16 Lea

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Erano passate più di due settimane da quando avevo visto Alexander l'ultima volta, niente chiamate, niente messaggi, niente di niente.

Ero andata avanti con la mia vita, consapevole che si era già stufato di me. Anzi non poteva nemmeno essersi stufato di me dato che era stata solo una scopata e basta. Anche se a me non sembrava solo una scopata e basta.

Alexander Blake non mi sembrava il tipo di persona che offrisse un Hamburger alla prima che capita. Alexander Blake non mi sembrava una persona che avrebbe aiutato una persona a finire un Hamburger. Ma magari mi sbagliavo. Magari aveva solo paura di stare in contatto con me per paura di rivelare la mia identità al mondo intero.

Erano le 23.30 e continuavo a rigirarmi nel letto non riuscendo a prendere sonno. Molte notti non riuscivo a chiudere gli occhi a causa di continui incubi che mi causavano enormi sbalzi di calore. Non andavo mai nel panico, anzi, per farli passare spesso mi alzavo dal letto, prendevo una tela e cominciavo a dipingere astratti di qualsiasi tipo.

Il mio telefono cominciò a squillare e a vibrare dal comodino facendo sobbalzare Kassel, accesi la luce e gli occhi mi si chiusero a causa del fastidio, lessi il nome sul display e impallidì leggendo il nome di Alexander, strisciai sul display rispondendogli.

<<Dimmi>> risposi con la voce leggermente assonnata.

<<Lea è urgente, riesci a venire qui? Passa in farmacia a prendere un test di gravidanza>> la sua voce era in panico e si poteva scorgere che era anche arrabbiato. Parecchio arrabbiato.

Per quale stupido e assurdo motivo poteva chiedermi un test di gravidanza alle undici e trenta di notte?

<<Tranquillo il test l'ho qui, dammi quaranta minuti, il tempo di prendere la metro>> mi alzai dal letto raggiungendo il mobiletto del bagno nella quale tenevo il test di gravidanza.

Mi era rimasto l'ultimo, li avevo comprati dopo il mio rapporto con Alexander, il ciclo era arrivato in ritardo e mi preoccupai anche se poi il test risultò negativo. Ero rimasta nel mentre al telefono con Alexander.

Potevo sentire il suo respiro accelerato. Non capivo se era per la rabbia che stava accumulando in corpo o se era perché aveva appena finito di allenarsi. Ma la domanda del perché volesse un test di gravidanza mi ronzava nel cervello.

<<Lascia stare, ti mando un Taxi, porta un cambio comodo>> riattaccò e presi la borsa mettendo un cambio comodo, il carica batterie e il test di gravidanza.

Scesi di corsa le scale e notai il Taxi ad aspettarmi. Non appena salì nell'auto il Taxista partì di corsa sfrecciando per le strade vuote della città. Cominciai a preoccuparmi vedendo la guida frenetica dell'autista. Scesi dall'auto ed entrai nel palazzo accompagnata da una guardia che mi stava aspettando.

Quando raggiunsi il piano di Alexander sbiancai vedendo chi si trovava davanti alla porta.

<<Tu lavori per lui?>> vidi Gregor irrigidirsi al mio stupore.

Nella mia testa giravano un turbine di emozioni che non sarei riuscita a gestire, ero furibonda. Sapevo che il lavoro di Gregor era un segreto. Ma essere tradite così?

<<Si, da parecchi anni>> rispose lui cercando di congedarmi. Era freddo. Voleva che mi concertassi su Alexander e non su di lui.

Ma come avrei potuto fare? Avevo appena scoperto che l'uomo che consideravo il mio secondo padre lavorava per il milionario che mi ero scopata qualche mese prima.

<<E non mi hai detto nulla? Tu lo sapevi?>> chiesi accecata dalla rabbia all'uomo difronte a me.

<<Si Lea, so tutto... ne parliamo dopo... il Signor Blake ha bisogno di te>> mi aprì la porta e vidi Alexander in tuta e maglia nera aderente, lo fissai ammirando quella divinità che avevo davanti.

Secretly From The WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora