19. L'Intersoggettività dell'Amore

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Ferma davanti lo specchio scruto nel dettaglio le sette cicatrici guarite.
Sette segni intricati sulla pelle, la più prominente scende lungo il lato destro dell'addome, un sentiero tortuoso che incrocia gli altri segni come le tracce di un viaggio difficile. Questa cicatrice principale è una linea rimarcata da piccole imperfezioni.
Le altre cicatrici intorno a essa formano una mappa, alcune sono più sottili, quasi eteree, altre più spesse, rialzate dalla pelle, ricordi palpabili di momenti in cui la mia carne è stata lacerata, ma la mia determinazione a sopravvivere è rimasta intatta.
Ogni cicatrice ha il suo colore, dal rosa chiaro delle nuove guarigioni, al bianco opaco. La luce che cade su di esse crea giochi d'ombra, dando agli sfregi una profondità che va oltre la superficie, sono disegni di un territorio attraversato, segni di una battaglia che ho combattuto.


Le cicatrici non sono solo segni fisici; sono le testimonianze visibili della mia forza interiore. Ogni segno rappresenta un momento in cui ho affrontato la paura, ho resistito al dolore e ho abbracciato la speranza. Mentre le osservo nello specchio, vedo oltre la loro apparenza fisica, cogliendo il messaggio di sopravvivenza inciso in ognuna di esse.
Non mi ha buttato giù un pazzo, figurati se è la vita a mettermi sotto.


Le mani di Andreas si riverberano nello specchio, si chiudono dolci sul ventre e mi abbraccia, baciando amorevole più volte su una guancia.
<< Come ti senti? >>. Incontra il mio sguardo sulla superficie riflettente, ispeziona le sette cicatrici, oramai completamente guarite. Le dita giungono a vezzeggiare quei marchi indelebili, poi abbassano il tessuto della maglia così possa smettere di guardarle. Lui sa bene cosa significa avere a che fare con queste cose.


L'estate è passata veloce, molto più di quanto auspicassi, la relazione con Andreas ha preso a brillare più del sole stesso.
I nostri giorni sono stati intrisi di una luce calda, un calore che ha sciolto le residue tracce della notte oscura che abbiamo attraversato insieme. Ogni risata condivisa ha fatto fiorire nuovi colori nel nostro cielo emotivo, dissipando le ombre del passato.
Abbiamo esplorato nuovi orizzonti insieme, camminato tra i sentieri della fiducia e dell'intimità rinnovata. Andreas è diventato il mio rifugio sicuro, il porto in cui approdare quando le tempeste minacciano di abbattersi, le giornate trascorse al suo fianco sono diventate una girandola di emozioni, una sinfonia di momenti che si sono intrecciati come fili dorati nel tessuto della nostra storia.
Le nostre mani si sono cercate instancabilmente, creando un legame che va oltre il palpabile, ogni bacio è stato un capitolo di riscatto, un modo per cancellare le ferite del passato e costruire un futuro luminoso insieme. Il nostro amore è cresciuto, alimentato dalla comprensione reciproca e dalla volontà di costruire qualcosa di nuovo, di più forte.
Ma, come le foglie che cambiano colore nell'autunno imminente, sento che la nostra relazione sta attraversando una fase di trasformazione. I giorni si accorciano, e con essi cresce una consapevolezza silenziosa della fugacità del tempo. Nonostante la brevità dell'estate, il nostro amore ha prosperato, ma ora siamo chiamati a navigare le acque più profonde dell'autunno, pronti ad affrontare le sfide che ogni stagione della vita porta con sé.


<< Bene. >>. Il cuore è più leggero, il dolore è un brutto ricordo che voglio buttare alle spalle. Ho sempre fatto così nella mia vita, tutti i ricordi sgradevoli li ho nascosti sotto il tappeto, così se non posso vederli è come se non li avessi mai davvero vissuti.


<< Bene. >>, replica lui, poi prende qualcosa che ha poggiato sul letto, torna da me e pone una piccola scatolina di velluto rosso da gioielleria sotto il naso. << Buon compleanno, mein Engel. >>.


Un tuffo al cuore fa sbarrare gli occhi sulla scatolina dalla forma equivoca.
<< Non è quello che penso, vero? >>. La voce esce in falsetto. Non credo di essere pronta per il matrimonio, non dopo tre mesi di relazione effettiva e tre dove l'ho praticamente solo desiderato.


<< Uhm beh, da una parte la tentazione sarebbe davvero forte. In fondo, il nostro rapporto non è molto classico... però voglio ancora darti una scappatoia. >>.


Mi volto su me stessa per dargli una pacca sul torace.
<< Scemo. >>. Poi mi diverto a stuzzicarlo. << Magari avrei detto "sì", che ne sai? >>. Prendo il regalo tra le mani.


Strabuzza gli occhi, smarrito.
<< Avresti detto sì? >>.


<< Sì, ma voglio la richiesta fatta come si deve, con i fiori, le candele, qualcosa di romantico, tipo sul divano mentre guardiamo Netflix insieme e ci strafoghiamo di patatine. >>. Non ho grandi pretese, a me va bene qualsiasi cosa faccia. Apro la scatolina e il contenuto all'interno mi lascia senza fiato.
È un'eterea collanina d'oro, il cui ciondolo ritrae un piccolo cherubino alato.


<< Per proteggere il mio di angelo. >>.


<< Amore. >>. Lo bacio con dolcezza. << Davvero non dovevi. È bellissimo. Grazie. >>.


<< Oggi festeggio la tua nascita, direi che, se non mi avessi impedito di fare di più, avrei fatto sparare anche i fuochi d'artificio. >>.


<< Preferisco quando i fuochi d'artificio li facciamo a letto. >>, ridacchio. Alzo i capelli e lascio che mi metta il regalo.


<< A proposito, ma ieri notte? Cos'era? >>. Lo sbalordimento è ancora presente.


<< A volte mi capita che durante il pre-ciclo io abbia molta più voglia. >>. Due volte, era anche più di quanto fosse plausibile per lui. Francesca aveva detto che "le prime settantadue scopate" erano le migliori, perché poi, secondo lei, la passione andava via via scemando. Siamo quasi vicino a quel folle numero che avevo trovato paradossale in passato e che invece ora è più che sensato, e questa passione non sa saziarsi.


<< Dovrò prendere un ricostituente. >>. Finge di essere senza forze per colpa mia.


Gli getto le braccia al collo, ogni tanto gli stampo un bacio sul viso, concentrandomi sulle cicatrici.
<< Aspetta i tre giorni prima del ciclo, quando i miei orgasmi saranno ancora più intensi. E ti vorrò ancora di più. >>.


Inarca un sopracciglio, morde il labbro inferiore.
<< Dovrò darmi più da fare con la bocca allora. >>, asseconda il tono languido che sto usando per parlargli.


Schiocco la lingua al palato, piego la bocca in smorfie buffe.
<< Io godo di più quando so che anche tu stai godendo. >>. È una questione mentale oltre che fisica. Per entrambe gli aspetti sono totalmente presa da lui. << E se mi dessi un anticipazioni del regalo che voglio davvero?>>, suggerisco con un sorriso malizioso.
L'elettricità scocca ad altissima tensione, la nostra storia d'amore continua a dipanarsi in una trama avvincente di passione e complicità.


<< Di là c'è la tua coinquilina. >>, mi ricorda, come se bastasse la presenza di Francesca per spegnere il fuoco corvino che arde.


Lo spingo sul torace fino a quando non si siede sul mio letto, mi chino tra le cosce leggermente aperte e l'obbligo a spalancarle a me.
<< Posso sempre imbavagliarti e legarti, così non ti sentirà nessuno. Completamente inerme... >>. Afferro il tessuto dei pantaloni e con uno strattone autoritario trascino il suo bacino in avanti. << Completamente mio. >>.


Mi fissa in un silenzio carico di significati, ci sta pensano davvero, ma in un contesto differente, non ora, non con qualcuno che potrebbe sentirci.
Traffico con la cintura, la sfibbio con calma, voglio che il godimento inizi nell'attesa, una fregola che cresce piano sottopelle e lo rende impaziente. Slaccio il bottone e il rumore della cerniera si aggiunge al respiro veloce che trattiene.
È preda del mio gioco, lo è sempre stato, lo so io e lo sa lui, ho sempre avuto il controllo anche quando mi respingeva, anche quando fuggiva, c'ero io nella sua testa e da lì non ne sono più venuta fuori.
La mano risale provocante lungo la gamba, sfiora l'elastico dei boxer, discende per tracciare i contorni del membro. Inala veloce ossigeno tra i denti serrati, la promessa di ciò che verrà alimenta la brama, crea un vortice di emozioni tra di noi.


Scosto il tessuto e finalmente il desiderio si fa carne per la mia avida fame.
<< Eccolo il mio regalo. >>, rivelo oscena. La voce, un sussurro sensuale, danza nell'aria, i suoi occhi riflettono una lascivia primordiale che solo io posso appagare.
È una frizione che parte a rilento, la pelle si fa tumida sotto il mio tocco, esploro i confini del suo piacere, un gioco perverso che lo avvicina sempre di più all'apice della passione. Ogni carezza, ogni movimento, è un'arte sensuale. Siamo entrambi protagonisti e spettatori, immersi nel maleficio dell'intimità che si svela con ogni gesto.
La bocca prende ingorda il posto delle mani, la suzione è distruttiva, non so saziarmi del suo corpo, ogni volta è alla sua anima che miro, voglio ciò che si trova più in là delle ombre, dove i suoi demoni risiedono: devo essere io a prendere il trono dell'Inferno.


Le labbra percorrono ogni centimetro, e il desiderio si intensifica, un rogo sulla quale m'immolo volontaria. La passione è una forza incontenibile, una corrente che l'avvolge in uno stato d'estasi totale. Ogni gemito, ogni sussurro, è una preghiera offerta al mio arroventato rito oscuro.
La linea tra ciò che è nostro e ciò che è divino si dissolve, precipitiamo nell'abisso della dissolutezza e dell'adorazione, rendendo l'incontro una celebrazione profana, un patto sigillato nell'ardente abbraccio dell'oscurità e della luce.
Aumento inesorabile la velocità, lui si divincola, i fianchi spasmodici mi vengono in contro, mi tiene per i capelli e non vedo altri che lui, il sordido piacere che deve essere solo mio. La sua carne è un tempio che esploro con devozione, e il suo godimento è il mio santuario.


<< Elena. >>. Trema forte, è vicino alla fine. Fa per sfilarsi, come fa ogni volta, ma voglio ogni cosa di lui, ogni cosa deve appartenermi in maniera viscerale. I gemiti risuonano nella stanza, mi rendono più frenetica e nel suo sguardo vedo l'eco del rapimento che lo avviluppa. << Elena, aspetta, Elena! >>. Ha capito cos'è che sto per fare, ma ormai è troppo tardi.
L'orgasmo monta con una profondità violenta, il suo seme si riversa incontrollato nella mia bocca, è una cascata di trance che lo travolge e stravolge. La lingua cattura ogni goccia del piacere, le onde del culmine si propagano attraverso me, un connubio intimo e potente tra noi due.
La presa nei miei capelli viene meno, Andreas si lascia andare stremato e si sdraia sul letto con il fiato corto. Il torace si espande e restringe spasmodico. Più lo guardo e più capisco di non averne abbastanza.


La camera è impregnata di una sensualità silenziosa, testimone di un impeto appena placato, l'aria intorno a noi è densa di emozioni ancora palpabili. Il respiro ritmico segna il tempo della quiete che segue il tumulto dell'estasi.
Mi muovo con delicatezza avvicinandomi a lui, mi sdraio su un fianco. Il suo sguardo, appagato e languido incontra il mio, ed è come se mi vedesse per la prima volta, come se non fossi mai la stessa persona, come se cambiassi di continuo e fossi sempre una perfetta sconosciuta per lui.


<< Dio... mio... Elena. >>.


La mano si posa delicatamente sul suo petto, segue il movimento regolare della respirazione, il cuore batte fortissimo.
<< Nessun regalo al mondo può competere con questo. >>, sostengo appagata.


<< Non avrei mai immaginato... te. Nemmeno nei miei sogni più illeciti. >>. Appare più sconvolto che lieto, la modulazione è grave. << Ogni volta è come se volessi lacerarmi la carne per strapparmi l'anima e divorarmi il cuore. >>.


<< Lo dici come se fosse una cosa negativa. >>. La risposta è avvolta da un sorriso malizioso, il mio sguardo incrocia il suo con un'intensità che trascende le parole. << Non è forse questo il modo in cui ci sveliamo completamente l'uno all'altro? Nel toccare l'anima, nella ricerca di ciò che è più profondo, scopriamo verità nascoste, segreti che solo l'intimità può rivelare. >>.


È meditabondo, mentre io vorrei che i pensieri non oscurassero questo momento.
<< Io potrei diventare dipendente da questo... da te. >>. C'è molto che non dice. << Un giorno mi sono imbattuto in te e tu hai deciso semplicemente di allungare una mano per prendermi. E dunque eccomi: io ti appartengo. >>. Esiste un "ma" grande quanto una montagna. Lui mi appartiene, ma ha il terrore che non sia lo stesso per me.
Parla di sé e del nostro rapporto come se fosse una bambola di pezza irrimediabilmente scucita e logora, dimenticata sugli scaffali polverosi di un negozio. Parla di me e del mio comportamento, una bambina ostinata che ha rubato quella bambola, perché nessuno gliela comprava e doveva averla a tutti i costi.


<< Hai paura? >>.


Gira il viso, scruta il soffitto, in verità è perso in meditazioni lugubre.
<< Fino a morirne. >>.


<< Credi ancora che possa stancarmi di te? >>. È una fobia che non lo ha mai lasciato davvero, nonostante le cospicue dimostrazioni che gli ho elargito.


La sclera si arrossa, frena le lacrime che lo espongono. Annuisce più volte.
L'amore che ho per lui raggiunge un abisso mai saggiato prima, fino a quel momento ho solo percepito una porzione di esso, perché adesso, davanti a lui distrutto dallo sgomento, avverto una forza oscura mescolarsi con ciò che provo e plasmare un filtro fatalmente malsano.
Lo abbraccio, il suo dolore si fonde con il mio amore, crea una miscela letale di emozioni che avverto nelle profondità più remote del mio essere. È un viaggio nel buio, dove il confine tra amore e disperazione si sfuma, e ci ritroviamo aggrappati a una corda invisibile che ci trascina verso il fondo della voragine.
Vorrei che il mio amore potesse agire come un balsamo, guarire le ferite che lo consumano, che la mia presenza potesse essere un rifugio, un luogo sicuro dove trovare pace.
La disperazione si insinua nel cuore, annodandosi agli affetti più profondi. La voce che esce dalle mie labbra è un sussurro carico di tormento.


<< Allora legami a te. In ogni modo umanamente possibile. Nello spirito e nella carne. Prenditi tutto. Io ti do tutto. Sposami Andreas. >>.










Note:

Siccome sono prossima a partorire, potrei pubblicare qualche capitolo in più nell'arco della settimana, perché poi con il parto salteranno gli aggiornamenti settimanali. Almeno 2 o 3 (se non di più), e non voglio lasciarvi a lungo senza aggiornamenti.

Il titolo del capitolo è dato da Maurice Merleau-Ponty e l'Intersoggettività dell'Amore:
Merleau-Ponty ha esplorato l'intersoggettività, sottolineando come l'esperienza dell'amore coinvolga una connessione profonda tra i corpi e le percezioni degli amanti. L'amore, secondo lui, è un modo di conoscere e comprendere il mondo attraverso l'Altro.

Un bacio ed un ringraziamento a tutti, a chi segue e a chi commenta.

La storia può presentare errori ortografici.

Un abbraccio.
DarkYuna.

Tra le pagine di Te // (Alunna-Professore)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora