5. Profeta

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Profeta si pulisce gli occhiali tondi, strofinando così a lungo che deve aver grattato via anche lo strato antiriflesso. Ma non parla e io non lo forzo.
Il borsalino in testa mi tiene caldo, mentre un soffio d'aria fredda mi taglia gli zigomi, rispetto il suo silenzio e attendo. Sospira, reindossa gli occhiali, poi prende fiato:
- Ne è passato di tempo.
- Che ci conosciamo? Una dozzina di anni almeno.

- Mi ricordo quando mi hanno detto che ti dovevo seguire mentre eri in missione. Ti ricordi il generale Caccamo?
- Buonanima, un vero poliziotto.

- Era l'unico a saperlo: Caccamo mi disse, lo sappiamo io e te, se lo scoprono vengo a cercarti a casa tua - e sorrise al ricordo del vecchio ufficiale, morto da qualche anno.
- Brav'uomo, un po' solo.

- Che tempi.
- Dimmi, cosa è successo?

Si alzò dalla panchina, fece due passi e poi si mise di spalle al vento, tirando su il bavero del cappotto un po' corto.
- È successo un mezzo guaio.
- Cioè?

- Si sono perse delle carte, i tribunali sono pieni di pratiche non chiuse bene...
- Taglia corto.

- Ne hanno liberato un paio, dei tuoi amici di Palermo.
- Ma non avevano l'ergastolo?

- Ecco appunto, non s'è capito bene, l'ultima legge ha tagliato qualche obbligo...
- E quindi, non li rimettete in galera?

- No, no... cioé sì, uno l'abbiamo preso e riportato a casa.
- L'altro....

-... ce lo siamo perso.
Io respirai profondamente l'aria gelida.

- Dei due lui è pulito, anche se lo troviamo ha un serbatoio di buon condotta.
- Chi è? Ha detto qualcosa? Ha parlato di me?

- Ha detto: "Ditegli, ti cerca Santino"

Il patto del BorsalinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora