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ANNE's POV

Ero incredula rispetto a ciò che avevo appena udito: La mamma era impossessata. Non avrebbe mai sbagliato la data, aveva un'ottima memoria; ricordava persino il giorno in cui i suoi due figli dissero la prima parola.

Molte cose che fino a quel momento non trovavano un nesso logico, ora si spiegavano: gli oggetti che misteriosamente di muovevano nonostante la luce predominasse in casa; la bambola che dopo quell'isterico urlò uscì fuori dai radar e molte altre cose.

Jade aveva giocato bene la sua carta, aveva scelto un'alleata con un'alibi di ferro.

In ogni caso, decisi di stare al gioco per non insospettire nessuno. Decisi di utilizzare quella tattica anche per constatare in che modo Jade avrebbe giocato la sua prossima carta.

"Si, quindici anni. Quanto tempo che è passato."

Il dolore per aver portato via dalla mia vita Tommy e la nonna era già troppo, se mi avessero portato via anche la mamma probabilmente sarei morta.

Cercai comunque di rimboccarmi le maniche e darmi da fare, come avevo fatto fino a quel momento. Andai in camera e cercai nel diario qualcosa che avrebbe potuto aiutarmi a risolvere quell'enigma.

Dopo svariati tentativi, non riuscii a trovare nulla. Però, pensandoci bene, ricordai che la stessa cosa accadde con la nonna in un certo senso, ovvero: chi accetta il proprio destino, si salva dalle grinfie del fantasma.

Trovai anche il nesso con la parola "volontà" che occupò la maggior parte della mia memoria in quella maledetta notte dove mia nonna si suicidò.

Dovevo trovare il modo di dire alla mamma che doveva accettare il suo destino per liberarsi del fantasma. Ma in che modo avrei potuto conversare la mamma? E soprattutto, dov'era in quel momento la mamma?

Di sicuro non era quella in giardino, quella era Jade e non avrei passato un giorno in più accanto a quella specie di mostro.

Decisi di affidarmi ad internet, o meglio a Google. Digitai qualcosa per cercare qualcuno che potesse darmi una mano. Mi serviva qualcuno esperto nella materia.

Cliccai sulla terza voce dagli elenchi che il motore di ricerca aveva trovato, semplicemente perché era la più votata. La pagina web si presentò con una copertina qualitativamente ottima: un'anziana donna con due ragazzi di circa trenta anni (ipotizzai).

Il loro gruppo si chiamavano "GB" ed avevano risolto ben ottantasette casi in tutta la loro carriera. Il tasso di votazione era abbastanza alto.

C'era un numero piè di pagina, ma prima di chiamare consultai mio padre nonostante avesse l'umore parificato a zero. Decisi di dirgli solo che mi serviva una mano con questo gruppo, senza raccontare che la mamma in realtà non era la mamma.

Accettò di aiutarmi, ma improvvisamente la porta si aprì dietro di noi.

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