Cap. IV

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Passarono due giorni, due interi giorni in cui non riuscii nemmeno a trovare le forze per alzarmi dal letto.

La mia camera era un via vai di guaritori, esperti, personaggi eccentrici che non avevo mai visto e venivano da chissà dove.

Nessuno sembrava riuscire a togliermi quel maledetto limitatore. Avevano provato qualsiasi cosa, incantesimi, pozioni, unguenti, a farmi ripetere frasi in lingue che nemmeno conoscevo.

E tutti se ne erano andati con la stessa frase: ''non c'è niente che si possa fare.''

Ormai l'avevo accettato. Non sentivo grandi differenze a dire il vero, ero solo sempre costantemente stanca. Ma forse era il mio corpo che stava cercando di abituarsi, forse ancora qualche altro giorno e poi sarei stata bene.

Si, doveva essere cosi.

Draco non venne mai più da me. Non osai domandare dove fosse e come stesse, nessuno in quella casa sapeva meglio di me che non era possibile avvicinarlo a meno che non lo volesse. E mi dava proprio l'idea che non si fosse fatto più avvicinare da nessuno.

Narcissa venne a trovarmi nel pomeriggio, ma nemmeno lei aveva più visto il figlio e non riuscì a darmi alcuna informazione rilevante.

Sarebbe tornato da me quando fosse stato pronto. Non potevo fargliene una colpa, mi avevano maledetto sotto il suo naso, nel suo Ministero. Doveva essere fuori di sé, lui che doveva avere sempre il controllo di ogni cosa, lui che aveva centrato gli ultimi mesi della sua vita a proteggermi, alla fine nel momento più importante, non c'era riuscito.

No, io lo capivo, lo capivo sul serio.

perchè proprio come te ha fallito , bisbigliò una voce nella mia testa, non la mia voce, la voce di quella stramaledetta strega bionda.

Ormai si stava facendo quasi buio. Mi rigirai nel letto e cercai di prendere sonno.

Era quasi l'alba quando mi risvegliai e aprendo gli occhi notai un bigliettino sul comodino.


devo parlarti, appena ti svegli manda a chiamarmi. É URGENTE.

-D


Mi alzai da letto e mi sgranchii le ossa. Mi facevano male i muscoli a furia di stare ferma immobile in quella posizione. L'avrei cercato personalmente, dovevo sforzarmi di muovermi o sarei rimasta cosi letargica per sempre.

Indossai un vestito leggero, marrone scuro, e mi incamminai. Ero lenta, ogni tanto barcollavo ancora ma tutto sommato almeno adesso ero in grado di stare in piedi. Stavo guarendo, stavo migliorando.

Mi aggrappai al corrimano mentre scendevo le scale, per evitare di inciampare e rompermi l'osso del collo. Nella villa regnava un silenzio rasserenante, era presto e stavano ancora tutti riposando.

L'aria era fresca ed il sole si infiltrava dalle finestre. Da quando ero andata a vivere lì, Draco aveva fatto sparire tutte le tende. Come se sapesse quanto detestavo i luoghi chiusi e bui, mi ricordavano del tempo che avevo passato in quel maledetto castello a farmi lanciare maledizioni a non finire dal Signore Oscuro.

La villa aveva preso un aspetto nuovo, meno tetro per quanto possibile.

Arrivai fino al salotto che dava sulle cucine, pensando di risalire l'altra rampa di scale che dava verso lo studio di Draco ma mi fermai quando lo trovai che dormiva su uno dei divanetti.

Aveva un completo grigio fumo completamente sgualcito addosso. Dormiva con le braccia dietro la testa. Il suo petto si abbassava e alzava lentamente. Sembrava sereno, almeno mentre dormiva sembrava che nessuna strana preoccupazione gli succhiasse via l'anima come accadeva quando era sveglio.

Uccello in gabbia (Stirpe parte 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora