In un'incantevole notte stellata

8 3 3
                                    

Prompt n. 11 Laying their hand on the other's neck

Flashfic rating Giallo


Il Demone Volpe fa capolino dal cespuglio di pittosporo, si ferma, necessita della massima concentrazione. La fragranza dei microscopici fiori bianchi è potente, gli pizzica le narici, il Demone Volpe deve fare uno sforzo per discernere il profumo appetitoso della sua preda.

Resta immobile, sfrutta la fioca luce di luna e stelle per passare in rassegna il fazzoletto di prato. È fatto per vedere al buio, il chiarore delle margherite ferisce i suoi occhi sensibili.

Eppure, la Donnola è appena passata di lì, ne ha captato il lieve fruscio tra l'erba. Solo un attimo, poi si è dileguata. È furba, ma il Demone Volpe lo è di più.

Si lecca il muso fremente di fame, fa un passo sul prato. Si guarda intorno sfruttando solo il rapido movimento degli occhi gialli, il resto del suo corpo è immobile. Il Demone Volpe sa che si sta esponendo troppo, ma la fame è una brutta strega e, quando arriva, comanda lei. Spera che la Donnola non lo stia osservando a sua volta o sarebbe tutto inutile.

Poi la vede, è lì, appallottolata su un ramo del ciliegio. La sua sagoma è inconfondibile, il Demone Volpe potrebbe impazzire ammirando la morbida forma della sua testa.

Il Demone Volpe corre sull'erba, la rugiada della mite serata si nebulizza sotto ogni suo passo, la vede esplodere in aloni argentati. Spicca un agile balzo, attraversa in volo più della metà del prato. Atterra sul tronco del ciliegio, conficca gli artigli nel legno per iniziare a salire.

È veloce, un fulmine. La Donnola non si muove, strano che lo veda e non lo senta.

Manca poco, se il Demone Volpe riesce ad agguantare il collo della Donnola smetterà all'istante di scappare e lottare, sarà sua. Il cuore gli scoppia, ruggisce di emozione, ormai è fatta.

Pochi metri, pochi centimetri.

Il Demone Volpe allunga una zampa possente pronto a ghermire la preda. Gli artigli fendono l'aria, prima il destro, poi il sinistro. Non incontra la tenera carne della Donnola, bensì in mucchio di foglie che gli turbinano intorno.

Lo ha fregato, la Donnola non sarà forte come lui, ma è scaltra.

Il mulinello di foglie gli oscura la vista, il Demone Volpe grida la sua frustrazione, capisce che è un trucco ordito dalla Donnola per darsela a gambe.

Non è sul ciliegio, è sotto, sul prato, il Demone Volpe scorge i suoi occhi rossi mentre inizia a salire le scale lesta e silenziosa come un soffio d'aria. La Donnola lo ha indotto ad arrampicarsi lassù per depistarlo e guadagnare vantaggio, ora ha intenzione di barricarsi in casa e chiuderlo fuori. Lui è caduto come uno sprovveduto nel tranello.

Il Demone Volpe s'impone la calma, respira profondo ignorando i morsi della fame e dell'umiliazione. Bisogna giocare d'astuzia. Non essendo forte fisicamente, la Donnola si è evoluta per essere furba. Ma stavolta non ha ben calcolato con chi ha a che fare.

Il Demone Volpe sogghigna, punta una finestra della casa, le pupille gialle si stringono rapide sull'obiettivo.

Spicca un balzo; mentre si libra nell'aria ha l'impressione che il tempo si dilati, è solo la sua mente che sta calcolando come infrangere il vetro per produrre meno rumore possibile. Infatti, ci passa attraverso come fosse burro.

Atterra nella stanza da letto, si scrolla via le schegge dal manto arancione. Nessun problema per i frammenti calpestati, il Demone Volpe ha le zampe abbastanza robuste, non può certo ferirsi con così poco.

Attraversa silenzioso il parquet, il muso si affaccia alla porta con i sensi in allerta. Le narici si dilatano, i denti si scoprono appena intercetta la preda.

La Donnola apre piano il portone, entra sinuosa e aggraziata dalla stretta fessura, si fa strada nelle tenebre sicura come tutte le creature notturne. Richiude e si appoggia alla superficie. Ferma, in ascolto.

Il Demone Volpe capta il suo lieve respiro, però lui riesce a essere ancora più silenzioso. Balza inosservato dietro le due poltrone verdi, usa abile il tappeto per slittare fino al cospetto della Donnola.

La incastra tra il suo corpo e la porta con cui credeva di averlo sigillato all'esterno. Il Demone Volpe si gusta lo sguardo della Donnola atterrito e bellissimo.

Il Demone Volpe preme di più, schiaccia l'esile corpo della Donnola, allunga una mano possente per stringere il collo sottile. È sua, non può fuggire, indovina sulla propria pelle il fremito dei muscoli slanciati e scattanti della Donnola. Prima di bere il suo sangue, il Demone Volpe può permettersi il lusso di godersi momenti di diletto con la preda finalmente catturata.

Lecca il suo viso armonioso, ne sugge il sapore allettante dalle labbra vellutate.

La stretta sul collo della Donnola si intensifica, il Demone Volpe avverte la sua carotide pulsare sotto i polpastrelli sensibili, le provoca vertigini, ma non è ancora arrivato il momento di farla svenire ai suoi piedi. Mordicchia l'orecchio, affonda il viso nei capelli d'ebano, assorbe il suo profumo pescandolo dietro la mascella.

Poi, la fame riprende il sopravvento. Il Demone Volpe ruggisce, sfodera le zanne pronto ad affondarle nell'elegante e candido collo della Donnola.


Parole, 840

Frammenti di me e te, quello che conta davveroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora