CAPITOLO 26

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Quella strega non si era neanche degnata di chiedermi scusa.

Ma d'altronde, di chi stiamo parlando?

Appena finii la lezione me ne andai immediatamente: quella volta fui io a darmela a gambe levate senza aprir bocca. Rimasi il più possibile nello spogliatoio per evitare che una volta uscita avrei incontrato uno dei due. Ripensai a quanto mi fossi sentita umiliata e, bambina com'ero, mi veniva quasi da piangere. Il fatto che Liam avesse assistito a tutto ciò poi non aiutava a calmarmi, per niente. Per ammazzare il tempo ripiegai almeno una decina di volte gli indumenti che avevo usato per venire a lezione, anche se non serviva molto perché li avrei messi in lavatrice appena arrivata in stanza; poi, accorgendomi che fosse stupido continuare a fare quello che stavo facendo, decisi di farmi una doccia lì, tanto non c'era nessuno. Mi tolsi i vestiti, sempre con tutta la lentezza del mondo, mi feci uno chignon alto e misi piede sulle piastrelle fredde del box doccia. Rabbrividii appena l'acqua fredda si schiantò sul mio corpo e quando venne sostituita da quella calda, mi rilassai; sparsi il mio bagnoschiuma ai frutti di bosco sul corpo e una volta sciacquata uscii fuori. Stavo finendo di indossare il mio reggiseno color verde acqua quando un forte bussare alla porta mi paralizzò.

"Solene, che fine hai fatto?" tuonò Liam, quella voce la riconoscevo troppo bene oramai.

Oddio è qui.

Portai immediatamente il mio accappatoio davanti il corpo per coprirmi. Lo lasciai subito cadere quando realizzai che non mi avrebbe comunque vista e mi infilai le altre cose in fretta e in furia.

"Vai via di li Liam, non ho voglia di sentirti." Urlai di rimando

"Non fare la bambina, esci forza, è da mezz'ora che sei li dentro!"

Sbuffai ed alzai gli occhi  al cielo prima di sistemare, o meglio, gettare le cose dentro il borsone ed uscire fuori dallo spogliatoio senza degnargli un'occhiata. Camminai dritto per il corridoio con le braccia incrociate al petto a sentire le sue imprecazione che mi dicevano di fermarmi ed ascoltarlo. Ma non lo feci, sta volta non avrei dato tante soddisfazioni. So che se avrei ceduto sarei esplosa, infatti...

"Porca puttana fermati." Disse strattonandomi per il braccio e sbattendomi contro il portone.

"Non farmelo ripetere Liam, non voglio sentirti."

"Invece tu lo farai, dannazione"

Usò il mio silenzio come conferma per farlo parlare.

"Mi dispiace per come ti ha trattata Claire poco fa."

Mi innervosiva  il modo in cui pronunciava il suo nome, lo faceva senza paura e con troppa confidenza.

"Non potevo mettermi in mezzo. Si sarebbe infuriata con me dopo."

"O certo, difendiamo la buona di Claire allora." Sbuffai lasciando uscire una risatina amara.

"Non intendevo questo, perché sei così difficile?"

"Proprio tu parli? Sei un bipolare di merda! So che l'hai baciata per farmi un dispetto e farmi star male. Bhe, vuoi sentire l'ultima? Ci sei riuscito e hai vinto, complimenti. Ma sappi che sono stufa di giocare a questo gioco."

"Non sto giocando."

"Ah no? Perché a me pare proprio così."

"Non mettere in mezzo i nostri sentimenti adesso."

"Sai che c'è? Avevi ragione l'altro giorno. Basta così. A presto Payne." Lo liquidai cercando di usare lo stesso tono che aveva usato con me il sabato prima. La sua faccia rimase di stucco ed uscii da quella porta con un sorrisino di vittoria sulla bocca.

Whisper ; Liam PayneWhere stories live. Discover now