27. Che guerra sia!

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Saranno all'incirca le otto del mattino perché sento le guardie avvicinarsi per aprire le celle. Fuori c'è un cielo sereno, il mare è tranquillo e gli uccellini cinguettano felici come tutti i giorni. Io non ho dormito, ho avuto continui attacchi di ansia, la paura mi ha invasa lasciandomi paralizzati per lunghi minuti, quasi mi preoccupavo di soffocare.
" Guagliuncellee" Sentii gridare mentre il blindo si apriva, stava per iniziare una grande giornata, forse l'ultima. Corsi incontro a Maddalena e l'abbracciai forte
" We we e che succies? Qua qualcuno è felice oggi " disse l'agente
" Ti dispiace ?!" Dissi sarcastica.
" No quando mai piccre e che mo sbrigati ci aspetta la colazione "
" Arrivo vado a sciacquare la faccia, prendo l'asciugamano - dissi avvicinandomi al letto e sfilando da sotto il materasso la pistola, non sapevo in quale momento mi sarebbe servita ma dovevo portarla con me - ed arrivo "
" Va bene " finì l'agente sorridendo.
" Ciao bellezza " disse Maddalena voltandosi verso Silvia
" We chest è sul a mi - dissi stampando un bacio sulle labbra della mia compagna di cella - muovt teng famm " conclusi
" Eccomi" disse dopo qualche minuto.
Ci affrettammo ad andare in sala comune, c'erano già tutti, ci furono sguardi complici, alcuni erano molto tesi, altri pensierosi, altri invece erano i solti, distratti e disinteressati. Eduardo mi fece segno, ma feci finta di non coglierlo, non dovevamo dare subito nell'occhio e lui mi sembrava abbastanza nervoso doveva stare calmo. Così presi il mio vassoio e mi avvicinai al banco dove potevamo scegliere cosa prendere, quando improvvisamente alle mie spalle senti la porta aprirsi in modo violento, mi voltai assistendo alla sua entrata seguita da Massimo, Beppe, Lino e Caruso.
" E che squadra stamattina " dissi sussurrando
" Hai qualcosa da dire Ricci ?" Disse con tono duro, quasi la freddezza delle sue parole mi ferì.
" Nono - dissi sarcastica - vorrei solo un cornetto, ma state interrompendo la nostra colazione "
" No prego fate pure, noi siamo solo venuti a dare un annuncio, poi andiamo via "
" È arrivat a maronn e l'annunciazione " dissi facendo ridere tutti
" Menoamle che stamattina ho la vena sarcastica aperta Ricci, altrimenti - disse passandomi di fianco e lasciando un ondata del suo profumo. - comunque Silvia, Kubra, Gemma, Pasolini, Di Vini, Sandro e Romina - disse indicando i ragazzi - siccome il vostro comportamento nelle ultime settimane è stato impeccabile, il giudice ha deciso che andrete a fare un giro in barca, con Beppe e Nunzia, vi porteranno a Bacoli, vi faranno immergere per vedere il museo subacqueo dell'antica città di Bacoli "
" Ma davvero ?!" Esclamò Silvia che era pazza innamorata del mare
" E pecchè ij no?!" Chiesi
" Perché tu - disse fissandomi negli occhi - si na capa e cazz . Allora siete contenti ? - tutti annuirono - e allora forza, correte di la ci sono gli zaini pronti, indossate i costumi e andate al pulmino nel cortile che vi aspetta "
Mentre questa scena si compiva davanti ai miei occhi, vidi eduardo agitarsi maggiormente, così mi avvicinai senza farmi notare da nessuno
" Te sta calm stai troppo agitat" sussurrai
" S n stann ienn patt nu vo chest "
" I nostri obiettivi nu so chist edua, ricordatell. Ca dint so ij ch do l'ordine e capit?" Continuai accostandomi a lui facendogli sentire la presenza della pistola
" Vabbuo Rosa " disse mettendosi a sedere e facendo colazione
" Vabbuo guagliù nui ogg facimm e pizz " dissi gridando e attirando di nuovo l'attenzione su di me
" Bravi dedicatevi a qualcosa di utile " rispose lei scavalcando la mia voce.
Sembrava quasi una gara a chi riuscisse ad attirare prima l'attenzione. Ci scambiammo uno sguardo di sfida, che lei non sostenne per troppo, e cosi poi andò via.
