Capitolo 40

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La testa le pulsava. In lontananza si sentiva uno sgocciolio che sembrava trapassarle il cranio. Sentiva la lingua pesante e la bocca secca. Lentamente aprì gli occhi, cercando di orientarsi. Non ricordava come fosse arrivata lì.

Sembrava una cantina. Chiuse gli occhi ancora per un minuto, cercando di adattarsi alla luce del sole che le sembrava troppo intensa. Il dolore alla testa era incessante. Si sentiva così debole. Anche aprire gli occhi era stato un lavoro duro. Attraverso la nebbia del disagio, improvvisamente ricordò. Bellatrix.

I suoi occhi si aprirono di scatto e cercò di alzarsi, ma era bloccata su una barella per i polsi e le caviglie. Il panico ora bruciava più del dolore. Poi si guardò il braccio. Dalla vecchia cicatrice spuntavano vene scure.

"No", sussurrò raucamente, sentendo le lacrime salirle agli occhi.

Bellatrix aveva iniziato l'estrazione della magia. Aveva detto a Draco che ci sarebbero voluti tre giorni. Questo doveva essere il giorno uno. Hermione cercò di dimenarsi contro i legacci, ma senza successo. C'era la paura e poi c'era l'orrore silenzioso che si era insediato in lei quando aveva capito che era così che sarebbe andata a finire. Per un po' singhiozzò. L'unico suono era il lento gocciolare dell'acqua.

Quando si risvegliò, il sole stava tramontando. Sapeva cosa significava. Il tempo stava scadendo. Presto sarebbe iniziato il giorno due e non sapeva quanto sarebbe rimasta cosciente a quel punto. Come avrebbero potuta trovarla? Ancora non sapevano dove fosse Bellatrix.

La porta si aprì e lei quasi strillò per la paura. Ma non era Bellatrix, era un uomo piccolo con grandi occhiali e con un bicchiere d'acqua.

"Ah, sei sveglia," disse lui avvicinandosi. "Ho immaginato che avessi sete."

L'ultima cosa che avrebbe voluto era accettare qualcosa da questi mostri ma la sua bocca era talmente secca da averne bisogno. Alzò la testa e lui portò il bicchiere alle sue labbra. Sentì l'acqua fresca contro la sua lingua.

"Chi sei?" Gracchiò, con la voce che ancora non si era ripresa completamente.

"Dottor Allen Hill. Sono qui per osservare la tua transizione magica."

"Intende che è qui per osservarmi morire lentamente," corresse lei.

Lui si sistemò gli occhiali senza dire nulla. L'incantesimo diagnostico le mostrò quello che sospettava. Un terzo della magia di Bellatrix era scomparsa, ma anche la sua magia si era esaurita. Si stava lentamente ristabilendo. Ecco perché Bellatrix non poteva prendere tutto in una volta. Hermione sarebbe morta prima di averle tolto tutta la magia nera. In questo modo, si riprendeva quel tanto che bastava per sopportare la parte successiva.

"La tua magia si è ripresa bene", disse come se lei fosse solo un esperimento.

"Non sono un ratto da laboratorio, dottore. Non ha fatto un giuramento sul non fare del male?" Lui distolse lo sguardo dal quaderno dove stata scrivendo. "Sei una Mezzosangue e penso che il tuo genere sia un abominio per il mondo magico. Ma sei stata di grande aiuto per la signora Lestrange."

Lui se ne andò, chiuse la porta e lei guardò l'ultimo lembo di luce del sole scomparire.

- - - Draco - - -

La pelle gli si accapponava. Ogni secondo che passava sembrava un'ora.

Il momento in cui Hermione era scomparsa nell'oscurità sembrava una vita fa. La rete di spie di Piton aveva scoperto molti degli ultimi luoghi in cui Bellatrix si era recata, ma ognuno di essi si era rivelato un nulla di fatto. Era troppo intelligente per lasciare tracce. Non aveva più tempo. Aveva trascorso ore in questa caccia all'oca selvatica e non aveva nulla da mostrare. Se non fosse riuscito a trovarla, sarebbe morta.

Damaged Goods | Traduzione in ITALIANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora