5 - Spiacevoli incontri

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Rachel puntò il fascio di luce contro il pavimento, alla ricerca delle linee guida colorate, e notò che erano di cinque colori differenti, dettaglio a cui non aveva prestato la minima attenzione.

Pensa Rachel...quale di questi colori potrebbe indicare l'uscita?

Provò ad usare la logica elementare, ma in base a questa, qualsiasi colore sarebbe potuto rivelarsi giusto, quindi decise che avrebbe fatto affidamento sulla memoria visiva.

Di che colore era l'insegna all'ingresso?

Solo dopo essersi posta la fatidica domanda scoprì di non averci fatto caso. La vista di tutto quel sangue, sparso ovunque sul piazzale e sulla facciata del centro commerciale, le aveva fatto distogliere lo sguardo, impedendole di assimilare i dettagli dell'insegna. A quel punto, non aveva idea di quale fosse il colore giusto da seguire per trovare una delle uscite e non le restava altro da fare se non scoprirselo da sé andando ad esclusione.

Rachel iniziò subito con l'escludere la linea blu, sapendo che si trattava del colore dei servizi pubblici. Decise così di partire con la linea gialla: dopo aver percorso circa una ventina di metri, la ragazza si ritrovò davanti ad un negozio di alimentari. Nello scoprire ciò, si maledisse per non aver cercato una mappa prima di iniziare l'esplorazione del vasto complesso. Era solito, infatti, collocare un piantina dell'edificio in prossimità di ogni ingresso per facilitare al pubblico ogni movimento, piantina che evidentemente si era lasciata sfuggire o che era andata persa. Rachel iniziò a calmarsi solo dopo aver ripensato che tali servizi erano olografici e che quindi, senza alcuna fonte di energia, non potevano funzionare.

Procedendo con ordine, il secondo colore che la ragazza scelse di seguire fu il verde. Sbuffando, Rachel puntò a terra la sua torcia ed iniziò a cercare la linea del colore scelto. Una volta trovata, non tanto facilmente, dato che in molti punti erano sbiadite, questa la condusse in uno stretto e lungo corridoio collocato tra due attività. Lo percorse a passo spedito fino al che non raggiunse un vicolo cieco; a quel punto, non avendo niente da perdere, puntò il fascio di luce contro quella che credeva una parete e scoprì che, in realtà, si trattava di una delle uscite di sicurezza. Questa, però, era sepolta sotto a delle lastre di metallo, impossibili da rimuovere per una ragazza come lei. Probabilmente lo sarebbe stato per chiunque. Nonostante non fosse andata come sperato, Rachel sembrò sollevata: aveva trovato la linea guida che conduceva alle uscite, non le restava altro da fare se non seguirle fino a scovarne una agibile.

-- Mica saranno tutte sbarrate, no? -- tentò di rassicurarsi lei, impedendo sul nascere al suo cervello di formulare una delle solite ipotesi pessimistiche. Seguendo le linee verdi, la giovane esploratrice raggiunse altre due uscite, ma come nel primo caso, erano sbarrate da enormi blocchi di cemento e altri materiali dovuti ai crolli degli edifici adiacenti il centro. Rachel, però, non si diede per vinta e riprese la sua ricerca. La gamba era tornata a farle male e la spalla su cui teneva il borsone supplicava pietà, ma lei era troppo vicina all'obiettivo per prendersi una pausa. Strinse allora i denti, cercando di ignorare i segnali del suo corpo, e accelerando il passo svoltò per l'ennesimo corridoio incastrato tra due negozi. Un'intensa fonte di luce non artificiale illuminava il fondo dell'andito, combattendo per non essere inghiottita dall'oscurità. Presumeva provenisse dall'esterno. Zoppicando malamente, la ragazza raggiunse la zona illuminata e, a quel punto, un sorriso trionfale si inarcò sul suo stanco viso. Uno dei grattacieli di quel distretto aveva coinvolto, nel suo crollo, una parte del complesso commerciale, aprendo un bello squarcio lungo le sue pareti perimetrali. Certo, non si trattava di una vera e propria uscita, ma a chi poteva importare? Era pur sempre un allettante biglietto di ritorno e solo un folle non ne avrebbe approfittato. Solo allora Rachel si prese un momento per riprendere fiato. L'uscita era proprio lì, davanti ai suoi occhi, e non sarebbe scappata mentre riposava. Posò il borsone beige sul pavimento del corridoio, poi sostituì il brandello di stoffa che aveva al polpaccio con l'ultimo che le era rimasto e lo strinse con maggiore forza.

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