11 Lea

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A bussare violentemente fu la signora Stevenson, l'anziana della porta accanto che aveva bisogno di aiuto con la caldaia.

Nel palazzo dove abitavo ero la più giovane e molto spesso aiutavo gli anziani del mio palazzo.

Passavo molto del mio tempo libero a giocare a carte con loro nel pianerottolo. Aiutavo la signora Stevenson con le faccende domestiche ma soprattutto quando le andava in blocco la caldaia.

Andavo a fare spesso la spesa per il signor Roswell, mi chiedeva sempre di comprargli le prugne. Quando mi raccontò il motivo per poco non piansi davanti ai suoi occhi. Mi disse che mi chiedeva di comprarle perché le ricordavano la moglie deceduta una decina di anni prima.

Poi c'era Meredith, una bambina di 8 anni, che spesso veniva a trovarmi. Viveva in una situazione complicata, la madre era una cocainomane e suo padre un alcolizzato.

Da quando l'aveva adottata la signora Brown che abitava nel piano sopra il mio le era tornato il sorriso.

Meredith mi diceva spesso che adorava i miei quadri, non oso immaginare cosa avrebbe detto se avesse visto il quadro dove avevo dipinto la foto mia e di Alexander.

Facevo il doppio turno al ristorante nelle ultime due settimane. Eravamo pieni zeppi di lavoro e facevo più straordinari possibili per poter mettere da parte dei soldi.

Avevo optato anche il doppio turno per poter rimanere libera la domenica sera nella quale sarei servita al mio disastro preferito: Alexander Rincoglionito Blake.

Avevo accettato solo per i cinque mila dollari che mi avrebbe dato, mi sarebbero serviti per pagare le spese e soprattutto per dare una sistemata alla mia vita. Correvo un rischio e lo sapevo bene.

Questa volta i soldi li avevo accettati perché a tutti gli effetti ero assunta e non erano soldi dati via per pietà. Erano soldi che mi sarei guadagnata per un lavoro che avrei svolto con il massimo dell'impegno.

Passai notti intere cercando di capire per quale motivo avesse scelto me per essere una delle 50 cameriere che avrebbero servito gente schifosamente ricca come lui.

Realizzai solo dopo che probabilmente era per fare altre sveltine con me, non mi dispiaceva, ma non ci sarei mai riuscita senza prima essere ubriaca. L'unico problema delle sveltine è che si trattava per l'appunto di Alexander Rincoglionito Blake. Se avessi messo un piede fuori posto avrei potuto rovinarmi la vita.

Scesi lentamente le scale del palazzo raggiungendo il Taxi che Aroldo aveva fatto appositamente arrivare a casa mia per poi portarmi alla location dell'evento.

Entrai all'interno del palazzo. Un lampadario interamente di cristallo penzolava per la Hall del palazzo.

I pavimenti erano di marmo e tutto intorno a me luccicava e profumava di pulito. Ero stata poche volete all'interno di palazzi del genere. Non ero decisamente abituata a tutto quello.

Un uomo in divisa mi fermò piazzandosi davanti a me.

<<Lei non può stare qui, non mi sembra una che rispetta il dress code del banchetto del signor Blake>> disse l'uomo, non sapevo cosa dire perché era effettivamente vero ciò che stava dicendo.

Ero in jeans e maglietta. Non mi era stato indicato di vestirmi in un determinato modo.

<<Lei non è una a caso ma ben sì la capo cameriere, vuole impedire di svolgere il rinfresco del signor Blake? Questa signorina ci serve subito!>> Aroldo sbucò dall'ascensore squadrando l'uomo in divisa. Quell'uomo era la mia salvezza.

<<Signorina Clive, si muova, abbiamo un'ora per sistemarla a partire da adesso>> rimasi impalata a guardarlo mentre batteva l'indice contro il vetrino dell'orologio non capendo.

Secretly From The WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora