12 Alexander

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Le foto della mia festicciola finirono su parecchi giornali e in alcune di queste apparve anche Lea, di spalle, ma apparve.

Quando vidi le foto ringraziai Aroldo per aver trovato quelle due stiliste che erano riuscite a renderla irriconoscibile.

Scesi nell'ufficio delle riunioni dove trovai Aroldo intento a fare delle fotocopie.

<<Buongiorno signor Blake, posso esserle d'aiuto?>> chiese sorridendomi.

<<Certo Aroldo, mi chiedevo se riuscissi a stamparmi questa foto e soprattutto...sei riuscito a trovare il numero della signorina Clive?>> chiesi sedendomi su una delle sedie presenti in uno dei molteplici uffici.

<<La foto gliela stampo immediatamente mentre il numero è segnato nel foglio sulla scrivania, proprio lì davanti a lei>> allungai la mano e presi il foglio piegandolo e mettendolo in tasca, poco dopo Aroldo mi consegnò la foto che avevo richiesto, ringraziai e andai nel mio appartamento all'ultimo piano.

Non so per quale motivo mi venne in mente di far stampare quella foto che rappresentava me e Lea. Forse perché mi piaceva o semplicemente perché volevo avere una foto con lei.

Mi stesi sul divano del mio appartamento e salvai il numero in rubrica per poi telefonare. Uno squillo. Due squilli. Tre squilli.

<<Si pronto?>> allontanai il telefono dal mio orecchio massaggiando quest'ultimo, la sua voce squillante per poco non mi perforò un timpano.

<<Signorina Clive, dal vivo non urla così tanto>> tamburellai le dita sul ginocchio in attesa di una risposta da parte sua.

<<Signor Blake, non è un mio problema se la mia voce è alta, se non la voleva sentire non mi avrebbe chiamata>> colpito e affondato. Cazzo.

<<E per la cronaca, come fa lei ad avere il mio numero?>> chiese spudoratamente. 

Noi diedi subito una risposta. 

Tra noi calarono attimi di silenzio colmati solo dai nostri brevi e silenziosi respiri.

La mia testa fantasticava e la immaginai subito in piedi, con un braccio sul fianco mentre camminava per la casa a piedi scalzi. Era tipico di lei. Lea era una di quelle semplici che girava sempre a piedi nudi per la casa.

<<Ho svariati amici che lavorano nei servizi segreti sai?>> sorrisi divertito mentre mi rigiravo la foto che avevo fatto stampare da Aroldo qualche minuto prima. 

<<Adesso ci manca solo che mi fai seguire da qualche tua guardia, nemmeno fossi la tua ragazza>> la sentì schioccare la lingua. Mi stava provocando e ci stava riuscendo.

<<Probabilmente l'ho già fatto>> Si. L'avevo fatta seguire più di una volta. Anzi, era costantemente seguita. 

<<Potrei denunciarti per Stalking>> la sentì sbuffare. Sorrisi all'idea di vedere la sua espressione scocciata nel parlare al telefono con me. 

<<Di media non si denuncia mai un uomo attraente come me>> ero vanitoso e lo sapevo. Avevo un ego smisurato e lo sapevo. 

<<Se credevo che Kassel fosse egocentrico e vanitoso adesso ho cambiato idea e Kassel è passato in seconda posizione>> da dietro il telefono si sentì un miagolio.

<<Vedi, è d'accordo anche lui>>.

Parlammo per circa un'ora. Stare al telefono con lei mi aveva liberato la mente. Ero riuscito a scordarmi di tutte le preoccupazioni che avevo per la testa. La sua voce calda e raggiante era in grado di alleviare qualsiasi dolore intorno a me,  funzionava meglio del cortisone.

Secretly From The WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora