Arrivarono nel camino della tenuta Malfoy. Nel secondo in cui i suoi piedi si posarono sul marmo lucido, le luci si accesero, come se tutta la casa lo avesse riconosciuto, in attesa del suo arrivo.
"Dov'è la pergamena?" Chiese lei uscendo dal camino e lisciandosi il vestito.
Malfoy aprì la sua mano. "Accio, pergamena."
Qualche secondo dopo la pergamena volò tra le sue mani.
La aprì e lei guardò sopra la sua spalla, leggendola insieme a lui.
"Ti dice ogni volta che qualcuno ha usato il Celeritas," le spiegò facendo scorrere il dito sulla riga.
Prima che potesse esprimere il suo sospetto, lui lo confermò: "Le ultime due date sono collegate alle vittime."
Qualcosa in lei non voleva crederci, ma ecco le prove. Il Ministero non era solo negligente nell'investigazione dei Mangiamorte – stavano coprendo il tutto. Ma perché?
"Pensi che ci sia il Ministero dietro gli omicidi?" Lo chiese e le sembrò impensabile, ma lo era anche l'idea che cercassero di coprire degli omicidi.
"Non mi sorprenderebbe se lo facessero", disse Malfoy. "Non ho la massima opinione del Ministero".
Voleva fargli così tante domande. Perché uccideva per conto del Ministero? Chi decideva quali Mangiamorte dovevano finire sulla sua lista? Chi gli stava dando questi ordini? Sapeva bene di non doverne parlare ad alta voce.
Malfoy richiuse la pergamena in silenzio. Era una strana immagine – l'erede Malfoy nella sua villa. Sembrava in qualche modo che stesse per inghiottirlo tutto; troppo grande per una sola persona per viverci da sola. Aveva chiamato il maniero un vecchio amico, che era l'ultima cosa a cui Hermione avrebbe pensato guardandolo.
Il maniero sembrava adatto ai Malfoy. Irraggiungibile. Freddo. Aristocratico. Ma c'era un fuoco in Malfoy e si chiese se non stesse venendo lentamente soffocato dalla freddezza che lo circondava. Non solo dal maniero, ma anche dal muro di ghiaccio che apparentemente aveva eretto intorno a sé.Stava lì, come una statua antica e sempre così controllato. Lei era l'opposto, non era mai riuscita a nascondere quello che provava. Malfoy era come un puzzle e lei voleva disperatamente risolverlo anche se non capiva il perché.
"Come possiamo scoprire se c'è il Ministero dietro questi omicidi?" Chiese finalmente interrompendo il silenzio.
"Possiamo?" Chiese lui. "Ricordo chiaramente che avevi detto di voler finire questo incarico."
"Beh, non è ancora finito, no? Anzi, è diventato più grande."
Lui sospirò, sembrava stanco. "Granger, questa non è la tua battaglia. Hai fatto la tua parte. Se ci servirai per altre cose riguardanti le pozioni, te lo farò sapere."
Aveva detto che voleva farla finita, ma ora le sembrava il contrario di quello che voleva. Avrebbe significato tornare alla sua vita normale. Non si era resa conto di quanta distrazione le avesse procurato l'indagine. Per la prima volta dopo tanto tempo, sentiva di avere di nuovo uno scopo.
"Questo era prima di sapere che c'era dietro il Ministero," disse lei. "Rimango."
La guardò come se volesse verificare se lei intendesse davvero quelle parole.
"Ma a una condizione," aggiunse lei.
Il suo sopracciglio si sollevò in modo familiare e un sorrisetto gli si accostò alle labbra. "Oh?"
"Devo essere inserita negli scudi per la tenuta. Non puoi dovermi smaterializzare tu ogni volta e non voglio camminare in quella dannata foresta dimenticata da Dio."
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Damaged Goods | Traduzione in ITALIANO
FanfictionHermione, ora nel pieno dei suoi 20 anni, è tornata a Hogwarts per proseguire studi di livello superiore. Cercando di dimenticare i traumi che la guerra le ha inferto, passa una notte di lussuria con un certo Purosangue. Ma quella notte porta con se...