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Mi accampo nei pressi di un ruscello, la freschezza dell'acqua mi ristora mentre pulisco il mio volto sporco di sangue e sporcizia accumulata durante la fuga. Sento il fresco tocco dell'acqua sul mio volto, come una carezza che lava via le tracce di una notte di terrore.

Quando le prime luci dell'alba illuminano il cielo, scruto l'orizzonte alla ricerca di un rifugio sicuro. È allora che vedo un'enorme struttura emergere all'orizzonte, un magazzino abbandonato che si staglia contro il cielo ancora scuro.Mi avvicino con cautela, osservando ogni dettaglio dell'edificio.
Le sue mura scrostate e le finestre rotte sembrano custodire segreti oscuri, eppure rappresentano la mia unica speranza di trovare riparo.
Ripenso alla notte precedente, alle minacce e ai pericoli che ho affrontato, e mi preparo mentalmente a fronteggiare qualsiasi sfida dovesse presentarsi. Cammino con passo felpato, scrutando attentamente i dintorni in cerca di eventuali minacce.
Continuo a muovermi con attenzione, cercando angoli nascosti dove potermi nascondere e riposare.
Decido di fare uno scudo di vaganti intorno a me, suonando il fischietto con forza per attirare la loro attenzione. È una precauzione necessaria, un modo per tenermi al sicuro mentre esploro l'edificio alla ricerca di un rifugio sicuro.

Accendo la torcia, il suo bagliore svela un magazzino avvolto nell'oscurità, illuminato appena da una larga finestra. Uno sguardo veloce verso gli scaffali e la mia borsa scivola dalle spalle, precipitando al suolo con un tonfo. Un brivido di eccitazione mi attraversa la schiena, la mia fortuna sembra essere cambiata.
<<Disperdetevi nel magazzino,>> ordino ai vaganti, dando loro istruzioni per evitare di ostacolarmi mentre inizio a esaminare le scorte.
Davanti a me si estende un vero tesoro: scatole di cibo, acqua imbottigliata, e una varietà di beni essenziali che potrebbero garantire la mia sopravvivenza per giorni, se non settimane.
Senza esitazione, afferro un sacco vicino a un cadavere e mi metto a raccogliere tutto ciò che posso, muovendomi con determinazione tra gli scaffali. I miei movimenti sono rapidi ma precisi, concentrati nel raccogliere il maggior numero possibile di risorse preziose prima che sia troppo tardi.

Prima che il sacco raggiunga il limite della sua capacità, un rumore improvviso squarcia l'aria: lo sparo di un fucile. Il suono riecheggia nel buio circostante, facendo sobbalzare il mio cuore nel petto. Sentendo i vaganti allontanarsi in risposta al colpo, mi butto a terra con la busta pesante ancora stretta tra le braccia.

<<Harry? Josh?>> sussurra la voce, appena percettibile nel silenzio che segue lo sparo.
Stringo il sacco con più forza, cercando rifugio nell'ombra e sperando di passare inosservata. Gli spari continuano, ma fortunatamente non sono rivolti a me; sono i vaganti circostanti che vengono presi di mira.
Muovo con cautela, cercando di rimanere nascosta, ma poi lo vedo: è proprio davanti a me, con il fucile puntato nella mia direzione.
<<Ti ho vista non muoverti>> mi ordina.

Il tempo sembra rallentare mentre il suo sguardo si posa su di me, il mio respiro diventa corto e affannoso mentre aspetto, pregando di non essere scoperta.

<<Bestiacce>> sussurra l'uomo con rabbia, colpendo un vagante con la canna del fucile mentre si avvicina a lui.Le mie mani tremano leggermente mentre tento di mantenere la calma. <<Ti posso aiutare>> dico con voce flebile, alzando le mani in segno di resa. <<Chiedo solo queste scatole, sto morendo di fame>> imploro, sentendo l'ansia crescere dentro di me.
L'uomo mi osserva con sospetto, il fucile ancora puntato nella mia direzione. <<Come mi potresti aiutare, sentiamo?>> chiede, scrutando il mio volto con attenzione, e la paura inizia ad avvolgermi come un'oscura nebbia.Mentre cerco disperatamente di trovare le parole giuste per convincerlo, un pensiero improvviso mi balena in mente. <<Fermatevi>> comando ai vaganti che ci circondano, cercando di mantenere una certa autorità nella mia voce. Miracolosamente, essi obbediscono al mio comando, fermandosi sul posto come se avessero compreso le mie parole.
L'uomo gira il fucile verso di loro, sorridendo compiaciuto della mia richiesta. Mentre si avvicina, cerco freneticamente di elaborare un piano per convincerlo a lasciarmi prendere il cibo.
<<Sono sicura che c'è qualche angolo prezioso qui, intasato da vaganti. Posso sgomberare qualsiasi posto>> dico rapidamente, sperando che la mia proposta abbia successo nel farlo desistere dal suo atteggiamento minaccioso.
L'uomo mi guarda con attenzione, ma alla fine abbassa il fucile, come se avesse trovato un minimo di fiducia in me. Non so quanto durerà, ma al momento mi sento sollevata che abbia accettato la mia proposta.

Immune priquel; daryl dixonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora