i Ricci e i Di Salvo in continua guerra tra loro, una guerra inarrestabile. Un penitenziario minorile che prova a raddrizzare il tiro. Figli che pagano le conseguenze dei padri, delle madri. Figli di un educazione sbagliata, di un esem...