Sersi
Aspettai una decina di minuti prima che uno di quei mostri piombasse in quella stanza come se fosse sua.
Non mi mossi dal letto e lo guardai di soppiatto.
Aveva i capelli biondo spento, il viso pulito e dai lineamenti delicati, vagamente androgino.
Era bello come gli uomini nei dipinti del 1600. Sembrava un angelo e decisamente non lo era.
Così profondamente sbagliato.
La loro bellezza era sbagliata, una trappola."Eccoti qui."
Non osai nemmeno respirare.
Lui poteva sentire il mio cuore battere, il sangue scorrermi nelle vene.Poteva percepire la mia paura.
Fece una serie di passi nella mia direzione e si fermò proprio davanti a me.
Mi afferrò il mento costringendomi ad alzare il viso verso il suo."So che hai l'abitudine di guardare negli occhi." Disse divertito. "Non mi dispiacerebbe se lo facessi ora."
Ma io ostinatamente guardai altrove.
Lui sospirò "sei cocciuta esattamente come mi aspettavo." La sua mano scese lentamente fino alla base del mio collo e con una leggera spinta ma decisa mi fece distendere sul letto."Ti hanno mai morso con il veleno? Potrei farlo."
Era una proposta.
Non l'avevano mai fatto e per come l'aveva descritto Ryon, avevo paura che lo facessero.
Sarei diventata dipendente? Mi sarei comportata in un modo tanto vergognoso da pentirmene per il resto della mia vita? Avrei perso il controllo?
Oppure mi avrebbe aiutata ad andare avanti? Ad attutire il peso di quello che sarebbe successo da lì in poi?
Cosa avevano pagato per fare? C'erano dei limiti?
Fu solo allora che parlai.
"Hai pagato per mordermi? Per il mio sangue?""Ho pagato per il tuo sangue, è cosi. Ma posso fare quello che preferisci."
Sembrò accondiscendente ma non lo era. Sembrò persino gentile, ma non lo era."Fai come ti pare." La mia voce suonò vuota com'era il mio petto.
Mi afferrò un polso e se lo portò alle labbra.
Sfoderò i denti e li affondò nella mia carne.Il veleno entrò in circolo all'istante con una potenza tale che il respiro mi si mozzò in gola.
Emisi un rantolo, come se stessi per morire eppure mi sentivo viva, vivissima.
Felice, piena, appagata, completa.
Ero nel posto giusto al momento giusto.
La prima sensazione fu di sollievo, di serenità.
La mia testa era leggera, le mie preoccupazioni sparite. La vita mi sembrava solo carica di amore e luce, di possibilità positive e speranza.
Poi un'ondata di piacere arrivò subito dopo. Di piacere fisico a sovrastare quello mentale.
Cominciai a desiderare di più, a desiderare quello sconosciuto di cui non sapevo nemmeno il nome.
Mi tirai su avvicinandomi a lui che mi rivolse uno sguardo carico di malizia, ancora con il mio polso contro le labbra.
Gli strinsi le gambe attorno ai fianchi e lo trascinai giù con me, sopra di me.
Smise di mordere e poggiò le mani ai lati della mia testa per sorreggere il suo peso.
Poi mi sorrise. I suoi denti erano sporchi di sangue. Del mio sangue.
Avrei dovuto gridare, scappare. Ma non feci niente di tutto ciò.
Gli sorrisi, gli sorrisi perché il veleno mi aveva fottuto il cervello.
Una parte di me, una microscopica parte, sapeva che era sbagliato, che tutto era sbagliato. Ma alla parte di me completamente drogata non importava.Alzai la testa e le mie labbra incontrarono le sue. Il bacio si fece più profondo di quanto avessi mai potuto immaginare ed il sapore del mio stesso sangue mi si riversò sulla lingua.
Era amaro proprio come mi avevano detto.
Si staccò da me e mi affondò i denti nel collo con un gemito.
Mi muovevo contro di lui, sotto di lui. Eppure non mi toccò mai.
Il che ovviamente, in quello stato, mi fece perdere ancora di più la testa."Toccami" implorai.
Lui allungò il braccio e mi afferrò l'interno coscia sinistra, stringendo talmente forte da farmi male. Ma non protestai, anzi. Il mio corpo traditore apprezzava qualsiasi tipo di contatto, persino il dolore.
Cosi, nonostante tutto, ansimai.
Mi trovavo in uno stato pietoso quando finalmente si staccò da me.
Mi tirai sui gomiti e lo guardai furente.
Mi sentivo andare a fuoco.
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Uccello in gabbia (Stirpe parte 2)
أدب الهواة-Segue Stirpe- Si dice spesso che amore ed ossessione siano divisi da una linea sottile, ma mai sottile quanto la linea che separa amore ed odio. E nessuno è in grado di odiare quanto la persona che ha amato di più. TW: violenza, esplicito, contenut...