Al bar non ho ricavato nessuna nuova, anche se non avevo proprio fatto il nome di Santino, per scaramanzia.
Maledizione, mi dico, non può essere che uno così ingombrante riesca a passare inosservato. Provo a offrire un terzo sambuca mentre davanti al bar si ferma una macchina della polizia.O meglio, sarebbe una macchina civetta, perché non ha insegne né particolari visibili. Ma passando vicino a una fermata dei bus, avevo letto per abitudine la targa del giorno segnata sul vetro col pennarello da qualcuno che la tiene sempre aggiornata.
I due che escono sono poco più che ventenni, rigidi e dai capelli cortissimi.
Mi portano in questura, gentilmente, come fosse un servizio taxi. Mentre passiamo nella zona degli uffici intravedo Profeta a cui faccio un cenno: lui dalla sua scrivania sorride sorpreso e mi fa un cenno di taglio alla gola.
C'è un nuovo commissario capo da qualche settimana, un milanese doc Visconti di Qualchecosa, che fino a oggi mi ha sempre ignorato.
Mi fanno entrare nel suo ufficio, lui continua a leggere delle carte senza farmi cenno di sedere. Taccio, resto dritto al mio posto e partecipo a uno dei giochi più vecchi del mondo, il primo che parla perde.
Tira su altri fogli, poi per sfortuna sua la pigna finisce. Quindi alza gli occhi e mi dice:
- Non siamo nel Far West e neanche nella Chicago degli anni 20.
Lo osservo, come assorto dalle sue parole.- Ho letto il tuo fascicolo... - sembra cambiare registro, ma dura un attimo:
- ... ma sparare in pubblico, col rischio di ferire qualcuno!
- Chi lo dice?
- Un poliziotto, ferito nell'operazione TreFurie.- Ma è quello sotto inchiesta per favoreggiamento? Che stava dalla loro parte?
- Sì, sì - e agita la mano cicciotta nell'aria per dire che non è importante.Mi tocco il collo che mostra ancora la strisciata di un colpo che avrebbe potuto farmi molto male per questione di centimetri.
- Ma... - esclama e mi guarda negli occhi, come se in fondo mi stesse facendo un favore:
- ...potremmo lasciar correre la cosa, se in cambio mi dai un'informazione. Che poi sarebbe il tuo lavoro, nevvero?
- Che cosa?- Ho sentito che sta arrivando da Palermo uno della cosca in cui hai lavorato.
- Non ci ho lavorato, ero un infiltrato - tengo a ribadire.- Vabbé, avrete sicuramente condiviso qualche bella giornata assieme - ridacchia.
- No? - rispondo serio.- Insomma, sai se è già in città? Dai piani alti mi chiedono di saperlo subito, prima che inizi la lotta per il potere.
- Non c'è, che io sappia.- È importante, adesso che abbiamo messo dentro le Furie si poteva sperare in un po' di calma; invece, sembra si prepari una nuova guerra ai vertici.
Non rispondo, ho già detto quello che so e cioè niente.
Mi guarda storto, come se ruotando di qualche grado la testa potesse avere il potere di estorcermi una confessione.
- E allora tieni gli occhi aperti e le orecchie... pure! - forse s'era preparato un discorso, ma la frase fatta gli esce a fatica, sospira e conclude:
- Appena sai qualcosa, faccelo sapere, se no ritiro fuori la pratica in cui hai fatto il cowboy rischiando di intralciare il lavoro vero della polizia.***
Chissà dov'era Santino e se si aspettava un comitato di accoglienza così ampio. Ovviamente non mi riaccompagnano a casa, prendo il 23, uno dei tram più rumorosi di Milano: in zona Montenero gira a sinistra tagliando il binario con un cambio che fa sempre un bel tuono e, a seguire, scintille come se fossero fulmini.
Il tram coi suoi sedili di legno fa proprio anni 20 e anche la gente che lo frequenta sembra dello stesso periodo. Il vantaggio è che da dietro si vede bene se c'è una coda: a me sembra di scorgere una Punto bianca, ma ce ne sono così tante che potrebbe essere solo paranoia.L'abilità di nascondersi in pubblico è un'arte, che devi imparare se a un certo punto della tua vita pedinerai o sarai pedinato.
Mi ricordo che vicino a Palermo c'era stata una retata dei carabinieri di cui non ero stato avvisato, né dalla banda ma neanche dalla Polizia. Capitava raramente ma ogni tanto erano organizzate così bene che effettivamente coglievano di sorpresa.
Eravamo in un cascinale dove i capi stavano facendo un summit e una cena, e noi picciotti stavamo di guardia nei dintorni. Un gruppo di noi era in mezzo agli alberi e si parlava di donne, dove c'erano i soliti che sparavano panzane, altri che guardavano ammirati e così via. Poi il solito Tano si lanciò in apprezzamenti pesanti della sorella di Santino tanto che dovetti intervenire a farli stare zitto: gli altri erano rimasti tutti silenziosi perché era un campo minato, visto che in quei giorni lei stava ancora col Fanciullo, ma sapevano che la voleva mettere in strada e la cosa sarebbe stata violenta.
In quei momenti arrivarono le macchine dei carabinieri a circondare il posto e ci fu il fuggi fuggi. Io rimasi fra gli alberi, anzi mi spostai più indietro nella macchia, quando toccai con la spalla sinistra un'altra spalla molto ben nascosta: era Santino, assolutamente invisibile, ma con la faccia rossa di rabbia e i pugni stretti grossi come meloni.
Fortunatamente Tano fu fra gli arrestati.***
A sera tarda torno in Piazzale Maciachini, a vedere se c'è qualche bar aperto. Trovo quello dove ho fatto la vedetta l'altro giorno, ma il tipo al banco non è lo stesso della mattina e ha una faccia che fa il paio con i due bulli della piazza.
- Senti, posso chiederti una cosa?
- Cosa?
- Hai per caso visto questa signora?
- No - fa lui senza guardare, ma mi passa un bicchiere con una birra.Sospiro, tiro fuori cinquanta euro e glieli metto sul tavolo. Ma non li lascio, quando fa per prenderli li trattengo e gli mostro la foto.
- Ne passano tante di ragazze da queste parti. Non so se l'ho vista.
- A che ora devo venire per vederle passare?
Lui guarda scuro, poi si guarda intorno e siccome ci sono un po' di avventori non mi risponde. Mi strappa i cinquanta euro e serve altre persone.Attendo al banco, la sera non è affollata e aspetto il momento in cui potrà parlare. Ogni tanto lo vedo scambiare occhiate con qualcuno, e poi guardare verso di me, ovviamente sono un po' ingombrante nel suo locale.
Giocherello con la birra, perdo tempo, mi guardo attorno: verso le undici non c'è più nessuno, si apre la porta con violenza e appaiono i due scagnozzi dell'altro giorno. Vengono dritto verso di me.
Il barista scompare, il primo con la mazza la porta dietro per darsi la rincorsa e fa velocemente la distanza che lo separa da me ruotando il braccio. Mi abbasso, mi vola via il cappello, alzo la mano e gliela metto sul gomito che ho davanti e gli faccio continuare il movimento circolare che il suo corpo si aspettava di concludere colpendo la mia testa.
Il bullo piroetta e cade rovinosamente spostando tavolini e sedie, battendo la testa sul bordo del bancone e rimanendo giù stordito. Il compare ha tirato fuori un coltello, ma è ancora lontano dietro al disastro, faccio in tempo a tirare su la mazza e calargliela con forza sul polso.A questo punto scavalco il caduto che sta rinvenendo e mi avvicino con la mazza all'altro, scalciando via lontano il coltello perso. Gli metto la mazza sotto il mento e gli chiedo:
- Mi serve sapere se puoi rispondere a due domande e poi me ne vado.
Lui fa cenno di sì, tenendosi il polso probabilmente fratturato in qualche punto.
- Cerco una ragazza che viene spesso qui, la conosci? - e gli mostro la foto.
- Non è una delle nostre - dice sussurrando.- Ma l'hai mai vista?
- Sì, sì, in piazza, ma non è mai salita con le altre.- Quando viene? Quando posso incontrarla?
- Non viene più.Devo aver fatto una brutta faccia perché alza le spalle e ripete:
- Non viene più, è vero. Veniva tutti i pomeriggi e stava in piazza con le altre ragazze, ma poi quando arrivavano i pulmini a prenderle lei se ne andava via.***
È molto tardi quando arrivo alla trattoria vicino casa, dove chiedo solo del Rum agricolo scuro e una tavoletta di Cioccolato di Modica. A volte hanno anche la versione all'ottanta per cento, ma anche il classico alla vaniglia o alla cannella vanno benissimo.

STAI LEGGENDO
Il patto del Borsalino
Gizem / GerilimDisincantato ex-poliziotto che non ha mai fatto un giorno in divisa, si ritrova a fare l'investigatore un po' squattrinato in una metropoli milanese proiettata verso la modernità, ma con angoli di quartiere dove vivono le vecchie abitudini. Nonosta...