20;

55 4 0
                                        

Con un senso di inquietudine crescente, mi sveglio nella penombra della mattina. Il mio respiro è affannoso, e il cuore batte freneticamente nel petto, come se volesse sfondare le mie costole. Daryl è scomparso, e con lui se ne è andata anche Carol, in cerca di indizi per trovare Beth.

Mi siedo sul pavimento coperto, stringendo le mani nei pugni serrati, mentre la solitudine mi avvolge come una coltre fredda. Le pareti della chiesa sembrano restringersi intorno a me, e il silenzio è così opprimente che posso sentire il suono del mio stesso battito cardiaco. Il conflitto con Rosita ed Abraham aggiunge un ulteriore peso al mio cuore già gravato di preoccupazioni.

Con passo incerto, mi alzo dal letto e mi avvicino alla finestra, scrutando il mondo esterno con occhi pieni di apprensione. Mi sento vulnerabile e sola, ma so che devo mantenere la calma, devo restare concentrata. La ricerca di Beth e Daryl non può aspettare, ma devo essere pronta ad affrontare qualsiasi sfida possa presentarsi lungo il cammino.

<<Sam, come stai?>> chiede Rick, avvicinandosi con uno sguardo preoccupato.

<<Mi sento persa,>> rispondo a voce bassa, il mio tono intriso di frustrazione. <<Daryl è partito senza dire una parola, e ora mi sento completamente sola.>>

Rick annuisce comprensivo. <<Lo capisco, ma non poteva perdere quegli indizi, ha preso una decisione, e noi dobbiamo rispettarlo.>>

<<Lo so>> dico con un sospiro. <<Devo solo trovare un modo per risolvere questa situazione.>>

<<Rimani forte, Sam,>> mi incoraggia Rick, posando una mano sulla mia spalla. <<Siamo qui per te.>>

Con un sorriso forzato, annuisco in risposta alle sue parole di conforto. Anche se la paura e l'incertezza mi opprimono, devo trovare la forza di andare avanti.

Sotto l'albero, con il cuore affannato e lo sguardo perso nell'infinito, rivivo quei momenti di due sere fa nel bosco con Daryl. La luce filtrante tra le foglie crepuscolari proietta ombre danzanti sul mio viso, mentre il ricordo riemerge nella mia mente agitata.

Sono di nuovo lì, circondata dal silenzio del bosco notturno, con il calore del fuoco che arde accanto a noi. Davanti a me, Daryl, con il suo sguardo intenso che sembra penetrare nell'anima, mi ascolta mentre confido le mie speranze e le mie paure.

Le fiamme danzanti proiettano ombre oscure sul suo volto determinato, mentre le nostre parole si mescolano nell'aria fresca della notte. Mi sento protetta e compresa, avvolta dalla sua presenza rassicurante.

In quel momento, tra gli alberi secolari e il chiarore delle stelle, trovo conforto nel ricordo dei nostri momenti trascorsi insieme. E anche adesso, mentre il ricordo svanisce lentamente, resto ancorata a quell'istante di intimità e connessione, cercando rifugio nel calore dei ricordi con Daryl.

Mi sveglio dal mio stato di riflessione quando Carl mi chiama dalla chiesa. Sento il bisogno di strizzare gli occhi e di scrollarmi di dosso i pensieri che mi avevano avvolto mentre ero accovacciata sotto l'albero. Riesco a mettere insieme abbastanza lucidità da farmi strada fino alla chiesa.

Appena entro, Abraham prende subito la parola con la sua solita franchezza: <<Dobbiamo muoverci verso Washington.>>

La mia mente, ancora intorpidita dai pensieri riguardanti Daryl e Carol, fatica a reagire immediatamente. Ma quando riesco a riportare l'attenzione alla discussione in corso, mi sento obbligata a proporre un'alternativa.

<<Forse dovremmo aspettare che Daryl e Carol siano tornati,>> suggerisco, cercando di far emergere una voce di prudenza nel gruppo.

Rick interviene, appoggiando la mia proposta: <<Sì, meglio non separarsi.>>

Immune priquel; daryl dixonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora