15 - Un nuovo piano

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La terrà tremò. Di nuovo. Alek e Rachel ci avevano fatto l'abitudine, la principessa meno. Questa, infatti, raggiunse la stanza dove i due ragazzi stavano riposando per accertarsi di come stessero. Tirò un sospiro di sollievo nel vederli sereni e rilassati. Per quanto la base militare potesse essere considerata sicura per loro, Vera preferiva constatarlo coi suoi occhi. Dopotutto, nessun luogo lo poteva essere davvero quando in giro c'erano mostri di settanta metri in grado di fare quel che gli Steartrix sapevano fare. Certa che non ci fossero reali pericoli per i due sopravvissuti, Vera si incamminò verso la porta scorrevole per tornarsene nelle sua stanza quando la voce di Rachel la fermò sull'uscio. 

-- Resta qui con noi.

La principessa sorrise. Rachel l'aveva appena invitata a restare, spazzando via le preoccupazioni che affollavano la mente della ragazza. Stava per andarsi a sedere al solito posto, tuttavia Alek la invitò a sedersi sulla poltroncina vicino al letto, quella dove Rachel aveva dormito mentre lui era privo di coscienza. 

-- C...ci farebbe piacere -- balbettò Alek, abbozzando un sorriso. Trovandosi solo tra due ragazze, era da considerarsi un miracolo già solo l'essere riuscito ad aprire bocca. Con Rachel stava pian piano iniziando a sciogliersi, con Vera sarebbe stato più complicato; ma ci avrebbe provato senz'altro.

-- Il piacere è tutto mio -- rispose con un sorriso raggiante, Vera. Quel metro di distanza che si era interposto tra lei e i due ragazzi si sarebbe ben presto azzerato, bastava semplicemente mettersi a sede sulla poltroncina indicata dal ragazzo coi lunghi capelli color smeraldo.

-- Perché te ne stavi di là tutta da sola?

-- Stavo lavorando ad un piano di fuga -- rispose la principessa, celando la vera risposta dietro a quelle parole. Avevo il timore di essere la terza incomodo e non volevo arrecarvi fastidio. Al piano, poi, aveva lavorato davvero. Nel silenzio di una base che non era riuscita nella sua mansione principale, quella di salvare vite, di essere affollata di persone con il cuore rivolto verso il futuro, isolata da tutto e tutti, come lo era stata da quando era venuta al mondo. 

-- E ne avete trovato uno??

Dalla tasca della gonna bicolore, Vera estrasse un piccolo strumento bianco latte, dalla forma cilindrica, dotato di diversi bottoncini neri. Ne premette uno e da questo tubicino srotolò uno schermo olografico. Dalla stessa tasca, tirò fuori dei guanti marroncino chiaro, con dei simboli neri nella zona dei polpastrelli, e li indossò. Afferrò quindi lo schermo da un angolo e lo estese fino a quando ogni lato non raggiunse il metro di lunghezza. Su di esso era possibile vedere una cartina geografica con alcuni strani segni e delle scritte che si muovevano in tutte le direzioni. I due ragazzi provarono a capire come si leggesse, ma non ci riuscirono.

-- Questa è la cartina della zona in cui ci troviamo? -- chiese Rachel quando vide il nome Olvak passarle sotto agli occhi.

-- Esattamente, ed è in tempo reale  -- rispose Vera, rimanendo concentrata su di essa. -- Con questa applicazione, possiamo tenere sotto controllo i vari fenomeni atmosferici, come le tempeste di sabbia e gli sbalzi estremi di temperatura tra giorno e notte. Ad esempio, ieri notte la temperatura ha toccato quasi i sessanti gradi sotto lo zero; impensabile stare fuori con una simile clima senza il dovuto equipaggiamento.

Mentre spiegava il funzionamento di quell'apparecchio incredibilmente avanzato, Vera premette con l'indice su una freccetta rossa che aveva iniziato a lampeggiare vicino ad uno dei lati dello schermo. Nel farlo, l'immagine si mosse rapidamente verso il deserto inoltrato e si fermò sopra ad una serie di spesse linee ondeggianti in parallelo tra loro.

-- Questa è una tempesta di sabbia, anche abbastanza violenta ed estesa dai dati che mi sta trasmettendo il satellite, e dista da Eden circa un paio di giorni. Dovremmo avere abbastanza tempo per raggiungere il check-in senza rimanere coinvolti.

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