" We piccre la direttrice ti ha messo di buon umore " continuò Maddalena
" Maddalena - le misi un braccio intorno al collo - devo chiederti un piacere "
La vidi guardarmi con fare sospetto e portare gli occhi al cielo
" che c'è dimmi !"
" e nun fa accusi ja, senti prima di sbuffare "
" Dimmi, dimmi ja " disse sorridendo
" Domani mattina, mi compreresti una colazione carina ?"
" Piccre tu si asciuta pazz, io da fuori non posso portarvi nulla, non esiste, non posso"
" Ma che capit Maddalè - sorrisi - mica per me, è per la direttrice "
" Aggia purtà a colazione a' direttrice ? " mi guardò stranita
" Si da parte mia, le voglio fare questa sorpresa perché mi è dispiaciuto veramente tanto dell'accaduto "
" Piccre ma io non posso introdurre niente qua dentro "
" Maddalè ma davvero pensi che io non veda Gennaro tutte le mattine quando vi porta le paste e ja - dissi sorridendo - fallo per me ti prego"
" Tu me miett rind a nu guaglio - sorrise - ma vedrò che posso fare "
" grazie, grazie, grazie " gridai abbracciandola
" Wee e che re tutt sto affetto Maddalè, chest è mpazzut"
" Lino non essere geloso già tien chi t abbracc " dissi ridendo e scendendo giù per le scale e andando in cortile.
Passai il resto della giornata con le ragazze, parlammo veramente di tutto, di ragazzi sogni e speranze e un pò mi resi conto che io ero l'unica ad aggrapparsi sempre alla figura paterna e questa cosa mi fece riflettere. Nel tardo pomeriggio ci riportarono tutti in cella i ragazzi avevano fatto qualche casino e tutte noi ne pagavamo le conseguenze.
" Che palle Maddalè " commentò Silvia quando alle nostre spalle si chiuse il blindo
" Ja addirittura il blindo chiuso che è succies " ribattei
" Mo vata sta zitt tutt quant - gridò il comandante entrando nel corridoio del nostro reparto - voglio sapere subito se anche qui c'è un cellulare che vi permette di comunicare con l'esterno , vi conviene dirmelo perché si o scopr ma piglij cu tutt quant "
Noi lo ascoltavamo dalle celle e affacciate agli spioncini che avevano rimasto aperti.
" Allora nu c' simm capit, ata parlà subito ! Tu - disse sbattendo la mano violentemente contro il blindo e facendo rimbombare nella camera - non ne sai niente Rosa Ricci " continuò sbattendo forte.
Sapevo che in questi casi era meglio restare in silenzio, anche se io davvero non ne sapevo niente.
"Rosa Ricci !! - continuò sempre più forte - Rosa Ricci non rispondi ?! - continuò sbattendo - Maddalena arap stu blindo "
Quando il blindò si aprì vidi il comandante fuori di sé non sapevo cosa davvero fosse successo, ma lui aveva perso il controllo, così spaventata seriamente dissi " no comandà non ne so niente ve lo giuro "
" At vist a paur fa 90, sul accusi sapit parlà e dicere la verità, jamm annanz Maddalena "
E finalmente richiusero il blindo.
Fu una notte molto lunga e tormentata, il comandante cercava insistentemente questo telefono, ci svegliò spesso di soprassalto nella notte, rovistò tra i bagni ma niente alla fine si rassegnò, non uscì nessun altro cellulare.
Così finalmente io e Silvia riuscimmo a riposare e a stare un po più tranquille.
" Buona notte piccre "
" Silvia ...."
" We Rosa che c'è " disse preoccupata
" Posso dormire con te, sta storia ro comandant m ha nu poc scombussolata"
La sentii ridere " Certo vieni qua - mi fece spazio nel suo letto e mi fece entrare, mi abbracciò, sistemò le coperte e mi disse " tu tien 'o core buono piccre ".
Le sorrisi e finalmente riuscii a dormire.
Il sole arrivò presto, quella mattina ero stranamente entusiasta, mi sporsi leggermente oltre le sbarre e fissai il mare, meraviglioso, gli uccellini cinguettavano, le barche dei pescatori facevano ritorno nel porto, i primi velieri uscivano in mare e quel leggero venticello dava un certo brio a quella giornata.
" Quant' è bello 'o mare " esclamai
" È stupendo soprattutto di prima mattina "
" Io amo quest'aria che si respira, non appena sarò libera voglio vivere in una città dove il mare è una costante " esclamò Kubra ancora sotto le coperte.
" Wee bambole su forza tutte sveglie, forza !!" Gridò da fuori Maddalena e aprendo il blindo.
" Maddalena !" Come la vidi esclamai
" Piccre aropp, vatt a lava ama ij a fa colazione"
Così corsi in bagno mi lavai e vestii e chiesi a Kubra e Silvia di sbrigarsi e così finalmente andammo in mensa .
Mangiammo tranquille, ma ogni mio tentativo di parlare con Maddalena fu reso vano e questa cosa iniziò ad infastidirmi.
Uscimmo fuori sui campi e i ragazzi iniziarono a giocare, ero nervosa ed avevo bisogno di fare qualcosa, avevo gia fumato cinque sigarette e non mi sembrava il caso di continuare, così decisi di giocare a calcio.
" o farao iesc gioco ij" esclamai interrompendo la partita
" Rosa ma cosa fai ?" Esclamò eduardo venendomi contro
" Tu fa o cess! ij voglio giocà"
" Va bene Rosa, tranquilla, Noiz iesc tu, gioca sorma"
La partita iniziò, ero così nervosa che cercavo solo lo spunto per poter litigare con qualcuno, Eduardo continuava a dirmi di stre tranquilla, era un gioco non si vinceva niente e soprattutto non dovevamo farci male e dare nell'occhio, quando all'improvviso mi arrivò uno spintone da dietro e caddi bruscamente per terra ferendomi al ginocchio e qualcuno alle mie spalle disse " così impari! Il calcio è nu gioc da uomini, nu poc comm a camorra Rosa Ricci " concluse ridendo e ritornando dai suoi amici che lo spalleggiarono.
Avevo così tanto dolore che non riuscii a rispondere, non ne avevo le forze, vidi Maddalena corrermi contro e portarmi nell'immediato in infermeria.
" Maddalena possiamo parlare? Per favore "
" Piccre piens o ginocchio. Infermiera è grave ?"
" Dovrà fare una radiografia per accertarci che non ci sia nulla di rotto, adesso deve stare qui ferma e distesa "
" Wa Maddale amma ij o spital?"
" Si ! Si na cretina !"
Improvvisamente bussarono alla porta, nessuno poteva entrare mentre c'era qualcun altro, ma dal vetro mi sembrava una figura familiare.
" Buongiorno - sentii la sua voce e mi voltai di scatto - vedo che anche stamattina non ci siamo fatte mancare niente " Sorrise
" Lo so direttrì sono un disastro " dissi portandomi le mani al volto.
" Come stai? Ho prenotato l'ambulanza andiamo in ospedale "
" Direttri ma non è niente veramente "
" Rosa! - mi ammonì - ordine medico, non si discute "
" Direttri adesso deve stare qui a riposo, resto io come piantone, può avvisare Nunzia e le altre ?" Disse Maddalena
" Maddalena tu vai, tranquilla ci penso io qui, tanto andrò io con lei a fare i raggi in ospedale"
" Va bene direttrice allora io torno fuori"
" Va bene "
" Direttrice io vado nell'altro ambulatorio, se ha bisogno mi chiama ok?" Disse l'infermiera
" Si stia tranquilla, Grazie "
Non appena tutti uscirono, io provai ad alzarmi volevo sapere se stamattina avesse ricevuto la sorpresa, se le fosse piaciuta e soprattutto se mi avesse perdonato.
" Ehi ehi ehi cosa fai ? - disse poggiandomi nell'immediato la mano sul torace, quel contatto mi fece parecchio strano - stai giù, hai sentito le indicazioni mediche ? Devi assolutamente stare ferma !"
" Direttri è un infermiera, non un medico " ribbadii ridendo
" Sempre una dottoressa è ! Cosa credi non ci voglia nulla per fare l'infermiera? Hanno capacità e conoscenze tecniche e teoriche anche loro, sono dei professionisti laureati "
" Mamma mia " dissi scherzando
Per un attimo cadde il silenzio tra noi, ci fu un leggero imbarazzo, io non sapevo cosa dire e non volevo essere nemmeno troppo diretta, ma poi in fondo avevo una domanda che mi assaliva e che mi importava sapere, quando ad un certo punto fu lei ad interrompere quel momento.
" Quello che hai fatto organizzare stamattina è stato bellissimo, ma - mi guardò con serietà - non deve più accadere Rosa, rischi che qualcuno di loro davvero vada nei guai "
Da un lato ero contenta avesse aperto il discorso, dall'altro un po mi dispiaceva del rimprovero.
" Mi dispiace, voleva solo essere un gesto carino " dissi mortificata e girando la testa dall altro lato rispetto alla sua figura.
" Rosa - disse sedendosi sul lettino di fianco a me e prendendomi la mano tra le sue - ho solo detto che puoi mettere qualcuno nei casini e no che non mi è piaciuto " affermò sorridendo.
Così dopo pochi secondi mi voltai a guardarla, quel gesto, quel silenzio così intenso, non so aveva uno strano sapore, quasi sembrava emanare dei profumi dolci dispersi nell'aria , qualsiasi cosa stava accadendo in quel momento era qualcosa di magico e per una volta decisi di non rovinarlo.
" Sono contenta allora " sussurrai
" Sono anni sai che qualcuno non mi faceva trovare la colazione pronta e poi le rose bianche sono le mie rose preferite " mi sussurrò.
Non sapevo neanche che Maddalena avesse messo una rosa come addobbo, ma il gesto le era piaciuto tantissimo e questo mi stava bene.
" Io amo i girasoli sai, sono sempre rivolti verso il sole e quando il sole non c'è chinano il capo è quasi come se avessero freddo e paura ed io la notte mi sento proprio così, sola, infreddolita, impaurita "
" Rosa - disse posando l'altra sua mano sulla mia gamba - tu hai un grande cuore, ed è vero uno la famiglia non se la sceglie ma tu puoi scegliere chi essere e che famiglia avere. Sei una brava persona che è cresciuta in un contesto dove la vita è sempre andata in un certo modo, ma non lasciare che questo ti condizioni, non lasciare che gli altri scelgano per te. Sai quella canzone famosa, di quella serie tv che avrai sicuramente visto prima di finire qua dentro, dove dice t hann mis o fierr man e tt hann ditt spar, scusa il mio pessimo accento - sorrise - ecco forse è un pò l'emblema di tutti voi, dovreste solo dare a Cesare quel che è di Cesare e non pagare le conseguenze di scelte altrui " .
Dopo questo monologo ebbi un attimo di stasi, la guardai profondamente negli occhi, poi qualcosa mi bloccò i pensieri, il respiro, tolsi velocemente e in modo sgarbato la sua mano dalla mia gamba, sfilai l'altra dalle sue e mi irrigidi. Lei notò immediatamente il mio cambio d'umore e di atteggiamento, provò un attimo a capire cosa stesse succedendo ma furono le mie parole a chiarirgli tutto " Direttrì a famiglia è o sang ro sang tuoij e nu s tradisce mai ! ".
Credevo fermamente in quelle parole, sono il mantra di tutta la mia vita, sempre e per sempre con la famiglia era il motto della domenica a tavola, tipo preghiera in chiesa, non avrei tradito la mia famiglia, il mio cognome e mio padre per niente al mondo.
Vidi il suo viso deluso e anche un po compassionevole, fu il medico dell'ambulanza a interrompere questo momento di divergenza. Mi caricarono sulla barella, mi ammanettarono ad essa e lei non disse nulla, adesso mi stava veramente trattando da assassina.
" Direttrice viene lei con noi? " Chiese il medico , per un attimo mi guardò, ma il suo volto era così deluso, arrabbiato e gelido da non far trapelare la minima emozione.
" No, con voi ci saranno gli agenti qui presenti, io vi scorterò con l'auto " disse sistemandosi la pistola dietro la schiena , che fin a quel momento non aveva mai mostrato, si sistemò il distintivo, disse alle guardie che erano con me un codice e non mi rivolse nemmeno un ultimo sguardo, io fui caricata e lei salì in macchina.
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Tu me appicciat 'o core
FanficDue famiglia i Ricci e i Di Salvo in continua guerra tra loro, una guerra inarrestabile. Un penitenziario minorile che prova a raddrizzare il tiro. Figli che pagano le conseguenze dei padri, delle madri. Figli di un educazione sbagliata, di un esem...