CAPITOLO 19

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Il giorno dopo mi svegliai con un macigno al petto incredibile. Il mio primo pensiero fu un susseguirsi di immagini della sera prima, di quelle parole così piene di indifferenza e cattiveria che mi buttarono buttata giù, up po' come un'ancora che affonda nelle profondità del mare.

Mark continuò a chiedermi per altre due tre volte se andasse tutto bene ed io gli rispondevo dicendogli che stavo bene, quando non era così; alla fine però gli dissi che avevo dei dolori alla testa e che volevo tornare ai dormitori. Per tutto il viaggio non avevamo fatto altro che stare in silenzio, fu un bene perché non avevo voglia di parlare e ringraziai mentalmente Mark per non aver detto parola. Una volta arrivati gli rassicurai che mi sarei fatta sentire presto e lo abbracciai. In quell'abbraccio cercai di ringraziarlo per la piacevole serata, a parte la discussione con Liam, ovviamente.

Pensai a tutte quelle cose mentre mi preparai per uscire e fare una passeggiata da sola, giusto per schiarirmi le idee. Camminai nel bellissimo e solito parco, calciando qualche sassolino e mettendo i piedi tra i cumuli di foglie giallastre. Mentirei se dicessi di non aver pensato a Liam... quel ragazzo era così strano e aveva mille sfaccettature. Potevo benissimo comprendere la sua arroganza e il suo modo di essere chiuso per via del suo passato, ma non riuscivo a capire perché si comportava in quel modo con me. Feci un resoconto pensando al primo momento in cui lo vidi fino ad allora e arrivai alla conclusione che, a parte quei pochi e bei giorni in cui andammo d'accordo, eravamo sempre a discutere e a stuzzicarci. La cosa che mi dava i nervi era che con tutte le persone che conosceva, proprio me doveva prendere costantemente per il culo. Lo ammetto, mi piaceva e ne ero attratta, ormai c'ero dentro, sperai solo di non arrivarci fino in fondo.

Guardai l'ora e vidi che avevo tre ore a disposizione prima dell'appuntamento alla spa con Joye. Aveva dei buoni sconti e pensò di portarmi con se; così pensai di chiamare Zayn e di salutarlo, sperando che non fosse già tornato a Londra.

"Ehy straniera." Rispose al quarto squillo

"Parli tu" ridacchiai

"Allora, come va la vita?"

"Ti va di parlarne davanti una tazza di caffè?" proposi

"Certo occhi belli, dove ci vediamo?"

Alzai gli occhi al cielo sorridendo al nomignolo, prima di rispondergli dicendo che potevamo vederci al bar dove ci eravamo visti la prima volta.

Appena arrivai, spalancai la porta e entrai dentro. Fui sorpresa nel trovarlo già seduto ad un tavolo vicino le finestre. Mi fece un cenno di mano accompagnato da un bel sorriso e mi avvicinai, prendendo posto davanti a lui.

"Parigina, quale onore." Rise

"Smettila di affibbiarmi questi nomi e parlare come se fossi uscito da un libro..." sbuffai scherzando

"Sono acculturato, io. Sono un tatuatore ma non significa che sia come quei ciccioni barbuti che sputano merda appena aprono bocca."

"Okay, hai vinto." Alzai le mani

"Sempre...Allora te lo richiedo, come va la vita?"

Sapevo che mi avrebbe posto quella domanda di nuovo, sapevo a chi si riferiva e presi un respiro profondo prima di rispondergli.

"Puoi menzionarlo, sai?"

"Volevo essere sicuro se avresti capito."

"Bhe, non va."

"Mi ha accennato qualcosa, comunque." Mormorò, guardando verso il basso.

"E..?"

"Mi ha raccontato tutto, dal primo bacio fino a alla lezione che avete avuto ieri. Sono sincero, non voglio dirti cosa ne pensa lui e cosa ha detto nei dettagli perché sono cose vostre solo... Posso sapere cosa ne pensi tu di tutto questo?"

Whisper ; Liam PayneWhere stories live. Discover now