Erano passate un paio d'ore nessuna notizia, nessuno che diceva nulla, ma aleggiava una strana serenità tra tutti, io stessa ero alla finestra della cella e sorridevo come una fessa nel pensarla.
" Si cuntent - disse Silvia avvicinandosi - e ja fall nu surris"
Sorrisi " si sono molto contenta, ma ho bisongo di vederla "
" E ja quella tra qualche giorno torna, sicuro "
" E se non tornasse Si, se fosse in convalescenza ? Devo vederla e forse so come fare "
" Vuoi confessare ?"
" No! Ma voglio farglielo credere e dirgli che solo con lei voglio parlare "
" Tu si na capa tost - sorrise - ma ti appoggio "
Sorrisi e corsi vicino al blindo, sbattendoci forte le mani e chiamando Maddalena.
" We we piccre che succies ? "
" Aggia parla ca direttrice Maddale ? "
" Nata vot cu sta storia Rosa ?! Ti ho detto che non si può!"
" E si t dicess che sacc chi ha purtat chelli cos qua dentro ? Ma che non dirò una parola se non me la.fate vedere ?" Conclusi portando le braccia al petto.
" Piccre non sei nella posizione di contrattare ! Dimmi quello che sai "
" Assolutamente no, o mi fate parlare con lei o niente "
La vidi alzare gli occhi al celo, sbuffò e andò via senza dire niente.
" Te l ho detto che non avrebbe funzionato " disse Silvia
" Non ne sono così sicura - dissi sorridendo e sentendo dei passi venire verso di noi - sta arrivando la cavalleria "
" Rosa ! Rosa ! " Gridò il comandante avvicinandosi sempre di piu alla mia cella, il suo tono di voce non era amichevole e questa cosa non mi piacque.
" Che cazz e fatt Rosa!" Commentò Silvia.
Il blindo si aprì e lo vidi catapultarsi dentro e affermarmi per i capelli.
" Comanda comanda lasciatm sta, mi state facendo male comandà "
" Rosa nu m n fott nu cazz dimmi quello che sai "
" Massimo! Massimo! Ma che cazzo fai lasciala - disse Beppe venendo in mio soccorso non appena vide la scena - sei impazzito - disse guardandolo sorpreso - Rosa come stai?"
" Ij vo giur nu dic na parol si nu m purtat ra direttrice "
" E tu invece parl mo " e nello stesso preciso momento oltre a quelle parole sul mio volto e nella mia testa risuonò anche qualcosa altro. Ebbi una scossa, il labbro mi faceva male ed era bagnato, poggiai le mani e ci vidi del sangue, non riuscivo a capire se fosse mio
" Massimo che cazzo fai - disse Nunzia venendomi contro - piccre, portatelo fuori subito. Rosa, ehi alzati e prendi questo " disse dandomi del ghiaccio.
E li tutto mi fu chiaro il comandante mi aveva dato uno schiaffo, così forte da farmi perde l equilibrio e rompermi il labbro.
" Te lo ripeto Nunzia, si nu m facit ij a da direttrice ij nu parl. E lassm" dissi sciogliendomi dalla sua presa ed andando vicino a Silvia.
" Amore vieni qui " disse la ragazza mora stringendomi a se.
" E va bene - gridò improvvisamente Maddalena - vieni con me, andiamo dalla direttrice "
" Maddalena ma che fai non c'è il permesso, non ce niente si pazza ?"
" Mi assumo la responsabilità, qua dentro siete impazziti tutti " mi afferrò per il polso mi ammanettò e mi portò con sé giù.
" si cuntent ? - affermò nervosa - aggia vre che c'è dicere e accusi importante "
" So fatt mj" dissi secca
" Rosa guarda eh ...." concluse nervosa
" Che re Maddale m vuo vattr pur tu ".
A quelle parole non ci fu risposta, il viaggio fu silenzioso non vedevo l'ora di vederla e sapere come stava, parlarci e incontrare di nuovo il suo sguardo.
Arrivammo finalmente in ospedale, quei chilometri sembrarono infiniti, entrammo in ospedale e la donna che mi accompagnò mi chiese di aspettare fuori, fibbrillavo all'idea di essere la prima a rivederla e di avere un attimo da sola con lei.
" Entra ti aspetta ma Rosa - prese un attimo di pausa - mi raccomando a te "
" Stai tranquilla Maddalè - dissi sorridendogli - voglio solo parlarci fidati di me - provai a tranquillizzarla, poi le porsi le mani e le dissi - me le togli? "
" assolutamente no!" Fu immediata la sua risposta
" Ti prego Maddalena, ti prego "
" Rosa entra ! O andiamo via subito "
" Maddalena toglile le manette " sentimmo parlare da dentro la stanza di degenza, era lei e la sua voce mi fece sorridere.
" Tu m fai passa nu guaio" disse poi togliendo le manette.
Mi toccai i polsi avevo dolore erano rossi e segnati dalla presa forte dell'acciaio delle manette, provai a massaggiarli, ma poi tirai su le maniche così che non si vedessero ed entrai in stanza quasi in punta di piedi. La vidi era meravigliosa anche così, sembrava così fragile e vulnerabile, quasi mi fece tenerezza. Vidi la medicazione, copriva una bella porzione di addome, il taglio sarà stato veramente grosso e quella cosa mi fece rattristare.
" Pensi di entrare o resterai impalata li" disse improvvisamente rompendo quel silenzio e finalmente i nostri occhi si rincontrarono, fu un attimo di estasi, silenzioso, ma che aveva già detto tutto.
" Direttrì finalmente - dissi correndo ad abbracciarla e causandole del male - scusi scusi " dissi preoccupata
" Tranquilla Rosa, però sta attenta " disse sorridendomi.
" Come sta ? "
" Diciamo meglio, poteva andare peggio, ma sto bene. E tu cosa ci fai qui? Dall'ipm mi hanno detto che volevi vedermi con urgenza "
" Si - ci fu silenzio, come potevo spiegargli tutto quello che avevo provato, quello che stavo provando, come potevo mai tradurlo in parole, ma comunque, ci provai - ero preoccupata, nessuno ci diceva niente ed io volevo sapere come stesse "
" non dovevi preoccuparti per me, ma - respirò - so che non è questo il motivo per cui volevi vedermi "
" Si direttrì principalmente era questo, ero preoccupata e non ero tranquilla a non vederla "
" Rosa - sospirò ancora provando a tirarsi un po più su nel letto - dimmi quello che sai !" Affermò dura.
Ci restai male, lei sapeva già del patto che avevo fatto con loro, non le importava nemmeno minimamente del fatto che io fossi lì per lei, per starle accanto e accertarmi che fosse tutto ok. Il mio viso probabilmente cambiò espressione perché Sofia lo notò
" Cosa c'è Rosa ?! " chiese
Ci pensai un attimo non sapevo se risponderle oppure no, forse avrei fatto meglio a stare zitta, non meritava nemmeno di sapere come io stessi davvero, non era nemmeno il luogo giusto, ma io stavo esplodendo dentro, non sapevo che cosa mi prendesse ma sapevo che dovevo dirgli quelle cose, così alzai lo sguardo e con molta rabbia le sputai tutto contro
" C'è scusami non te ne frega un cazzo che io sia qui, che mi sia preoccupata a te importa solo raggiungere i tuoi scopi, tu vuoi sapere quello che ho da dirti è l'unico motivo per cui hai accettato di vedermi vero ? Bene!! Mi sono preoccupata per te, ho smosso mari e monti per sapere di te, ho accettato l'improponibile, sono scesa a patti pur di poter passare cinque minuti con te e parlarti, rivederti e tu? Tu non ti sei degnata nemmeno di chiedermi come stessi? Non ti sei degnata di chiedermi come sono stata quando per ventiquattro ore ci hanno tenuti chiusi dentro. A te non frega un cazzo di me è questa la verità, hai sempre e solo voluto sapere qualcosa. Io sono una cretina, una cretina " e le lacrime iniziarono a rigare il mio volto, la sua faccia era sorpresa e forse dispiaciuta allo stesso tempo, così provò a dire qualcosa
" Rosa, ehi no ascoltami non è così, Rosa - provò ad afferrarmi la mano, ma io la evitai spostandomi da vicino al letto - Rosa, ehi ascolta non è come pensi davvero e che ..." non le diedi il tempo di finire la frase che dissi
" e cosa ? E che c'è qualcuno che ci ascolta ed hai paura che ti senta mostrare un po di interesse nei miei confronti ? Hai paura che io ti possa dire qualcosa che non vuoi nemmeno venga nominato ? Hai paura che dica che in quel cimitero è successo qualcosa ? che ci ha scombussolate? che non sappiamo definire e ci spaventa ? Qualcosa che mi ha tormentata l'anima quando ti ho vista ferita e mi ha fatto sentire irrimediabilmente responsabile. E tu ? Tu non hai pensato un secondo a niente di tutto questo, io nella tua mente non ci sono stata, eppure sono sicura che quando sei vicino a me il tuo cuore batte più veloce. Ma tranquilla direttrì che cosa vuole sapere ? Mi faccia una domanda, diretta senza giri di parole, perché questa è l'ultima volta che io e lei ci rivolgiamo parola se non per una questione burocratica, quindi ci rifletta bene su cosa vuole chiedermi .
Lei mi guardò, seguiva le mie lacrime che continuavano a cadere sul pavimento di continuo come un fiume in piena, provai ad asciugarmele con la manica della maglia, ma continuavano e continuavano a scendere. Ad un tratto mi afferrò i polsi e preoccupata, seriamente, questa volta, mi chiese " cosa sono questi segni? Perché hai i polsi lividi e rossi ? ".
Sfilai nell'immediato la mia mano dalla sua, non volevo essere toccata , non risposi alla domanda e ricoprii i polsi " è l'unica cosa che ha da dire ?"
" Rosa ascoltami ti prego, non è vero che non mi importa di te, né parleremo promesso, con calma io e te, Rosa ma qui è un po come se fossimo lavoro ed hai ragione non ti ho chiesto nulla, scusami, ma non è vero che non mi importa, però "
Ero stufa, stanca e sfatta, la mia delusione era al culmine e non volevo sentire altro, dopo tutto lei continuava a trovare una giustificazione, di me veramente non le importava nulla.
" però cosa - dissi sfinita dalle sue parole e dalle mie lacrime - però cosa, lei parla di coraggio, parla di lealtà, dice di fidarci e di credere sempre in qualcosa, soprattutto quella che la vita ci propone di bello, ed io non so cosa sia successo quel giorno, ma sicuramente qualcosa di bello ma a lei non gliene frega niente, io sono solo un mezzo da usare per avere informazioni. Sa cosa direttrice? Che venire qui è stata la cazzata più grande della mia vita, io non ho più niente da dirle e se vuole sapere qualcosa mi interroghi con il mio avvocato "
Girai le spalle, nonostante lei continuasse a chiamarmi non mi fermai, uscii da quella di fretta, mi rivolsi a Maddalena, la quale fu sorpresa nel vedermi così sconvolta, provò a parlare ma le feci segno di no con la testa, le allungai le mani, volevo solo andare via .
Improvvisamente sentii la sua voce alle mie spalle " Rosa - disse con tono sofferente, si era alza ed era arrivata alla porta - aspetta ti prego "
Non mi girai non mi importava, avevo visto e sentito abbastanza.
" Maddalena ammanettami e portami dentro "
Maddalena ci guardò stranite, non capivamo giustamente.
" Maddalena non mettergliele, ha i polsi lesionati - disse alla guardia - Rosa ti prego "
" Mi ammanetti e ce ne andiamo o me ne vado da sola ? Mettimi le manette e stringile come le hai messe prima"
" Rosa smettila ti prego " Gridò Sofia
" Maddalena !" Gridai facendo sobbalzare la guardia, che prese le manette mi girò verso di lei e mi ammanettò. Un ghigno di dolore uscì dalla mia bocca, ma doveva vedere tutta la mia sofferenza e ricordarsela perché non avrebbe più visto un minimo di umanità da parte mia .
" Rosa - disse preoccupata per me - ti prego smettila, lo so che hai dolore, non andartene, vieni dentro, parliamo " le diedi un ultimo sguardo e senza sentire nessuno mi incamminai. Sentii Maddalena dire qualcosa e poi immediatamente mi seguì.
Piangevo e il mio dolore non era solo fisico.*SPAZIO AUTRICE*
ECCOMI!! , Niente come sempre arrivano quelle settimane no. Sono stata incasinata perdonatemi, non sono riuscita a scrivere né tanto meno pubblicare. Mi auguro che il vostro interesse non sia calato per le "Rofia"🤭. Mi auguro che il capitolo vi piaccia e che io non vi abbia delusi dopo tutti questi giorni di attesa. Cosa accadrà tra la direttrice e Rosa Ricci adesso ? Quella di Rosa è stata una sorta di dichiarazione ? Cosa starà succedendo nel cuore della piccola Ricci ?.
Niente come sempre vi aspetto, vi abbraccio e baci baci ☺️
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Tu me appicciat 'o core
FanfictionDue famiglia i Ricci e i Di Salvo in continua guerra tra loro, una guerra inarrestabile. Un penitenziario minorile che prova a raddrizzare il tiro. Figli che pagano le conseguenze dei padri, delle madri. Figli di un educazione sbagliata, di un esem...