Voleva andare il più lontano possibile dal mondo magico. Il mondo babbano doveva essere il suo luogo sicuro ma ora Draco era lì con lei.
Anche sotto la pioggia battente, la sua presa le bruciò.
"Lasciami andare," urlò lei.
"Per favore, ascoltami," disse lui disperato mentre le sue braccia la spingevano vicino.
Cercò di spingerlo via ma era troppo forte. "Non toccarmi mai più."
"Mi dispiace tanto." La sua voce era fragile mentre la spinse contro il suo petto. "Perdonami. Ti prego, perdonami."
Solo per un attimo si lasciò cadere tra le sue braccia. Sperando di sentirsi al sicuro come era solita.
"No," lo spinse via e questa volta lui glielo permise. "Non so più di cosa fidarmi."
Per la prima volta, lei lo guardò davvero. Zuppo di pioggia e con la disperazione in volto. Gli occhi pieni di tristezza. Come se qualcosa lo avesse spezzato.
"Era tutta una bugia. Lo giuro," disse lui. "Avrei voluto escogitare un piano migliore ma non ho avuto tempo dal momento che hai deciso di offrirti come esca oggi."
"Dovevo avvicinarmi a Scrimgeour, era il mio modo per farlo."
"Hai rischiato la tua vita. Cosa ti aspettavi che facessi? Che me ne stessi seduto a guardarti? Ho realizzato di dover agire in fretta. Dovevo arrivare a Bellatrix da sola. Isolarla."
"Menti così facilmente; non so nemmeno più a cosa credere."
Non sapeva se potesse ancora fidarsi di lui. La testa le girava.
Lui si passò una mano tra i capelli bagnati per l'esasperazione. Gli occhi supplichevoli incrociarono i suoi. "Dovevo renderlo credibile. Sapevo che si sarebbe bevuta tutte quelle stronzate sulla purezza del sangue. Tutto spiegava perché ti avessi protetta alla festa. Se si fosse fidata abbastanza di me, avrei potuto raggiungerla. Non avevo considerato il fatto che era impossibile ucciderla."
"Perché tirarla così a lungo? Ce l'avevi lì nella stessa stanza."
"E' incredibilmente veloce a duellare. Una delle migliori che conosco. Mi ha insegnato lei. Avevo bisogno di incastrarla e distrarla. Io..." Lui deglutì con forza, chiudendo gli occhi come se stesse per sentirsi male. "Io...non mi aspettavo di doverti bloccare...fisicamente."
Lui guardò a terra, completamente pallido. Il suo piano era semplicemente di legarla con catene magiche ma dal momento che non sapeva della sua pozione scudo, non aveva funzionato.
Prima il suo viso era una maschera crudele, ora sembrava a pezzi. Qual era la sua vera versione?
"Chi mi dice che non sia stata un mezzo per arrivare a Bellatrix per tutto questo tempo? Hai sempre qualche piano più grande pianificato alle mie spalle".
"Giuro che ti sto dicendo la verità."
"Ok. La verità allora. Quando hai parlato la prima volta con lei tramite il dipinto?"
Lui aprì la bocca poi la richiuse di nuovo. "Io..." Deglutì.
"Lo sapevi che era viva, vero? Per tutto questo tempo ho creduto di impazzire con gli incubi, tu mi hai lasciato parlare ma non mi hai mai detto che era tornata?"
Iniziò ad allontanarsi e lui le corse dietro.
"Non ti azzardare a toccarmi adesso," ringhiò lei, e la mano che tendeva verso di lei si ritrasse.
"Mi ero completamente dimenticato che avessimo un suo ritratto alla Tenuta, altrimenti l'avrei bruciato dopo la guerra. Un paio di settimane fa, ho sentito dei mormorii e sono andato nella stanza e lei stava parlando. Non ci ho pensato. I ritratti dei familiari morti parlano continuamente. Non sapevo fosse viva finché non è comparsa alla festa di fidanzamento."
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Damaged Goods | Traduzione in ITALIANO
FanficHermione, ora nel pieno dei suoi 20 anni, è tornata a Hogwarts per proseguire studi di livello superiore. Cercando di dimenticare i traumi che la guerra le ha inferto, passa una notte di lussuria con un certo Purosangue. Ma quella notte porta con se...