Ci avvicinammo all'auto, vidi Sofia spegnere la sigaretta gettandola sul suolo e aprire l'auto.
" Direttrice posso andare un attimo al bagno ? - disse Sara indicando uno dei bagni chimici posizionati li poco distanti dalla macchina. Scosse la testa in segno di assenso, ma non proferì parola, era tutta la giornata che non lo faceva e questa cosa mi stava facendo preoccupare. Aspettai che Sara si allontanasse un pò e cercai dentro di me la forza per rivolgergli parola, così feci un bel respiro e dissi " direttrì tutto bene ? ". Il mio parlare la scosse, la vidi che non se lo aspettava, restò sorpresa. Mi guardò, corrugò la fronte e salì in auto, senza degnarmi di una parola. Ci rimasi molto male, ma forse era una cosa che mi ero meritata, d'altra parte io non l'avevo trattata bene in queste ore, così ci riprovai, salendo a mia volta in auto.
" Sofia - dissi poggiandole una mano sulla spalla e a quel contatto la vidi sussultare - che cosa succede ? Va tutto bene ? "
Attesi qualche secondo, la sentii tirare su col naso, forse piangeva, guardava fuori dal finestrino ed intanto picchiettava con le mani sul volante.
" Sofia cazzo " non ebbi il tempo di arrabbiarmi, perché lo fece prima lei
" Sofia, Sofia, Sofia non ti è importato di me fino a questo momento? Bene fai conto che io non ci sono nemmeno adesso. La tua barbie sta tornando " disse indicando Sara che ormai era sull uscio dell'auto. Il suo tono non era ricco di presunzione come sempre, era misto a rabbia, risentimento e delusione, sentimenti che mi scombussolarono. Sara salì in auto, era raggiante, tutto quel parlare, quel dire la verità forse l'aveva liberata da un peso grosso.
" Direttrice posso chiederle di accendere la radio? "
Lo fece, non le diede una risposta, la biondina mi guardò era molto sorpresa dal suo comportamento, ma pensò che forse in uscita le guardie cosi si comportavano.
" Ora cosa si fa ? " Chiese ingenuamente
Sorrisi " è ora di rientrare, la nostra giornata è terminata " dissi con un po d'amaro in bocca
" Noo che peccato - disse facendomi gli occhioni - è stata une bellissima giornata - afferrandomi la mano tra la sua - ma mancano ancora due ore " disse guardando il display dell'auto.
Lo sapevo anche io che mancavano due ore, alzai lo sguardo dalla ragazza e guardai dentro lo specchietto retrovisore, Sofia mi guardava come a chiedermi di smettere quella giornata e rientrare, era devastata ed era palese, infondo poi non ne capivo i motivi perche quando ne ha avuto la possibilità è stata lei a non voler parlare con me.
" Si Sara mancano due ore, ma noi alle 20 dobbiamo già essere dentro e poi - guardai nuovamente lo specchietto - la direttrice è tutto il giorno che è fuori con noi e ci ha accontentate in tutto, quindi è giusto rientrare in orario " aspettai che Sofia accennasse almeno ad un sorriso ma niente.
Arrivammo all'imp, i cancelli si aprirono ed entrammo, l'auto si fermò al centro della casa circondariale, scendemmo e ad accoglierci c'era il comandate, che sembrava impaziente di vederla.
" Sofia - esclamò - siete tornati finalmente, com'è andata ? Si sono comportate bene ? Perché non mi hai risposto al telefono ? " quella raffica di domande la invase, dal suo sguardo capii che non aveva nessuna voglia di rispondergli, si limitò a degnarlo di un sorriso, poi lo superò e andò verso Beppe portandogli tutta la documentazione.
" Si lat fatt ngazzà perché non vi siete comportate bene, vi giuro che vi sbatto in isolamento " disse il comandante affrontandoci
" Fatt na domanda comandà ! Forse non siamo noi che gli stiamo sui coglioni !"
" Rosa - disse affrontandomi ancora più vicino e poggiandomi un dito sulla fronte spingendomi sempre più dietro, facendomi quasi distendere sull'auto - tu fatt e cazz tuoi e capit?"
" Massimo ! - Beppe alle sue spalle lo ammonì - e poi ti chiedi perché non abbiamo lasciato uscire te ! Che cazzo fai! "
" Rosa vattene ! Maddalè portale dentro dai !"
" Stu scem e merd " continuai
"Piccrè e si appena tornata ja " disse Maddalena afferrandoci.
" Ma chist è scem proprio ! " continuai
" Basta ! Rosa è il comandante, basta !" Mi ammonì Nunzia.
