ANNE's POV
La parola latina "gerens" significava "indossare".
Quindi, il fatto che tutte quelle scarpette appartenevano alla bambola era sicuro. Ma cosa sarebbe successo se avessi incalzato alla bambola la scarpa giusta?
Era notte fonda e la stanchezza era padrona. Decisi di immergermi nel letto e chiudere gli occhi per poi riprendere le ricerche il giorno seguente.
La nonna mi aveva dato un grande suggerimento prima di andarsene. Un grande aiuto che non potevo non sfruttare. Dovevo uccidere quel dannato fantasma per rivendicare i miei cari scomparsi.
Stavo per cadere in un sonno profondo, quando dalla stanza di Jade sentii strani rumori che mi fecero sobbalzare. La paura prevalse sulla mia curiosità, ero troppo terrorizzata per andare a controllare.
Mi rannicchiai nel letto ricoprendo la faccia con le coperte. I miei occhi erano chiusi e le gocce di sudore minacciavano di cadere più di quante non fossero già cadute. Il tremolio alle gambe era devastante, segno che non avrei potuto vivere ancora a lungo se avessi subito queste torture.
Udii dei passi avvicinarsi alla mia porta, sembravano essere vicini. Troppo vicini. Poi sentii che si allontanavano e sospirai profondamente. Era Jade?
Il mattino seguente scesi per fare colazione insieme ai miei genitori, e poi avrei indagato meglio sulla scarpetta di legno.
Cercai nel diario dove c'erano molte informazioni sugli Horcrux, ma nulla. Questa volta dovevo cavarmela da sola. La domanda che occupava la mia mente era: incalzarle o non incalzarle? Che dilemma.
La sensazione che sarebbe accaduto qualcosa di brutto era prevalente rispetto a qualcosa di positivo, e decisi di attendere ancora un po' visto che di disastri la mia famiglia ne aveva subiti fin troppo.
Se la bambola fosse un Horcrux? Se le mettessi le scarpe e poi la brucerei con il pezzo di stoffa? Poteva comunque essere una valida ipotesi.
Mentre circumnavigavo nei miei pensieri, decisi che era arrivato il momento di metterle quelle maledette scarpe. O la va o la spacca.
Andai freneticamente nella stanza di Jade per raggruppare tutte quelle scarpette in uno scatolone e portarle nella stanza dove la bambola ci degnava ancora, sfortunatamente, della sua presenza.
Dovevo provare ottantotto paia di scarpe. Se fossi stata fortunata, avrei perso poco tempo; ma recentemente la fortuna non è mai stata dalla mia parte. Anzi sempre.
Non a caso dopo tre ore ero ancora impegnata a togliere e mettere, togliere e mettere, togliere e mettere. Sembravo una commessa in un negozio si scarpe.
Dopo svariati tentativi, la trovai. Finalmente. Non esitai nemmeno un secondo prima di incalzarle le scarpette dalla giusta misura.
Dio mio. Il tremolio che mi aveva accompagnato tutto questo tempo si ripresentò in me.
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Horror Destination
HorrorLa piccola Anne si trasferisce, insieme alla sua famiglia, dalla nonna per trascorrere del tempo insieme a lei. Inizialmente sembra tutto rose e fiori fino a quando la nonna decide di svelare dei segreti che si riveleranno micidiali per tutte le per...