CAPITOLO XXXIII

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Quando mi ripresi i ragazzi, dopo miei vari inviti, erano già andati in spiaggia. Era pomeriggio inoltrato e l'idea era quella di rimanere lì direttamente per fare quel famoso falò che si era deciso la notte scorsa e di cui mi aveva parlato Minho.

In verità non mi sentivo ancora pienamente in forze per poter affrontare un pomeriggio sotto il sole cocente ma non volevo far preoccupare ulteriormente gli altri e, cosa non poco rilevante, volevo assolutamente parlare con Minho benché non avessi deciso ancora di cosa esattamente.

Probabilmente avrei preso una decisione solo quando me lo sarei visto davanti.

Così mi cambiai e, senza fretta, raggiunsi gli altri al solito posto.

A quell'ora non c'era quasi più nessuno se non qualche anziano o coppietta e, per mio immenso piacere, il sole non picchiava tanto come mi aspettavo.

Da lontano Wooyoung fu il primo ad accorgersi di me sventolando la mano tutto contento. Era insolito vederlo seduto sotto l'ombrellone quindi sospettai che stesse aspettando il mio arrivo.


"Ti stavo aspettando." Disse infatti quando mi avvicinai. "Come ti senti?"

Sorrisi lusingata dalle sue preoccupazioni.

"Decisamente meglio grazie. Non stare così in pensiero...non è successo nulla."

"Insomma. Prima mi sono un po' spaventato ti dico la verità."

Aveva ancora lo sguardo preoccupato esattamente come quando mi ero risvegliata sul letto di Jisung e non sapevo se fosse solo per la mia condizione psico-fisica o se ci fosse altro. Avevo una sorta di sesto senso con le persone, soprattutto se a me care.

"Naaaah. Sono una roccia!"

Sembrò riprendersi un po'. Poi mi indicò oltre i nostri ombrelloni.
"Facciamo due passi? Te la senti?"

"Certo."

Salutai gli altri ragazzi amanti dell'ombra e lo seguii in quella passeggiata che mi sapeva un po' strategica.

Per un paio di minuti rimanemmo in silenzio, lui guardava dritto e io mi godevo il paesaggio non volendo iniziare, in realtà, la conversazione.

"Pensi che potrai recuperare altri ricordi?"

Eccolo. Anche questa volta il mio sesto senso ci aveva preso. Mi voltai verso di lui come se lo vedessi per la prima volta: sembrava del tutto diverso dal solito Wooyoung spensierato ed allegro.

"Eh, bella domanda. Non saprei dirti con certezza. Forse sì o forse no. Dovrei prima parlarne con la mia psicologa. Perché?"

Avevo detto la verità. Come potevo dargli una risposta così su due piedi...

Notai che stava giocherellando con l'anello che aveva all'indice con fare ansioso.

"Perché ho paura."

Non mi aspettavo quella risposta. Improvvisamente notai tutta la sensibilità e la fragilità di quel ragazzo. Il Wooyoung che si pavoneggiava a spaccone di fronte a tutti e a tutto in realtà aveva un animo gentile ed io questo lo sapevo, ne avevo avuto già prova in diverse occasioni per lo più quando eravamo solo noi due. Ma ora, con quegli occhioni che cercavano delle certezze dai miei, era come un bambino impaurito davanti ad una situazione sconosciuta. 

"E perché dovresti?"

Lui si fermò: "Perché temo che quando ti tornerà la memoria tu possa decidere di lasciarmi...per qualcun altro."

Ora, non so se Hongjoong avesse parlato effettivamente dei suoi sospetti con Wooyoung o se mi fossi fregata con le mie stesse mani facendolo ragionare in quei termini, sta di fatto che io, in quel momento, mi sentii impreparata. Non avevo messo in conto che Wooyoung potesse avere quei pensieri e che temesse addirittura un mio allontanamento da lui. Provai ad immedesimarmi ed, effettivamente, iniziare una relazione con una ragazza senza ricordi, con il suo ex nella propria cerchia di amicizie/conoscenze ed ora con la concreta possibilità che lei possa recuperare i propri ricordi, non doveva essere una circostanza piacevole, anzi, ci voleva coraggio. E lui con me lo aveva avuto. 

MAZE OF MEMORIES // LEE MINHODove le storie prendono vita. Scoprilo ora