Un puzzo immondo, emanato dalle carcasse ammucchiate di Eurora, ristagnava nella buia via del distretto centrale; tuttavia, lo sguardo dei tre ragazzi era poggiato altrove, ben lontano da quei corpi in putrefazione, da quei mostri che, in altre condizioni, li avrebbero terrorizzati più della morte stessa. In piedi, celato dall'ombra degli imponenti edifici che stagliavano oltre gli stretti marciapiedi, indugiava un uomo o, almeno, la sua sagoma e la voce lasciavano presagire che lo fosse. Nonostante il silenzio quasi opprimente, nessuno dei presenti aveva sentito alcun rumore di passi: sembrava essere apparso dal nulla.
La principessa, con uno scatto fulmineo, si interpose tra la misteriosa figura avvolta dall'ombra e i suoi compagni, poi materializzò la sua spada bluastra e la fece roteare un paio di volte prima di assumere una posa difensiva. Mai avrebbe permesso a qualcuno di far loro del male. Li avrebbe condotti a Eden, dove avrebbero potuto ricominciare a vivere e a sognare dopo quel che erano stati costretti a subire a Olvak. Era una promessa e lei manteneva sempre le promesse fatte.
Il suono di alcuni passi riecheggiò nel silenzio della strada, accompagnato dalla stridio sinistro del metallo contro la superficie levigata del manto stradale. L'uomo si stava avvicinando con passo lento, quasi cadenzato. Rachel e Alek, i cui nervi erano tesi come corde di un violino, provarono a ripararsi dietro la risolutezza della principessa, la miglior spadaccina alla quale poter affidare le proprie vite.
Trascorsero pochi secondi, a detta dei tre ragazzi interminabili, prima che i lineamenti dell'uomo venissero rivelati dalla flebile luce dell'Elysion, l'arma impugnata dalla principessa. Ciuffi castani che gridavano a gran voce di essere accarezzati gli coprivano buona parte della fronte, mentre iridi cineree erano posate sulla figura di Vera, anche se lo sguardo appariva estraneo, lontano da quel mondo anni luce. Impugnava, con la mano sinistra, una lunga spada argentea dalla guardia a forma di anello; la lama era erta, troppo per poterla considerare tagliente, e dei simboli dorati adornavano la leggera scanalatura.
La principessa lo riconobbe subito; come non riuscirci, dopotutto. L'uomo che aveva incontrato tempo addietro ad Amnese e che mai avrebbe immaginato di rincontrare lì, a Minaly, si trovava proprio davanti ai suoi occhi. Non sapeva né cosa fare né cosa dire; era rimasta pietrificata. Nel frattempo, il ragazzo si teneva a debita distanza, a metà tra la luce della spada e l'oscurità della strada, mantenendo la sua posizione minacciosa, e aspettava una risposta da parte dei visitatori che, tuttavia, tardava ad arrivare. Accortasi che la sua compagna non riuscisse a proferire parola, Rachel raccolse tutto il coraggio che era riuscita a trovare e rispose finalmente alla domanda, ponendone a sua volta un'altra: "sei tu quello che si sta occupando della città?"
"Sì e no" fu laconico lui. Continuava a tenere salda la presa sull'arma, dando a Rachel l'idea che avrebbe potuto usarla contro di loro se avessero detto qualcosa di "sbagliato". Per quanto tale idea potesse sembrarle strana, il ragazzo in questione la metteva più a disagio della possibilità che i corpi marci alle sue spalle potessero rianimarsi in qualsiasi momento.
"Che ragioni avete di farlo?" -- le chiese Vera, senza abbassare la guardia. Benché avesse già avuto a che fare con quel ragazzo, non poteva essere certa di potersi fidare di lui; solo perché l'aveva rincuorata e protetta dalla folla inferocita, non significava che fosse una buona persona. Se lui aveva scelto di vivere fuori da Eden, poteva essere un ricercato imperiale o persino un tipo dalle losche intenzioni. Eppure, il suo cuore pareva avere tutt'altra opinione del ragazzo.
"Apprezzo la quiete che si respira in un luogo abbandonato" sollevò le spalle lui, senza fornire una vera risposta al quesito che gli era stato posto. "Invece voi? Cosa siete venuti a fare a Minaly? Non mi pare una meta turistica per civili spaesati.
"La tempesta" introdusse il discorso, Vera. "Ci siamo smarriti nel deserto a causa di questa e, per puro caso, siam finiti qui. Ce ne andremo appena ne avremo la possibilità.
STAI LEGGENDO
Il Paradiso Perduto
Ficção CientíficaÈ possibile formare nuovi legami, creare amicizie, far nascere amori in un mondo il cui domani non è una certezza, dove la vita di ogni individuo è costantemente sull'orlo di un precipizio? In "Il paradiso perduto" verranno narrate le vicende di alc...