18 - La tempesta

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-- Saliremo dal corridoio -- spiegò brevemente Vera, facendo dietrofront.

Alek e Rachel annuirono in silenzio. Il corridoio era interrotto a causa del crollo del pavimento, e quindi di buona parte degli appartamenti del quarto piano e quelli sottostati, motivo per il quale i tre ragazzi non potevano raggiungere la seconda rampa di scale. Gli elevatori non erano agibili poiché i due ingressi erano bloccati da grandi macerie, impossibili da spostare senza alcun tipo di strumento.

-- Quindi cosa intendevi quando ci hai detto che saremmo saliti da qui? -- le domandò perplessa Rachel, dopo essersi osservata intorno. Non vedeva soluzioni. Si voltò verso Alek, ma ottenne delle spallucce come tacita risposta: neanche lui sembrava aver notato un modo per raggiungere il piano superiore.

-- Ti chiederei cortesemente di passarmi N3K7, il drone medico.

All'inizio Rachel non comprese il motivo per il quale la principessa le avesse fatto tale domanda, poi si ricordò che stava indossando la sua uniforme regale e che, quindi, solo lei avrebbe potuto recuperare il drone in questione. Frugò nel taschino interno ed estrasse la monetina grigio scura che trovò al suo interno, poi la lanciò a Vera, che l'afferrò al volo. N3K7, dopo aver ricevuto degli ordini attraverso il paper screen della principessa, cominciò ad estendersi fino a raggiungere le dimensioni di una sottile piattaforma metallica, per certi versi simile a quelle che venivano usate negli elevatori.

-- Ci penserà lui a condurci su -- spiegò la proprietaria del drone, indicando con il pollice il piano superiore. -- Può sopportare il peso di una persona per massimo un paio di metri; è tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

Dettò ciò, la ragazza dai capelli scarlatti invitò Rachel a montare sopra la drone-piattaforma, che aveva iniziato a fluttuare a qualche centimetro dai suoi piedi. L'ennesima idea di pessimo gusto pensò lei, osservando il disco metallico. Deglutì. Benché non era propriamente sicura che quello strumento potesse davvero reggere il suo peso senza sbilanciarsi, non vedeva altre alternative. Doveva semplicemente fidarsi delle parole di Vera, come aveva fatto fino a quel momento; in fin dei conti, se erano vivi era solo per merito suo. Non avrebbe mai fatto nulla che potesse mettere in pericolo le loro vite.

Rachel poggiò un piede sulla superficie brillante del sottile disco, poi il secondo, e si rannicchiò subito dopo. Con le mani, afferrò poi i bordi del drone: si sentiva più sicura così. Dopo essersi accertata che la ragazza fosse pronta, Vera impartì a N3K7 l'ordine di iniziare una lenta salita verso il quinto piano.

Il viaggio durò pochi secondi. Rachel tirò un sospiro di sollievo quando mise piede sullo stabile pavimento del quinto piano; rischiò, tuttavia, di scivolare di sotto dopo aver visto l'ennesimo corpo umano sventrato e con le interiora sparse praticamente ovunque. Solo il suo gran senso dell'equilibrio le impedirle di precipitare di sotto.

Non ce la faccio più!

Seguì Alek e, infine, arrivò anche Vera. Dal quinto piano sarebbe ripartita la loro ricerca.

-- Tutto bene? -- domandò Alek alla prima arrivata, bianca in volto come un cencio.

-- No... voglio andarmene da qui.

-- Presto saremo fuori da qui, te lo prometto -- la rassicurò Vera, afferrandole dolcemente le mani. Rachel sembrò calmarsi. La voce della principessa aveva un qualcosa di inspiegabile, quasi magico: sembrava capace di placare un animo inquieto come la voce di un angelo che raggiungeva le profondità di un abisso di disperazione. -- La nostra via di fuga è oltre quella porta.

-- Come fai a dirlo?

-- Se presti attenzione, puoi sentire delle correnti d'aria agitarsi al suo interno -- spiegò Vera al ragazzo, invitandolo a fare attenzione a quel particolare. -- Questo significa che ci deve essere un'apertura abbastanza ampia da farci attraversare il muro.

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