Don't touch

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Prompt n. 32 Caressing the other's back

OS rating Rosso



Naruto si dimena sulla poltrona, fruga coi polpastrelli tra i capelli, aguzza lo sguardo sul libro che ha in grembo.

Incredibile, non era mai accaduto prima che l'eccessivo silenzio gli minacciasse la concentrazione. Non vale neanche il pretesto della giornata che sarebbe stato meglio trascorrere in compagnia o all'aperto, all'esterno soffia un vento gelido che li ha costretti a sigillare persino gli scuri tanto gli spifferi sono potenti.

Itachi è sepolto in camera, da un quarto d'ora buono non emette suoni. Forse sta riposando o magari studia a sua volta, in quel caso riemergerà tra poco. Itachi, al contrario di Naruto, non ha bisogno di trascorrere un'eternità sui libri, sembra quasi abbia l'abilità di fotografare con gli occhi quanto sta leggendo a tempo record. Beato lui.

Naruto cambia per l'ennesima volta posizione alle gambe. Non capisce per quale astruso motivo Itachi si sia rintanato per i fatti suoi, di solito studia nella poltrona accanto. Naruto scuote la testa per dissipare il pensiero. Non è necessario arrovellarsi tanto, concederà a Itachi massimo un'ora dopodiché andrà a controllare. Non può certo essere uscito dalla finestra.

Un vago vuoto d'aria lo fa distrarre ancora. Non si tratta del vento che imperversa all'esterno, questa è una presenza dissimulata.

Lo stereo si accende, qualcuno ha premuto il telecomando. Lenny Kravitz inizia a cantare Strut prima che Naruto possa guardarsi intorno. Si pietrifica, un lieve tocco di dita sulle spalle lo inchioda alla poltrona.

I passi scalzi di Itachi sono un silenzio assoluto, ha i capelli sciolti, la cascata d'ebano gli cela completamente volto e collo. Elegante, non balla ma sembra farlo. Si ferma a un paio di metri dalla poltrona, poi finalmente si degna di alzare la testa per far emergere il viso dal capelli. Lo sguardo allusivo dardeggia verso Naruto, Itachi dischiude le labbra e la punta della lingua fa capolino per poi scomparire.

Naruto chiude un secondo la bocca per deglutire, poi la mascella gli torna molle. Trema, il cuore gli scoppia. Non ha il coraggio di alzare una mano per allentarsi il colletto della polo, non gli va di mostrarsi già preda dalla seduzione che il compagno elargisce con la sola presenza. Fissa Itachi che si è immobilizzato nella penombra.

Sul corpo del moro campeggia una V di cinghie di cuoio, gli stanno a pennello e sembrano fuse con la pelle. Itachi non indossa nient'altro. Una patta si allarga leggermente tra le gambe giusto per coprirgli l'intimità, i capezzoli sono sapientemente nascosti, poco più in alto delle due fibbie argentate che svolgono una mera funzione estetica.

Il viso di Itachi è imperturbabile, gli occhi di ossidiana saldi dentro quelli di Naruto, un lieve trucco ne accentua il magnetismo. Il respiro accelerato scuote le cinture tradendo la sua eccitazione.

Itachi si avvicina lento e pericoloso, Naruto non può fare altro che seguirlo con lo sguardo. Suda, ha la gola in fiamme, il rigonfiamento che gli tende i pantaloni è ormai evidente.

Itachi gli si china addosso, riesce a non toccarlo, Naruto avverte l'intenso calore emanato dalla sua pelle. Itachi tira via il libro rimasto sulle gambe di Naruto, poi guida le mani del compagno dietro la schiena. Le manette scattano, le stesse usate da Naruto qualche mese prima. Rapito dall'intrigante immagine, Naruto non si è accorto che Itachi le ha in mano dall'inizio.

"Guardare e non toccare, questa è la regola. Se fai il bravo ti slego."

Itachi gli sibila la focosa condizione sulle labbra, che, a quanto pare, vale anche per i baci. Il moro infatti si ritrae appena Naruto allunga il collo per catturare, invano, quella bocca di velluto.

Frammenti di me e te, quello che conta davveroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora