CAPITOLO 37

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Come promesso, indossai i jeans preferiti da Liam. La prima volta che li notò fu quando andammo da soli al cinema, qualche giorno dopo la festa di Cath. Appena mi vide quasi mi costrinse a cambiarli perchè

"Odio l'idea che qualcuno, oltre me, possa ammirare il tuo bel fondoschiena."  aveva detto.

Ovviamente, non li cambiai; potevi fottermi cuore, cervello e anima quando volevi Liam Payen, ma addirittura farmi cambiare paia di pantaloni... no grazie.

Quella sera, appena oltrepassai il portone per dirigermi fuori il giardino notai di come facesse freddo per essere alla prime settimane di ottobre. A Parigi era diverso, decisamente. Ma d'altronde, dovevo ancora realizzare il fatto di aver cambiato paese e che il clima li era molto più che diverso. Dei passi mi fecero tornare alla realtà e notai Liam, con tanto di sorriso, venirmi incontro.

"Sei in ritardo." borbottò prima di piantarmi un bacio all'angolo della bocca.

"Ero impegnata a trovare questi maledetti jeans." Risposi una volta che circondai le mie braccia attorno al suo busto e posizionai la guancia sul suo addome, respirando il suo profumo.

"Noto con piacere che li hai indossati infatti." rispose.

Sentii una sua mano posizionarmi sulla natica sinistra e stringerla lentamente.

"E non sai quanto ne sia felice." sussurrò.

Ridacchiai e lo spinsi via da me in modo giocoso.

"Dove andiamo?"

"Avevo pensato di andare al parco, quello col laghetto. Ma fa troppo freddo questa sera."

Non sono l'unica a pensarlo, allora.

"Per cui, credo che andare ai Grandi Magazzini sia l'unica chance che abbiamo." aggiunse con un'alzata di spalle.

"Per me è okay."

"Vieni, la macchina è per di la." annunciò dopo aver intrecciato le mie dita alle sue e condurci alla sua auto.

Il viaggio in macchina durò pochissimo, per via delle strade libere, e non ci fu per niente imbarazzo tra di noi. Le prime volte entrambi eravamo molto impacciati sul da farsi e finivamo sempre per stare in silenzio. Mentre quella volta cantammo le canzoni che passavano alla radio e rimasi sorpresa quando cominciò a fare il beat-boxing.

"Non ci credo, sai fare anche questo." dissi con bocca e occhi spalancati.

"E' questo il punto, sono bravo in molte cose, io." rispose

"Per quanto mi riguarda, solo nel campo della musica lo sei." lo sfidai

"Potrei mostrarti benissimo altri di quelle cose che so fare, Sol."

"Si ma qui in macchina non si può far niente." risposi con fare ovvio.

"E' qui che ti sbagli; in macchina si possono fare così tante di quelle attività che non ne hai idea."

Quando realizzai cosa intendesse, diventai probabilmente bordeaux e mi girai verso di lui, intento a lanciarmi occhiatine maliziose.

"Sei un depravato." mormorai sorridendo

"Sono realista, è diverso. E , giusto in caso te lo stessi chiedendo: no, non mancherà occasione di mostrartelo." continuò.

"Di sicuro." risposi scuotendo la testa divertita.

"Oh, contaci."

-

Ai Grandi Magazzini ero venuta solo una volta con tutti gli altri, era quel giorno dove andammo a comprare i costumi per festa. Per prima cosa, ci fermammo a mangiare da Enzo's un piccolo e confortevole ristorante italiano; era uno di cui locali che all'apparenza, avendo solo qualche tavolo e poche persone dentro, non sembrava molto invitante, ma che alla fine si rilevava avere dei piatti squisiti.

Whisper ; Liam PayneWhere stories live. Discover now