La colazione fu dolce e piacevole, accompagnammo i ragazzi al furgone, abbracciai Silvia e le dissi di fare attenzione, da una parte ero contenta che nel caos che si sarebbe generato lei non ci sarebbe stata.
Tutto scorreva tranquillo, la nostra giornata andava avanti come niente fosse, il telefono non squillava mai, tutti eravamo carichi e preoccupati allo stesso tempo, mio padre ci stava impiegando troppo.
Guardai l'orologio, poi alzai lo sguardo verso eduardo, il sole si stava avviando verso il tramonto, nei nostri piano, mio padre parlava di inizio mattinata, qualcosa era andato storto me lo sentivo.
Milos, Cucciolo, Susanna erano tutti in posizione, pronti eppure sembrava non accadere nulla. Fu proprio la ragazza ad avvicinarsi a me e sussurrarrmi " Rosa ma che sta succrenn"
" Non lo so - dissi preoccupata - ma mio padre nu chiamm "
" O telefn funziona ? "
" Si certo, che cazz e domand fai "
" Rosa scusa, stai calma "
" Scusa e che sono molto agitat " non finii la frase che dei colpi di pistola attirarono la nostra attenzione. Ci guardammo, poi guardai eduardo, le guardie iniziarono ad agitarsi e a tirare fuori le pistole. Un ulteriore colpo ci fu e l'allarme del penitenziario scattò, guardai verso il suo ufficio, vidi mobilitarsi una marea di guardie, ma non capivamo, non era questo il segnale che aspettavamo, cosa stava succedendo.
" Rosa, Rosa è patt e chist o signal Rosa " eduardo gridò correndomi contro e nello stesso istante vidi tante tante persone armate, quasi sembravano un esercito palesarsi fuori il cancello dell'ipm e li riconobbi mio padre. Aveva detto che non sarebbe entrato se non in stato di necessità, che cazzo stava succedendo.
" Arapit sti cancell" Gridò improvvisamente
" Ricci non faccia cazzate qua dentro ci sono dei ragazz, cosa sta facendo ?" Disse una guardia dietro le sbarre puntandogli una pistola. Ma mio padre a sangue freddo e senza un minimo ripensamento sparò un colpo, secco e dritto al cuore ed uccise quella guardia. Tante guardie scesero, iniziarono a radunarci e a sparare verso i cancelli, io mi divincolari e raggiunsi eduardo
" che cazzo succede i piani non erano questi - dissi gridando e cercando di non farmi colpire da nessuna pallottola vacante - ragazzi che dobbiamo fare "
" Quello che tuo padre ci ha detto - disse Eduardo - Milos arap o canciell - gridò il ragazzo per farsi sentire - cucciolo in posizione, tie disse lanciandogli una pistola - micciarella, ragazzi, andiamo a dare fuoco a tutto forza " Gridò così forte che le sue vene sul collo stavano per esplodere. I cancelli si aprirono le guardie corsero in difese dei noi e del penitenziario, ci furono spari e spargimento di sangue, la sentii gridare, ma non distinguevo le parole, e poi un forte boato, la prima dinamite era saltata il lato della mensa era completamente crollato. In lontananza sentii sirene di polizi arrivare, sentii anche le pale di un elicottero, ma io avevo un compirò da compiere. Corsi verso gli uffici, o scapestrat, ottimo cecchino mi copriva le spalle, sparava ininterrottamente sulle finestre degli uffici.
" Rosa cosa cazzo succede ? " gridò massimo scendendo dalla scale e venendomi contro
" Lievt massimo " dissi puntandogli la pistola
" Rosa ma che cazz fai - disse sorpreso- non dirmi che tu, Rosa - disse con l'amaro in bocca e con la consapevolezza che li avevamo fottuti - Rosa chest è gent che ten e famiglia e figli, patat nu ten scrupl, Rosa tu nu si accusi "
"Bast! Bast! Bast cu sta storia ij song accusi, patm e o sang mi " chiusi gli occhi e lasciai partire un colpo, li riaprii solo quando aveve la faccia sporca di sangue, il bossolo colpì terra e Massimo si accasciò lasciandomi libera il passaggio. Per un attimo le gambe  on mi ressero, ero molto incredula di ciò che stavo facendo ma il secondo boato mi portò alla realtà, le palestre e la sala comune non c'erano più. Arrivarono le forze armate, il penitenziario era circondato, c'erano motovedetta della guardia di finanza, carabinieri, polizia, l'esercito era entrato nell'ipm e sparava di continuo. Sentivo continui colpi di pistola e vedevo i corpi continuare ad accasciarsi, ma ritornai alla realtà salii su negli uffici, non c'era nessuno cercai i fascicoli miei di eduardo, di Silvia li presi e li misi tutti nel bagno dello studio di Sofia, presi un fiammifero e gli diedi fuoco, finalmente lo stato italiano non aveva più nessuna prova contro di noi. Sul mobiletto di fianco vidi la foto di Sofia per una attimo mi chiesi se fosse tutto apposto, poi non mi importo lanciai quella cornice tra le fiamme e lasciai che tutto bruciasse. Scesi al pian terreno di nuovo, mancavano solo due dinamiti ma dovevamo iniziare ad uscire, ma il penitenziario era veramente circondato.
Vidi in lontananza eduardo, gli feci un fischio, presi un bel respiro ed iniziai a correre, gli spari verso di me furono continui e solo quando stavo per arrivare mi accorsi che uno era davvero ben direzionato, chiusi gli occhi perché sapevo che mi avrebbe colpito, ma un forte grido mi fece capire che non ero stata ferita io " Pietro! Pietro! Pietro! No no no no ! " Susanna gridava sul corpo di Pietro che giaceva per terra inerme, mi aveva salvata.
"Rosa cazzo levati da lì, merda " disse eduardo trascinandosi dietro un cumulo di macerie e sparanod alcuni colpi.
" Susanna vieni qui ! " continuò il ragazzo, mentre io ero lì ferma immobile, con le mani che mi tremavano e gli occhi increduli.
"BASTARDI! - Gridò la ragazza alzandosi con gli occhi pieni di lacrime e impugnando un cannamozza e sparando all'impazzata - vi ammazzo tutti "
" Susanna vieni qui cazzo " Gridò eduardo
"Merda ragazzi sono troppi che cazzo facciamo" disse Milos spuntando alle mie spalle
" Porca troia perché zoppichi " dissi guardano Micciarella
"Lo hanno colpito, dobbiamo andarcene ora o non usciremo vivi da qui " continuò cucciolo raggiungendoci.
" Susanna no cazzo ! " Gridò eduardo vedendo il corpo della ragazza accasciarsi.
" Dove cazzo è mio padre " affermai in preda ad una crisi di panico, provai ad affacciarmi, ma immediatamente un colpo raggiunse e sfiorò il mio viso.
" Merda sta attenta" disse Milos
" Rosa guarda li quello non è tuo padre ? - disse indicando la scala antincendio - e quella è la direttrice, cosa cazzo fanno "
" merda ha bisogno d'aiuto " dissi notando la sua canottaggio bianca sporca di sangue e immaginando che fosse ferito da qualche parte
" ragazzi fra cinque minuti esatti fate saltare i dormitori delle ragazze abbiamo ancora due dinamiti, Rosa prendi questo - disse Eduardo dandomi la pistola - tu va a salvare tuo padre io distraggo queste merde, milos tu va al cecchino di Pietro ed onoralo, uccidiamoli tutti e poi andiamo via da qui va bene ? Nessuno ebbe il coraggio di rispondere, erano veramente tanti non ce l'avremmo mai fatta e ne eravamo tutti molto consapevoli, ma l'onore era l'ultima cosa che c'era rimasta "
" Allora cazzo - disse incazzato milos - va bene ?"
" Va bene " rispondemmo in gruppo
"Quando ci sarà silenzio, ci vediamo lì sotto il cancello è l'unico angolo coperto, spariremo nel nulla come fantasmi " dissi
" Buona fortuna ragazzi "
Feci un bel sospirò, recuperai tutte le mie forze, ed iniziai a correre cercando di raggiungere mio padre che con Sofia erano entrati nei sotterranei. Eduardo sparò all'impazzata, il dormitorio delle ragazze fu distrutto e Milos iniziò a proteggere la mia corsa. Avevo il cuore a mille, la vista offuscata e correre tra quei cadaveri era la cosa più faticosa che io avessi mai fatto. Decisi di chiudere gli occhi per non guardare, ma una lacrima mi righò il volto, vidi il corpo di Lino, era ancora vivo, anisimava aveva una ferita alla gamba e una all'addome, provò a chiedermi aiuto, mi fermai, ma poi scrollai tutto di dosso dovevo aiutare mio padre.

Tu me appicciat 'o coreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora