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ANNE's POV

Un'ombra che avvolgeva l'atmosfera di oscurità si presentò dinanzi ai miei occhi terrorizzati: era mia nonna 2.0 con gli occhi privi di pupille, capelli scombinati e frivoli e non risentiva la forza di gravità visto che era sospesa nell'aria.

Era di una bruttezza immane, nemmeno nei film horror avevo visto un'essere così sgradevole. Mi fissava negli occhi senza esitare un movimento o qualcosa di simile.

Adesso sapevo chi ogni giorno rovistava nella stanza di Jade. Ma la nonna cercava qualcosa in particolare in quella stanza?

Agii istintivamente. Con uno scatto felino superai l'ombra e sbattei la porta alle mie spalle, fuggendo da quell'essere che però era intento a inseguirmi. La nonna 2.0 era simile a Samara Morgan versione invecchiata.

Non mi voltai affatto indietro, correvo verso una meta sconosciuta. Intanto la mia mente elaborava come distruggere un fantasma. Le mie conoscenze erano poche in materia ed è per questo che mi serviva la consultazione di un libro; sfortunatamente era nella mia camera e non potevo di certo risalire andando contro la bontà di quel grazioso essere.

Arrivai fino all'uscita, ma la porta era chiusa a chiave o bloccata. Non c'era altra uscita, e anche se ci fosse stata sarebbe stato impossibile raggiungerla con la nonna alle calcagna.

La mia vita era terminata, avevo solo pochi anni. Non ero riuscita nemmeno a vivere l'adolescenza che il regno degli angeli già mi richiamava a se. L'unica cosa bella che mi fece sorridere era quella di riuscire a rivedere Tommy in qualche modo.

Non avevo nulla da perdere oramai, così ebbi il coraggio di sfidare il fantasma alle mie spalle. Mi voltai e i nostri occhi si incrociarono: faceva veramente paura, ma non le diedi la soddisfazione di darlo a vedere.

Si avvicinò pericolosamente a me con un coltello, riuscivo ad intravedere in tutta la sua bruttezza quell'essere maligno. Non era la nonna, non avrebbe mai avvicinato un coltello sul mio viso.

Fece il movimento con il braccio per colpirmi al viso (con il mio sguardo ancora fisso nei suoi occhi), ma quando sembrava che la mia vita fosse finita, questa fermò il coltello a un centimetro dalla mia faccia.

Dentro ero morta, sarei svenuta prima o poi. Un leggero tremolio minacciò le mie gambe, ma io cercavo di tenerle testa fino alla fine. Alla fine vinsi io perché il fantasma scappò non so dove.

Una volta andatasene, mi accasciai per terra e scoppiai in un pianto liberatorio immenso. Come avrei potuto superare quella paura? Il faccia a faccia con un mostro, come avrei potuto non sognarlo la notte?

Aprii tutte le finestre e magicamente la porta che conduceva all'uscita si sbloccò. Feci entrare un po' d'aria in quella casa condizionata da troppa tristezza.

Superato il momento, consultai il "manuale" che era diventato un libro importantissimo per me. Come se fosse tutto nella logica scientifica delle cose. Un capitolo in particolare mi colpì, intitolato "POSSESSIONE".

"Il fantasma, grazie alla sua abilità illimitata di conoscere le nostre emozioni e le nostre paure, può giovarsi degli esseri umani con estrema facilità.

Dal momento che si insinua nel corpo altrui, questo può deciderne le sorti. Può addirittura far morire la vittima della possessione con il suicidio, per poi riprendersi la sua anima e ritornare nello status quo ante.

Per attuare questo piano il fantasma ripone il suo "status possessionem" in due oggetti di particolare importanza, che uniti danno il potere al fantasma di impossessarsi delle anime morte".

Ma certo, adesso è tutto chiaro!

Quando la nonna decise di compiere l'atto del suicidio, effettivamente non era lei, ma Jade. Questo spiegherebbe anche il fatto che la mia povera nonna il giorno precedente disse che il giorno successivo mi avrebbe raccontato tutto; poi non lo fece e sappiamo tutti il drammatico motivo. La colpa era solamente di quella maledetta e dannata Jade.

Poi ancora, questo spiegherebbe il motivo per cui la nonna, in quel momento Jade,  prima di morire mi disse "scarpetta di legno". Era chiaro che al fantasma serviva qualcuno nella realtà per acquistare ulteriori poteri, in particolare quello di impossessarsi delle anime vive, e quindi consacrare l'atto dell'inserimento delle scarpette alla bambola.

Il ragionamento era corretto, anche perché era l'unico filo logico che riuscivo a seguire.

Ma c'era un modo per distruggere questo status nelle anime morte? Si che c'era: era la luce. Pensandoci, di mattino la casa era tranquilla, come se non fosse mai successo nulla, ma nel cuore della notte si presentava il putiferio.

Più ragionavo e più il filo logico si allungava. Sorridevo cautamente per il mio perfetto ragionamento, ma se l'obbiettivo del fantasma era quello di uccidere persone, come mai si era impossessata della nonna? A cosa le serviva?

Ma... cavolo! Può impossessarsi delle persone vive.

"Mamma! papà!"

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