Damaged Goods | Traduzione in ITALIANO

Capitolo 44

Draco

Lei si accasciò contro di lui e lui la prese in braccio, portando il suo corpo senza vita sul letto e appoggiandolo delicatamente. Per un attimo si concesse di guardarla e poi si sentì crollare addosso tutto. Quando l'avrebbe svegliata, lei non avrebbe avuto alcun ricordo di lui negli ultimi mesi. Tutto ciò che era accaduto tra loro sarebbe stato cancellato.

Cadde in ginocchio, non conoscendo quel tipo di dolore che ora si diffondeva nel suo petto. Gli bruciava dentro.

Questo era sempre stato l'esito inevitabile, a meno che lei non fosse rinsavita prima e si fosse resa conto di meritare molto più di lui. Un giorno sarebbe morto a causa delle rune, e secondo i calcoli di Piton quel giorno si stava avvicinando piuttosto rapidamente, quindi non doveva essere così scioccante. Così doloroso. Eppure, vedendola sul suo letto, con i suoi riccioli distesi sulle lenzuola, non voleva lasciarla andare; non voleva che dimenticasse. Chiuse gli occhi e sentì le lacrime colare sul pavimento. Respirare era sempre più difficile.

Gli ultimi mesi con lei erano stati i più felici della sua vita. Per un attimo aveva capito cosa si prova ad avere qualcuno per cui valga la pena vivere. Non lo aveva mai preoccupato il fatto che sarebbe morto a causa delle rune. Aveva fatto cose orribili e questo era il prezzo da pagare. Ma poi arrivò questa strega dai capelli ricci e cambiò il suo intero universo.

Emise un urlo di angoscia repressa e lasciò che gli rimbombasse nel petto, che gli lacerasse i polmoni fino a diventare rauco.

Poi si zittì. Ricomponiti. Rinchiuse i suoi sentimenti come aveva fatto in tante altre occasioni, anche se questa volta fu più difficile. Si concentrò sull'occlusione e bloccò lo strazio e il dolore, la perdita e l'amore, tutto ciò che aveva a che fare con lei, per il momento era bloccato.

Silenziosamente, si alzò e iniziò a vestirsi. Poi si girò verso di lei, non indossava nulla se non la sua maglietta bianca che le arrivava alle ginocchia. Gli fece male il cuore al pensiero di non vederla mai più indossare una delle sue magliette.

Si schiarì la gola, pettinò i suoi capelli con la mano e si assicurò di avere l'aspetto giusto. Quando lei si sarebbe svegliata, stupita di essere in casa sua, e comunque nel suo letto, lui le avrebbe detto qualcosa di ignobile, qualcosa che bloccasse i ricordi cancellati. Doveva essere scioccante. L'idea gli era venuta un po' di tempo fa. Le avrebbe detto che aveva messo pozioni d'amore nelle sue bevande come prova per vedere quanto fosse facile manipolare i mezzosangue.

Sarebbe stata disgustata da lui e se ne sarebbe andata da casa sua e dalla sua vita.

Afferrò la bacchetta, ma esitò. Non voleva vederla fissarlo con l'odio negli occhi. Non dopo tutto quello che era successo. Una parte di lui non era sicura di riuscire a sopportarlo.

Cazzo, riprenditi. Meritava di meglio che vederlo attraversare gli ultimi stadi dell'avvelenamento causato dalle rune. Finalmente era felice. Libera dalla magia oscura in lei. Non voleva essere il motivo per cui lei avrebbe sofferto ancora.

Mentre la sua mano sulla bacchetta si stringeva, sentì la presa sulla sua occlumanzia scivolare. I ricordi nella sua mente si ripresentarono. Hermione che gli diceva di amarlo. I suoi occhi che lo guardavano con adorazione e gioia. I suoi riccioli tra le mani. Il modo in cui gemeva dolcemente il suo nome quando lui era dentro di lei. La sua risata contagiosa. La sua incredibile intelligenza e curiosità. Inspirò e mise tutti i ricordi in una scatola nella sua mente e la rinchiuse e, con il respiro successivo, diede un colpo di bacchetta per svegliarla.

Deglutì a fatica, preparandosi allo sguardo di lei. Ma lei non si mosse. Diede un altro colpo di bacchetta. Niente. Si avvicinò di più, usando un altro incantesimo. Gli occhi di lei rimasero chiusi. Preso dal panico, le tastò il polso, che continuava a battere contro il suo dito con un movimento costante, ma sembrava lento. Usò un altro incantesimo, ma nulla sembrava funzionare.