" Maddalè ci possiamo fumare una sigaretta e torniamo dentro, per favore non voglio rovinarmi questi ultimi minuti all'aria aperta? "
La guardia acconsentì, così io e Sara ci spostando su una panchina vicino ai capi di calcio.
" Perché il comandante ti odia cosi tanto ?"
" Il comandante è in fissa con me ! Rabbia repressa nel non essere mai riuscito ad acciuffare mio padre "
" Mah è strano forte quell'uomo- sorrise, poi il suo sguardo cambiò totalmente- comunque è stata una giornata fantastica, sono felice di averla vissuta con te " e di nuovo afferrò la mia mano iniziando a giocare con le dita.
" Vero, è stata meravigliosa e sono contenta tu ti sia aperta con me " le ricambiai il sorriso
" Rosa io non so, come in così poco tempo mi sei entrata dentro e - prese un attimo - vorrei che tu ci rimanessi per sempre "
" io sono qui Sara e non vado da nessuna parte e qualsiasi cosa io ci sono per te "
Le sue mani lasciarono le mie, passarono sul mio volte, le sue carezze erano una ninna nanna per me, era molto delicata e tra di noi si creò un'atmosfera particolare.
" Grazie " disse guardandomi negli occhi e creando un leggero imbarazzo tra di noi. Le sue dita iniziarono un lento passaggio sui bordi delle mie labbra, poi lentamente sempre più al centro, c'era tensione tra noi e si poteva sentire. Sara si avvicinò, intrecciò le mie gambe con le sue e con uno scaltro movimento me la ritrovai a cavalcioni su di me e ad un centimetro dalla mia faccia.
" Sara cosa stai facendo " sussurrai
" Rosa - disse guardandomi negli occhi - dal primo momento che ti ho vista, ho pensato tu fossi speciale, ed oggi ne ho avuto la conferma e poi sei meravigliosamente bella " mi spostò i capelli dietro l'orecchio e si avvicinò a baciarmi il collo. I suoi baci erano lenti e delicati, ero in estasi e combattuta con ciò che avevo dentro, Sara mi piaceva ma non in quel senso, ma avevo letteralmente paura di ferirla.
I suoi baci continuarono, riempì il mio collo della sua saliva, poi salì verso le mie labbra ci appoggio delicatamente le sue e attese il mio permesso. Feci un lento movimento e lei continuò, iniziarono ad essere dei piccoli baci, le nostre labbra si sfioravano, ma lei voleva di più, così chiese il permesso di entrare con la sua lingua nella mia bocca, ma un rumore improvviso ci fece sobbalzare. Spinsi la ragazza, che immediatamente si guardò intorno, io rivolsi lo sguardo lì dove mi venne il primo pensiero. Sofia era alla finestra del suo studio, l'aveva appena chiusa ferocemente, aveva visto tutto ? E adesso come cazzo le facevo capire che io quel bacio nemmeno lo volevo ?! Ci guardammo, riuscivo a percepire la delusione profonda nei suoi occhi, incredula la guardai ero convinta fosse già tornata a casa. Poi rivolsi il mio sguardo a Sara che era pronta già a ricominciare.
" Sara fermati - la allontanai - tu non sei innamorata di me, ma di quello che ti ricordo, tra di noi ci può essere una fantastica amicizia io posso essere come una sorella per te, ma non può esserci dell'altro ok? Mi dispiace se in qualche modo ti ho illusa, ma non è questo che voglio da noi"
" Ma io credevo che ti stesse piacendo, che ti piacessi"
" Sara tu sei una ragazza meravigliosa, splendida, solare ed hai un cuore enorme, ma io non sono fatta per te e poi - ci pensai - è da un po che credo di avere il cuore impegnato, anche se no letteralmente "
" Rosa ma ..."
" Sara ascoltami - la ragazza si voltò di spalle - ehi guardami, non è successo nulla, ricominciamo da quello che è successo oggi, tra di noi non cambierà mai nulla promesso "
Inizio a piangere e le lacrime le rigarono il volto, provai a consolarla, ma poi preferì fuggire via, facendosi accompagnare nella sua cella.
Rimasi sola, e una strana sensazione mi invase, guardai di nuovo verso la finestra Sofia non c'era più, avevo fatto un casino, e se prima era arrabbiata adesso sarà furiosa. Ero in preda al panico, ma potevo farci ben poco orami era tardi, dovevo dormire e domani avrei provato a parlargli, forse questo nostro comportamento non serviva a nulla.
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Tu me appicciat 'o core
FanficDue famiglia i Ricci e i Di Salvo in continua guerra tra loro, una guerra inarrestabile. Un penitenziario minorile che prova a raddrizzare il tiro. Figli che pagano le conseguenze dei padri, delle madri. Figli di un educazione sbagliata, di un esem...