" Buongiorno principessa sei già sveglia ? " Disse Silvia stropicciandosi gli occhi
" Ehi, Buongiorno "
" Com'è andata ieri ? "
" Guarda lasciamo stare, è stata una giornata perfetta se non fosse per ..."
" Che successo Rosa ? "
" Ieri alla fine Sara mi ha baciata " dissi portando gli occhi al celo
" Ah! e che fa?! Non ti è piaciuto? Gli puzzava l'alito " disse divertita.
" Scema - dissi accompagnando la sua risata - no è successa una cosa ancora peggio "
" Cosa ?"
" Si... Sofia ci ha viste " disse trattenendo le lacrime.
" Gli sta bene, la prossima volta non si comportava così " la guardai male e lei placò il suo entusiasmo.
" È stata male tutta la giornta, l'ho vista piangere e soprattutto non mi ha rivolto parola tutto il tempo "
" scusa ma cosa si aspettava ? "
" Non lo so, ma è come se si aspettasse delle cose da me, ho avuto la sensazione costante che avrebbe voluto vedermi diversa, non lo so Si.. "
" Ma cosa significa diversa ? Cosa hai fatto che l'ha così delusa ?"
" Ma .. quello che posso pensare e che non l'abbia difesa quando la guardia di mio padre ha alzato i toni, che l' abbia lasciata giù ad aspettare senza farla salire, che mi ha visto molto affiatata con Sara, non lo" conclusi fasciando la testa con le braccia
" Rosa, ascoltami - disse prendendomi la testa fra le sue mani - Sofia è consapevole dei due mondi differenti a cui appartenete, ed è consapevole che per voi due avere qualcosa di particolare è un totale casino "
" Perché?! " Dissi quasi gridando
" Perché Rosa o cambi tu o cambia lei, lei è la giustizia e tu sei qui dentro non penso perché vendevi le rose al semaforo " disse poco sarcastica
" Io voglio cambiare, sono disposta a cambiare, la vita di prima non la voglio più, io non sono come mio padre e merito di più, ma lei quando mi guarda non riesce a non vedere il clan Ricci, tranne in quei pochi istanti dove è completamente persa per me "
" E allora se ci tieni tanto spiegale che tu non sei il clan Ricci, che tu quella vita non la vuoi, che hai sbagliato stai pagando, ma non la vuoi "
" Però vorrei anche fargli capire che quello li alla fine è mio padre, che si è preso cura di me fin da piccola, come posso voltargli le spalle "
" Ro ascoltami, nella vita non si può avere tutto - sospirò - devi scegliere da che parte stare, da quella dei buoni o da quella dei cattivi e ricordati che questi sono due mondi che insieme non ci possono convivere "
" E se chiedessi a mio padre di smettere qualunque cosa faccia ? "
Silvia mia guardò, come per dirmi di non essere ingenua, ma infondo io lo ero.
" Ro inizia a parlargli e poi vediamo va bene ? "
" Va bene "
Passammo tutto il pomeriggio nella sala comune, cercai di distrarmi e divertirmi ma ci riusci veramente poco, mi risultava molto difficile non rivolgere il pensiero a lei. Sara mi parlò poco e niente, non si avvicinò e provò a mantenere le distanze, ma non gli diedi il giusto peso, ci avrei poi parlato con calma. L'orologio segnava ormai le diciannove e decisi di andare a parlare con Maddalena prima che ci riportassero in cella.
" Maddalena t' aggia chiedere nu piacere "
" Rosa niente piaceri, nu t' pozz fa niente "
" Non sai nemmeno che ti devo chiedere - dissi dispiaciuta della sua risposta - fammi prima parlare "
" Dici dici Rosa io ti ascolto "
" Ho bisongo di vedere la direttrice "
" No! - fu categorica - non si può la direttrice è impegnata "
" Perché sono giorni che non si fa vedere ?"
" Perché è impegnata Rosa, nu m fa dicere sempre le stesse cose "
" Maddalena ij c aggia parla, mo o' m puort tu o vado sola "
" Non vai da nessuna parte !" Disse minacciosa
" Scass tutt' cos Maddale" risposi con lo stesso tono
" Rosa smettila ! "
" Va bene, l' hai voluto tu "
Scesi dal tavolo su cui ero seduta, andai al centro della sala spensi la musica e decisi che avrei fatto io della musica.
" Wagliu, wagliu vulit sap perché viola sta ca ? " dissi istigando l'unica che sapevo avrebbe reagito e mi avrebbe fatto raggiungere il mio scopo.
" Si ricell Rosa " disse Micciarella sbattendo le mani sul tavolo
" Perché allcav a fess a sora piccrella " dissi incrociando le braccia.
" Ma che cazzo dici Rosa, non è vero ! " Disse Viola che fino a quel secondo era seduta in un angolo a disegnare.
" A no? Sei sicura ? Quando la notte ti infili le dita dentro e pensi a tua sorella, perché sei malata !"
" Rosa basta ! - Gridò Maddalena - nun a pnsat sta ricenn nu sacc e strunzat "
" Leccami la figa viola vieni facciamo vedere quanto sei brava e quanto la desideri " dissi salendo sul tavolo, stendendomi ed abbassando la cerniera del pantalone. Gli altri iniziarono a fare rumore ed iniziarono ad istigare pesantemente Viola , tanto che Nunzia e Beppe dovettero fermarla prima che mi aggredisse. Tutti furono portati fuori immediatamente e Maddalena incazzata nera mi trascinò fuori dalla sala comune.
" Ma tu si scem ? Volevi una rissa? "
" Ij voglio sul parla ca direttrice "
" Rosa ca dint nu s fa semp chell che vuo tu e capit? "
" Ij voglio parla ca direttrice e basta ! "
" Tu nu vai a nisciuna part e mo t n vai rind a cell "
" Maddalena scass tutt cos t sto avvisann"
" Rosa ma si asciut pazza?"
Intanto iniziai a piangere, la rabbia stava invadendo il mio corpo, ma forse Maddalena percepì il fatto che da lì a poco non mi sarei più controllata.
" Rosa, ascoltami, calmati , respira - disse avvicinandosi lentamente a me - ti porto dalla direttrice se ti calmi però "
A quelle parole mi rilassai ed iniziai a singhiozzare, mi mancava l'aria, ma ero estremamente felice.
" Davvero ?" Chiesi tra una lacrima e l'altra
" Si però facciamo così, ascoltami, noi andiamo su io le chiedo se vuole vederti, se dice di no andiamo via Rosa va bene ? "
Non risposi, non ero d'accordo, lei doveva parlarmi.
" Rosa o questo o niente " ribadì Maddalena
Acconsentii, mi ricomposi e salimmo le scale fino al suo ufficio, non potevo crederci era chiusa la dentro da tutta la giornata.
" Vado, resta qui ! " si assicurò l'agente.
Bussò alla porta, ma nessuno rispose, allora ci riprovò e riprovò ancora e alla fine aprì lei stessa.
" Maddalena, dimmi, scusa ero impegnata "
" No direttrice mi scusi lei dell'ora ma c'è Rosa Ricci che vorrebbe parlarle "
La vidi sporgere lo sguardo, la sua espressione cambiò totalmente
" No adesso no ! Domani se ne parla " disse chiudendo quello spiffero di porta che aveva aperto
" Direttrì faccio un casino se non parla con me " dissi prontamente salendo più sopra le scale
La vidi guardarmi, poi guardò Maddalena e le disse " ho detto adesso no se ne parla domani buona notte "
" Direttrice ! Direttrice faccio un casino stanotte , solo cinque minuti solo cinque, Sofia Sofia " dissi salendo su per le scale e battendo le mani sulla sua porta.
" Rosa finiscila non era questi i patti! Rosa " continuò Maddalena strattonandomi
" Direttrice - gridai a gran voce- Direttrice soli cinque minuti " continuai battendo sulla porta.
Quando improvvisamente riapparve, aprendo leggermente la porta, io ero in una valle di lacrime, la guardai e la scongiurai di darmi cinque minuti.
" Rosa ma ti sembra l'ora? " Disse spazientita
" Cinque minuti giuro, cinque minuti "
" Vattene Rosa ! " mi ammonì
" Ti prego - poi sporsi leggermente la testa dentro l'ufficio, vidi delle luci soffuse e un buon profumo invase le mie narici - sei con qualcuno ? "
" Rosa nu so fatt re tuoi e poi che è questa cosa che dai del tu alla direttrice, andiamo forza " disse Maddalena strattonandomi
" Stai con qualcuno? " chiesi nuovamente
" Rosa ascolta quello che sta dicendo Maddalena, vattene, non sei tenuta a sapere niente e porta rispetto " continuò
" Direttrì - provai a calmarmi - mi ascolti cinque minuti "
La vidi sbuffare, poi ci pensò alzò gli occhi al celo e disse " Maddalena resta fuori, prego - disse aprendomi la porta - entra "
La stanza era tutta illuminata da candele, la sua scrivania era apparecchiata con del cibo e del buon vino e nell'angolo più scuro della stanza seduto su un divano c'era lui, il comandante, che quando vide il mio sguardo tentò di giustificarsi nell'immediato.
" Rosa scusa se ti ho spaventato, che hai perché sei così agitata ? " Disse con tono calmo e pacato.
Lo guardai aveva i primi tre bottoni della camicia aperti, aveva i suoi soliti jeans ed era proprio a suo agio.
" Forza dimmi che cosa vuoi " disse lei fredda e concisa
Non sapevo se quella voleva essere una ripicca o solo un modo per ferirmi ma qualsiasi cosa fosse stava facendo effetto, sentivo l'anima bruciare e la testa andare in fumo, come una bottiglia di champagne che sta per esplodere e far saltare il tappo.
" Allora sto aspettando, ho interrotto la mia cena per ascoltarti, ma hai detto cinque minuti e ne sono passati già due " concluse spavalda avvicinandosi al comandante e poggiandogli una mano sulla spalla.
" Comandà - dissi cercando di trattenere la calma - può uscire un attimo, voglio parlare da sola con la direttrice "
Così lui fece per andarsene ma lei lo fermò
" Massimo non andare, io e Rosa non abbiamo nulla da dirci che tu non possa ascoltare, lo sai - disse ammicando le sue parole - non c'è una cosa che tu non sai di me " concluse tornando a guardarmi.
Ero una furia, non ne potevo più, non gli avrei mai voluto dare la soddisfazione di vedermi piangere, non ancora una volta.
" Ha ragione, sa cosa che io e lei non abbiamo nulla da dirci di così urgente, finisca la sua cena e mi raccomando- dissi avvicinandomi pericolosamente a lei- se dovete scopare non gridate perché io almeno lo faccio in silenzio " Non terminai la frase che uno schiaffo mi arrivò in pieno volto, facendomi bruciare la pelle secca e disidratata dai continui pianti e causandomi una ferita sul labbro, dal quale perdevo qualche goccia di sangue.
" Esci immediatamente da qui" disse severa.
Ci guardammo intensamente, la odiavo, ero andata lì con tutte le buone intenzioni e per la seconda volta mi aveva deluso come non mai. Trattenni le lacrime e scappai via, mentre Maddalena cercava di rincorrermi.
Arrivai nella mia cella ero incazzata nera, piangevo e mi dimenavo, Maddalena non riusciva a calmarmi e nemmeno kubra e Silvia ci riuscirono, sembravo impazzita, avevo l'anima che mi si stava spaccando in mille pezzi, io ero stata stronza e forse me lo meritavo ma lei nemmeno stava scherzando. Era stata lei per prima a rifiutarmi dopo quel giorno ed io quel giorno non mi sono inventata tutto, ce stato qualcosa e ce qualcosa tra di noi io lo so, lo sento non può negarlo e non capisco perché continui a farlo.
" Io non sono una cattiva persona, non lo sono mai stata, la famiglia non te la sceglie " gridai
" Ehi, ehi Rosa calmati - provò a dire Silvia, mentre lanciavo per aria tutto - Rosa ascoltami facendo così non risolvi niente "
" Che cazzo di problema hanno lei e la direttrice?" Chiese Maddalena alle ragazze presenti
" Niente Maddale e che quando t fa mal 'o core t fa male tutto "
" Perché neanche cinque minuti, perché? "
" Amore calmati - disse Kubra prendendomi di forza e abbracciandomi, fermando così la mia furia - piangi, sfogati ci siamo noi qui "
" Maddalè vai tranquilla, ci siamo noi "
" Siete sicure ? "
" Vai vai " concluse Kubra.
" Non c'è la faccio più " esclamai piangendo a dirotto
" Ehi adesso basta, calmati, non ne vale la pena Rosa, calmati "
" Vieni qua " continuò Silvia stringendosi all' abbraccio.
Ci stendemmo sul letto tutte e tre, mi coccolorano per gran parte della notte ma io non riusci a chiudere occhio, mi alzi fumai una sigaretta, le rimboccai le coperte e mi misi a guardare il mare, non c'è la facevo piu quella cella mi stava iniziando a stare stretta, volevo uscire da lì.
Improvvisamente sentii sussurrare il mio nome, per un attimo pensai di avere le allucinazioni, era notte fonda guardai l'orologio erano le quattro del mattino.
" Rosa " sussurrò ancora questa voce, guardai le ragazze dormivano a sonno profondo, così decisi di seguire la voce e capii che veniva da dietro il blino che improvvisamente si aprì. Era lei, Sofia, il mio primo pensiero fu quello di restituirle il gesto precedentemente ricevuto, ma poi ci pensai un attimo e mantenni la calma.
" Cosa ci fa lei a quest'ora qui?"
" Ascoltami dobbiamo parlare, ma non devi fare casino, me lo prometti? "
Tentennai, ma parlare con lei era la cosa di cui avevo bisongo, quindi acconsentii. Aprì lentamente la cella e la chiuse con la stessa delicatezza, informò le guardie e mi fece segno di seguirla. Arrivammo davanti al suo ufficio continuammo a stare in silenzio e a limitare i rumori, gli sguardi straniti delle guardie presenti mi fecero capire che non stava accadendo nulla di normale.
Entrammo, rassicurò tutti e chiuse la porta. Io rimasi immobile, dopo la scena di poco prima non proferii parola e poi il labbro faceva ancora male.
" Scusami - disse improvvisamente rompendo quel silenzio - non volevo farti male "
" invece si! ci sei riuscita " dissi offesa
" Ma tu ti senti quando parli ? Ti sei resa conto di cosa hai detto davanti a me e il comandante ?" Disse ancora incredula
" Si - dissi spocchiosa - te lo sei scopato? Almeno ti ha fatto godere ?" Il suo sguardo cambiò, diventò nervosa e me ne accorsi, ma provò a non reagire alle mie provocazioni
" Parli di me, quando la prima a comportarsi male sei stata tu. A te il bacio con Sara è piaciuto? Ho notato che ci hai messo molta passione " continuò incrociando le braccia al petto
" A te cosa interessa quello che faccio io sentiamo?" Chiesi, la vidi riflettere un attimo, poi continuò il mio gioco
" Niente ma se tu contesti ciò che faccio io, io contesto ci che fai tu "
" Io ne ho tutti i motivi, a differenza tua ! "
" Sarebbero ?!"
" Davvero mi stai chiedendo il motivo del perché io e te, Rosa Ricci e Sofia Durante, una detenuta e la sua direttrice stanno avendo questa conversazione ? Due sono le cose o hai questa conversazione con tutti oppure sai quanto me che tra di noi è successo qualcosa, ma non hai abbastanza coraggio nemmeno per ammetterlo qui davanti a me, dove ci siamo solo noi e nessuno che ci ascolta "
" Io ho molto più coraggio di quello che immagini e tra di noi non c'è stato niente, non c'è niente e non ci sarà mai niente " continuò sedendosi sulla sua scrivania. Sul mio volto apparve un sorriso isterico, il suo voler negare l'evidenza mi urtava il sistema nervoso.
" Allora spiegami perché sono qua, in piena notte, facendo una cosa contro legge, solo per dirmi - ci pensai - niente ?"
" Sei qui perché - ci pensò - devi smetterla di fare scenate, siamo in un penitenziario ed io ho un ruolo e una reputazione da mantenere "
" Sofia ascoltami e ti giuro che dopo questa cosa che ti dirò non avrò nient'altro da dirti - intanto mi incamminai lentamente verso di lei - quel giorno al cimitero tu c'eri, sai cosa abbiamo provato entrambe, ricordi i nostri occhi e le nostre sensazioni. A casa mia tu c'eri e sai il male che mi ha fatto non averti difeso, il vederti stare male, il tuo rinnegare. A quella finestra c'eri, il bacio ti ha bruciato la pelle ed ha bruciato la mia, te lo dico non era corrisposto, ho allontanato Sara e avrei voluto immediatamente parlare con te per spiegarti perché ti ha fatto male e l'ha fatto anche a me. Tu sei con me ogni volta che ci lanciamo uno sguardo, ogni volta che la gelosia ci invade, ogni volta che vorremmo fare o dire qualcosa ma evitiamo, eri con me l'altro giorno in sala comune vicino a quel pianoforte, sei con me adesso in questa stanza dove ad ogni mio passo verso di te sento il tuo cuore perdere un battito. Hai paura e ne ho tanta anche io, è tutto un casino ma non l ho scelto io, non lo hai scelto tu è capitato. Continui a giudicarmi in base agli errori della mia famiglia, di mio padre, che sicuramente sono ricaduti su di me, ma io sono un'altra persona e voglio essere migliore. Li sento i brividi che ti percorrono la schiena quando ci sfioriamo - poggiai la mia mano sulla sua coscia - quando ti sono ad un palmo dal viso, quando il mio profumo ti invade o quando vorresti solo stringerti a me. Ti sento adesso Sofia, mentre ti parlo e so che solo il 50 % delle mie parole ti stanno arrivando al cervello perché la restante parte della tua concentrazione è rivolta al movimento delle mie labbra. Lo so che se mi avvicinassi ancora di qualche centimetro - cosa che feci - ti sentirei sussultare, il tuo respiro diventerebbe più superficiale e veloce e la tua testa sarebbe in palla. Lo so che vuoi le mie stesse cose, perché io ti sento e non so se ti sia mai successo con qualcun altro, ma a me no, ed è strano, ma bellissimo. Tu sei bellissima, così donna, così forte, così estremamente dolce e meravigliosa. Sofì tu e Napule sit e cos che m fann mpazzì e chiù ".
Ero lì ad un centimetro dalle sue labbra, sentivo ogni fibra del mio e del suo corpo unirsi, stringersi e soprattutto desiderarsi, ma volevo che fosse lei a fare il primo passo.
La vidi avvicinarsi ancora di più, i suoi occhi erano un flipper tra le mie labbra e i miei occhi. Il suo respiro invadeva il mio volto, era molto vicina, poggiò la sua fronte sulla mia e mi sussurrò " Rosa ho paura, non c'è la faccio ".
" Siamo sole, sono io qui a difenderti, fidati di me " sussurrai
" Rosa io ... " una lacrima iniziò a rigarle il volto
" Io voglio essere felice e voglio che anche tu lo sia, non avere paura, sentiti per una volta libera di fare quello che senti e che vuoi "
Tirò su col naso, mi guardò ancora una volta, socchiuse gli occhi e finalmente annullò del tutto la distanza tra di noi. Quel bacio iniziò lento, ci chiedemmo il permesso a vicenda, lasci che fosse lei a condurre il gioco, non volevo strafare, non volevo spaventarla. Le cose accelerarono, le nostre lingue si intreciarono, le nostre bocche si divorarono. Le mie mani iniziarono a vagare sul suo corpo, lungo la sua schiena, le miei dita intrecciate nei suoi capelli, morbidi e folti
" Rosa - sussurrò - tu 'm fai ascì pazz' "
Sorrisi, quella notte fu lunga, intensa e meravigliosa
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Tu me appicciat 'o core
FanfictionDue famiglia i Ricci e i Di Salvo in continua guerra tra loro, una guerra inarrestabile. Un penitenziario minorile che prova a raddrizzare il tiro. Figli che pagano le conseguenze dei padri, delle madri. Figli di un educazione sbagliata, di un esem...