Vera non accennava a rallentare il passo e Valteri non poté far altro che assecondarla, non essendo riuscito ad ottenere alcuna informazione riguardo la loro meta. La fredda notte stava calando sui cieli di Qleiporth come il sipario di un teatro a fine spettacolo e i lumi-droni, sospesi ad una decina di metri d'altezza, avevano pian piano iniziato ad accendersi. Il fioco bagliore emesso dai loro esili filamenti di tungsteno aumentava di intensità con il rapido e progressivo scurirsi del cielo, andando a tingere delle volte luminose sulle strette strade e sugli scorci della cittadina più antica del regno di Uz. La tiepida luce proveniente dai locali che si affacciavano sulle viuzze tortuose, miste alle risate e al vociare delle tante persone, rendeva Qleiporth una delle città più vive dove la principessa Vera era stata negli ultimi mesi.
Dopo aver percorso un paio di chilometri tra le strade caldamente vissute, la ragazza si fermò davanti ad una vetrina in particolare. Iniziò a leggere con attenzione cosa fosse scritto sul pannello olografico proiettato all'ingresso, mentre Valteri si grattava il capo con fare perplesso, non avendo la minima idea di dove si trovasse; una volta ottenute le informazioni di cui necessitava, Vera fece cenno all'uomo in sua compagnia di seguirla all'interno del locale.
Forse ci siamo pensò Valteri che poi, leggendo il nome del posto appena raggiunto, quasi rischiò l'infarto. Si trattava un'officina per Ervlein-X, per la precisione di quella che sponsorizzava uno dei team partecipanti, dove, oltre alle riparazioni e le modifiche aerodinamiche del veicolo, venivano venduti i biglietti per le corse. La giovane principessa dai capelli scarlatti fu costretta a ripetergli di seguirla, poiché lui si era imbambolato davanti alla porta d'ingresso, incapace di credere a ciò che i suoi occhi stavano vedendo.
Per poter entrare nell'officina era richiesto un cospicuo pagamento, che lui non poteva affatto permettersi, ma Vera era stata così gentile da pagare tale quota per entrambi. Valteri era quasi certo di essere finito in un sogno. Varcò l'ampia porta e si ritrovò immerso nel mondo che, fino a quel giorno, aveva potuto ammirare solo da uno schermo. Sul bancone da lavoro era poggiato il motore di uno di quei potenti mezzi da corsa, capaci di toccare i duecento chilometri orari, con tutte le sue componenti in bella mostra. Poté ammirare il minerale che, attraverso una speciale gabbia di spire, generava un campo magnetico tale da far ruotare l'albero motore a gran velocità, la centralina, che trasmetteva le informazioni inserite sulla plancia di comando al motore, molto utile nel caso in cui avvenisse un guasto e si fosse costretti a cambiare dei parametri per salvaguardare le componenti più importanti, le varie condotte e tanti altri pezzi che non poté identificare. Su un secondo bancone, invece, vide gli aerofreni, strutture montate il più delle volte sulle ali posteriori in grado di sfruttare l'attrito dell'aria per le frenate e per migliorare il bilanciamento del mezzo in curva. Appese alle pareti, infine, c'erano le varie parti che componevano il telaio di un Ervlein-X, pronte ad essere assemblate sui mezzi che avrebbero preso parte alla gara.
Mentre Valteri si godeva il suo piccolo paradiso personale, la principessa Vera si avvicinò al proprietario dell'officina, molto preso dal suo lavoro, e richiamò la sua attenzione con un colpetto di tosse.– Scusi, ma non lo vede che sto lavor...
L'uomo rispose in maniera alquanto seccata, ma fu costretto a fermare le ultime parole in gola quando scoprì che si stava rivolgendo alla principessa di Meridian in persona. – Mi dica tutto, vostra grazia – disse lui, poggiando in fretta e furia i suoi attrezzi da lavoro sul bancone e mettendosi a completa disposizione della ragazza.
Vera gli illustrò il motivo per cui era venuta, chiedendogli infine se avesse quegli articoli e quale fosse il loro prezzo. L'uomo, mingherlino e oramai in età avanzata, rispose che aveva quanto richiesto e aggiunse che le avrebbe fatto uno sconto sull'acquisto per farsi perdonare di essere stato scortese, ma lei, ringraziandolo per il suo gesto, rifiutò l'offerta. Lo avrebbe pagato a prezzo pieno poiché quel denaro era parte del suo meritato stipendio e trovava ingiusto che se ne privasse a causa di un errore dovuto, magari, alla stanchezza di una dura giornata.
L'unica richiesta avanzata dalla principessa fu quella di impacchettare il suo acquisto in maniera carina, poiché si trattava di un regalo per un suo amico speciale. Attese, con il pacco regalo in mano, che Valteri terminasse il tour dell'officina, poi, quando lo vide dirigersi verso di lei, gli offrì il braccio per farsi accompagnare fuori. L'uomo, assai titubante, per non offenderla della sua cortesia, la prese sotto braccio e uscirono insieme di lì. Percorsi pochi metri, però, Vera ripensò alle battute di pessimo gusto rivolte a Valteri dai suoi amici e, non volendo compromettere l'immagine dell'uomo, decise di lasciare la presa. Anche Valteri sembrava più a suo agio dopo quella decisione.
I due continuarono la loro passeggiata per un'altra mezz'oretta buona. Vera approfittò di quel tempo per farsi una piacevole chiacchierata di Ervlein-X e di motorsport in generale, poi spiegò a Valteri come aveva scoperto quel luogo e gli rivelò che non era stato facile ricordarsi dove fosse collocato. A quell'affermazione, l'uomo scoppiò a ridere: la ragazza era sembrata così sicura di sé mentre si avventurava tra le strette strade di Qleiporth e invece aveva fatto solo scena. Persi nei loro discorsi, non si resero conto di aver raggiunto il distretto di periferia in cui abitava Valteri. Sembrava giunto il momento di salutarsi.
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Il Paradiso Perduto
Ficção CientíficaÈ possibile formare nuovi legami, creare amicizie, far nascere amori in un mondo il cui domani non è una certezza, dove la vita di ogni individuo è costantemente sull'orlo di un precipizio? In "Il paradiso perduto" verranno narrate le vicende di alc...