23. Interrogatorio

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" Buongiorno - disse entrando con la sua aria prepotente, poggiando i fascicoli sulla scrivania e sistemando la telecamera verso di noi - benvenuto avvocato "
Erano le nove e un quarto, avevo incontrato il mio avvocato di prima mattina ed eravamo stati chiusi in quella stanza, non aspettò un attimo di più quel giorno, voleva solo quel colloquio. Ero nervosa, spazientita e veramente demoralizzata, non eravamo al corrente del motivo del colloquio e in quello stato non sapevo cosa aspettarmi.
" Sapete bene che questo è un colloquio ufficiale, registrato, la Signorina Ricci ha il suo tutore legale qui, il magistrato è oltre il vetro con il comandante ed io sono la direttrice di quest'istituto penitenziario che voi bene conoscerete, quindi - disse sarcastica - salterei le presentazioni".
" possiamo sapere il motivo del colloquio direttrice " Chiese gentilmente l'avvocato.
" Certamente ! Come ben sa la presente qui è accusata dell'omicidio del signor Emanuele Lastrico, avvenuto il 10/05 alle 21.30 in via Stanti 31 a Napoli - disse poggiando sul tavolo le foto di quella notte, mi fu difficile guardarle, un brivido mi percosse la schiena, provai ad incrociare il suo sguardo, ma era gelida - il GiP presuppone che il mandante dell'omicidio del figlio del Boss Lastrico sia stato Salvatore Ricci, non che padre della sua assistita, motivo per il quale pongo la mia prima domanda : che rapporti ci sono tra la famiglia Ricci e la famiglia Lastrico ? "
" Puoi rispondere Rosa " disse l'avvocato
E fu in quel momento che finalmente mi guardò davvero negli occhi.
" Io ed Emanuele abbiamo frequentato le stesse scuole, gli stessi amici, c'era un rapporto fraterno tra noi e le due famiglie di conseguenza " dissi con voce rotta
" Quindi lei mi sta dicendo signorina Ricci, che i rapporti tra le due famiglie erano nati grazie alla conoscenza dei figli, ovvero di lei ed Emanuele?"
" Si sono statai una conseguenza"
" Può dirmi l'ultima volta che ha visto Emanuele prima dell'omicidio?" Il mio avvocato mi guardò e acconsentì
" Io ed Emanuele ci siamo incontrati qualche giorno prima, amvamo entrambi il mare, ed eravamo soliti prendere un gelato a Santa Lucia, vicino al mare "
" Qualche giorno prima sa specificarmi la data " disse incrociando le braccia al petto
" credo fosse il 7 o 8 di maggio "
" crede o ne è certa signorina Ricci?" Disse con più insistenza. La mia testa era in palla, avevo le mani sudate e non capivo perché mi sta a facendo questo.
" Ne sono certa " risposi con voce tremante
" Bene! Ricorda di cosa avete parlato quel giorno ?"
" È passato un po di tempo, non ricordo nel dettaglio, ma io ed Emanuele parlavamo di tutto, dal calcio, alla danza, al cibo. Non ricorso nello specifico "
" Nella dichiarazioni della madre del signor Lastrico, avvenute il giorno 11/05, come è messo agli atti - dissi porgendoci il foglio- la signora affermò che il ragazzo la sera prima tornò a casa molto spaventato, convinto che qualcuno lo stesse inseguendo. Adesso visto che voi eravate molto amici le ha mai parlato di questo? Di qualche incontro o avvenimento particolare ? Le ha mai chiesto di chiedere perdono a suo padre per qualcosa che aveva commesso?"
" Direttrice questa è diffrazione, non glielo permetto!" Disse l'avvocato intervenendo prima che potessi rispondere
" Ha ragione, ripropongo la domanda eravate molto amici le ha mai parlato di questo? Di qualche incontro o avvenimento particolare ? "
" Mai "
" Signorina Ricci sa dirmi il giorno dell'omicidio lei dov era ?"
" A casa "
" Ma dal processo abbiamo visto che non ha nessun alibi, come può dimostrarlo, per di più ci sono le sue impronte sulla pistola ritrovata vicino al ragazzo "
" Non sono mie ! - dissi alzando la voce - e tutto questo non ha senso ! " Dissi stufa di quell' interrogatorio
" Abbssi la voce ! - mi ammonì - lei può o non può dimostrare dov'era quel giorno? "
" Non posso, ma ero a casa "
" Quindi lei mi sta dicendo che non ha mai preso una pistola e l ha puntata in testa al suo migliore amico ? "
" No "
" Lei è certa di poter dire di non aver mai minacciato il suo migliore amico, di avergli puntato la pistola e di aver fatto partire il colpo? "
"si sono certa di non essere stata io " dissi stringendo sempre più forte le mani, sudando, avendo il cuore a mille e gli occhi che cercavano di trattenere una valanga di lacrime
" Lei è certa di non essersi mai macchiata col sangue di Emanuele Lastrico, quello che lei descrive come suo migliore amico. È certa che il suo corpo che giace lì per terra non è uno dei suoi peggior incubi? " continuò avvicinandosi e guardandomi fissa negli occhi
"Si!Si!Si, ne sono certa! Basta ! Basta! " Dissi iniziando ad agitarmi, lanciando il fascicolo per terra, piangendo e dimenandomi sulla sedia. Non poteva farmi questo, perché,perché di stava divertendo così tanto a torturarmi perché
" Lei ha quel sangue cosparso sul suo corpo e non ha un briciolo di ripensamento, lei l'ha ucciso, guardando dritto negli occhi un suo amico, una persona che di lei si fidava, lei ..."
Improvvisamente iniziai a gridare, battevo le mani sul tavolo creando un gran casino con le manette, le iniziai a gridare che età una stronza e che non era giusto quello che mi stava facendo, che gliel avrei fatta pagare e che da lei non me lo sarei aspettata, ma lei incalzò
" Lei è un'assassina "
" Direttrice basta ! - improvvisamente disse il magistrato entrando in quella stanza - Basta così per oggi ! Avvocato lei venga con me, Maddalena portatela fuori di qui "
" Sei una stronza! - continuai a gridare tra le lacrime - sei una stronza, perché mi fai questo, perché? Tu non sei così perché? " gridavo con tutte le mie forze, ma lei era lì imbambolata, mentre con la forza mi portavano via, lei rimase lì immobile.
" Lei ha veramente esagerato " disse l'avvocato prima di andarsene.
Mi riportarono in cella, Maddalena mi tolse le manette e provò a tranquillizzarmi con scarsi risultati.
" Perché a me ? Perché? - continuai gridando - dopo tutto quello  he c'è stato perché?" Ribadi battendo un pugno all'armadietto.
" Rosa calmati, Rosa ! - mi ammonì l'agente- non fare casino e calmati. Vieni qui" disse aprendo le braccia e stringendomi forte raccogliendo tutte le mie lacrime.
Passammo qualche minuto in silenzio, quando finalmente il mio respiro fu più tranquillo e il mio cuore più calmo, Maddalena mi prese le mani e le strinse forte " Rosa, io non lo so quel giorno che cosa è successo, ma proprio come il primo giorno ho lottato per il tuo isolamento perché credevo in te, ti voglio dire che io credo che tu sia una brava persona, capitata in una famiglia sbagliata. Le famiglie non c'è le scegliamo purtroppo ci capitano dobbiamo esser noi bravi a capire cosa vogliamo essere. Mio padre è stato un delinquente per tutta la vita, sono cresciuta che lui e miei zii smezzavano panetti di droga sul tavolo in cucina mentre io bevevo il latte. Mio padre a otto anni mi ha messo una pistola tra le mani e mi ha detto spara quel coniglio, dimostra che sei tu quella più forte perché noi siamo così, ma io in quel noi non mi ci riconoscevo. Non l'ho fatto sono scappata via da mia madre. A quindici anni ho avuto il coraggio di scappare di casa, non ho finito le scuole, sono andata a lavorare, ho fatto di tutto e mio padre - disse tirando un po su col naso - mi ha fatto cercare ovunque pur di impormi la sua dittatura, ma la mia forza è stato proprio quel No di quel giorno. Ho lavorato, ho conservato, ho preso il diploma e sono diventata un'agente di polizia. Dopo sette giorni dalla mia assunzione sono stata io ad arrestarlo, a chiedergli le manette, a testimoniare contro di lui e a condannarlo all'ergastolo. Questo per dirti che nella vita tutti possiamo sbagliare, fare scelte sbagliate per colpa di un senso di rispetto in colo che crediamo meritino tutta la nostre riverenza, ma in realtà Rosa - disse afferrandomi la testa tra le mani - noi dobbiamo rispetto solo alla nostra anima e a noi stessi. Paga per ciò che hai fatto, se l'hai fatto, o fai pagare chi ne ha realmente le colpe. Quella non è vita! Quella è una sopravvivenza al più forte, ma prima o poi ci sarà qualcuno più forte e furbo di te e diventerai tu la preda. Svegli tu cosa essere! - continuò regalandomi delle carezze sul viso - e per la direttrice, posso dirti cosa penso davvero ? - io annui - ha solo paura tu faccia la scelta sbagliata e che ti perda per sempre, la terrorizza l'idea che ti possa accadere qualcosa o che tu possa fare qualche sciocchezza. Lei ti ama Rosa, si vede da come ti guarda, da come ti parla, dalle attenzioni che ha per te e dal fatto che non si capacita del fatto che uccidere Emanuele sia stata una tua scelta. Quindi piccre scegli cosa essere e fallo per te e per nessun altro " mi abbracciò forte, mi diede un bacio sulla fronte, mi rimboccò le coperte ed andò via.

Tu me appicciat 'o coreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora