CAPITOLO 42

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Spalancai gli occhi quando la vidi afferrare il vaso che ero posto sopra il tavolino alla nostra destra ed entrambi facemmo qualche passo indietro quando l'oggetto si rupe in mille pezzi ai nostri piedi. Un urlo di rabbia lasciò le sue labbra e i suoi occhi in quel momento stavano letteralmente fulminando i miei.

Se gli sguardi potessero uccidere.

"Sei impazzita?" urlai alzando le mani in aria.

"Non parlare cazzo." Disse tra i denti "Sapevo che quella piccola insolente si sarebbe messa in mezzo. Vedevo il modo in cui la guardavi e il modo in cui ti ha sempre guardato. Dovevo immaginarlo che sarebbe andata a finire così." urlò

"Fammi solo spiegare e calmati, prima di tutto."

"Io non prendo ordini da nessuno ne tanto men-"

Le sue parole furono fermate dal piagnucolio che ne uscì subito dopo. Seguii il suo sguardo ,che era rivolto verso il pavimento, e li capii. Senza accorgersene aveva messo i piedi ,nudi, sopra alcuni pezzi di vetro. Quando riportai gli occhi al suo viso, notai che era impallidita e che, silenziosamente, stava piangendo.

"Ferma la." Le ordinai.

Mi tolsi la giacca e, passando attorno ai vetri, arrivai dietro il suo corpo e l'afferrai tra le braccia, portandola poi sul divano. Andai in bagno ed afferrai un panno, che bagnai con dell'acqua, del disinfettante e dell'ovatta. Quando tornai al salone, trovai Claire ad ispezionare il suo piede, borbottando qualche imprecazione quando, col dito, toccò probabilmente una ferita.

"Non toccarla che è peggio. Ci penso io, dammi qua." Annunciai una volta essermi messo seduto sul divano ed afferrato i suoi piedi, mettendoli sopra le mie gambe.

"Ringrazia il cielo che non ti sono entrati dentro la carne." Le dissi, pulendo quel poco di sangue col panno bagnato.

"Ringrazia il cielo che non ti ho spaccato quel fottuto vaso in testa." Frignò

La mandai direttamente e mentalmente a quel paese, con tanto di occhiataccia.

"Se fossi stato un altro, in questo momento sarei già fuori da quella porta." Mormorai

"Cosa intendi?"

"Che lanciare un vaso per terra come una pazza non è stata la miglior cosa da fare." Borbottai.

Una volta finito di disinfettare i piccoli tagli, mi alzai dal divano dirigendomi in cucina. Buttai il pezzo di ovatta nel cestino e con l'occasione, bevvi un sorso d'acqua. Una volta raggiunta Claire, mi sedetti di nuovo sul divano, mantenendo una certa distanza.

"Non posso credere che ti sia ridotto così." Disse di punto in bianco

"Cosa intendi?"

"Solene? Sul serio Liam? Ti facevo più maturo." Ridacchiò

"Non sai niente ne di lei e ne di quello che provo per i suoi confronti." Risposi rudemente. "..la parola amare per te è impossibile da comprendere, e lo dico perché ti conosco fin troppo bene." Continuai

"So cosa significa, perché io ti amo, Liam." Sospirò

Io ti amo, Liam. Io ti amo, Liam.

Queste tre parole risuonarono nella mia mente e in seppi che non portavano a niente di buono.

"Non è possibile."

"Accettalo Liam, è così." Rispose calma. Fin troppo calma.

Il fatto che stesse mantenendo il suo autocontrollo non mi piaceva per niente e sapevo che in quella mente contorta stasse confabulando qualcosa.

Whisper ; Liam PayneWhere stories live. Discover now