13 Lea

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Alexander mi aveva telefonato. Non volevo sapere come avesse ottenuto il mio numero.

La chiamata durò circa un'ora, principalmente parlammo di come avrebbe trasferito la mia paga sul mio conto anche se non era un gran problema visto che lui era proprietario della banca in cui avevo i miei risparmi.

Non lo sapevo. Avevo già sospettato fosse il proprietario della banca nella quale avevo depositato i miei soldi visto che la prima sera che lo avevo incontrato aveva detto alla caposala che se non mi avessero aggiunto dei soldi allo stipendio lo avrebbe fatto lui manualmente.

Dopo qualche ora varcai la soglia del ristorante e raggiunsi gli spogliatoi dove trovai le mie colleghe.

Anna mi guardò.

<<Finalmente un intimo bianco sotto una camicia bianca>> Jenna rise divertita.

<<Alla fine non ci hai raccontato come è andato il lavoretto che ti ha dato lo stra figo del signor Blake>> Anna riprese a parlare guardandomi curiosa.

<<Tutto apposto, nessuno mi ha riconosciuta e c'era parecchia gente che frequenta il ristorante>> sorrisi e le due si guardarono con uno sguardo d'intesa.

<<Ti stai innamorando?>> chiesero in contemporanea.

<<No, no e no>> alzai le mani al cielo e loro mi guardarono con le sopracciglia alzate. Non mi piaceva. Ma un pensierino su Alexander Blake lo avrei fatto sicuramente. Da ubriaca. Ma lo avrei fatto.

Alle due finì il mio turno, camminavo tranquilla per le strade quando notai quattro uomini seguirmi, mi arrivarono dei fischi e degli apprezzamenti poco graditi, allungai il passo e i piedi cominciarono a farmi male a causa dei tacchi, improvvisamente un uomo mi si parò davanti.

<<Accerchiatela forza>> mi spaventai e cominciai a sudare freddo, ero da sola con cinque uomini che erano il doppio di me, da sola, in una stradina poco trafficata.

<<Che volete da me?>> chiesi facendo uscire a stento le parole dalla mia bocca, sarebbe potuto succedere di tutto, avrebbero potuto uccidermi, derubarmi o fare ancora peggio.

Cominciavo a pensare che la sfiga mi perseguitasse. Ogni volta che mi trovavo da sola venivo aggredita o accerchiata da gente losca.

Finì con le spalle al muro e uno degli uomini mi accarezzò una guancia, chiusi gli occhi con forza a causa della paura, sentì solo delle grida soffocate e quando li riaprì vidi tre sagome nere e tutti gli uomini che mi avevano accerchiata a terra svenuti.

<<Ci ammazzerà, sta tremando>> disse uno ritirando il coltello in una tasca del giubbino.

<<Siamo arrivati un po' tardi non credi numero 1?>> il secondo uomo chiese all'ultimo uomo.

<<Mi sembra viva e tutta intera, Signorina Clive sta bene?>> chiese, riuscì a vedere i suoi occhi verdi nella penombra.

<<Ma chi siete voi?>> chiesi avvicinandomi lentamente.

<<Visto non l'abbiamo traumatizzata>> il primo degli uomini che aveva parlato allargò le braccia.

<<Sta zitto numero 3>> disse quello che dedussi fosse numero 2.

<<Noi siamo numero 1, numero 2 e numero 3 diciamo che siamo le tue guardie del corpo>> numero 1 parlò.

<<Vi ha ingaggiati Alexander vero?>> chiesi sentendomi finalmente al sicuro.

<<Diciamo che siamo amici dai tempi della leva militare, ma ora non parliamo di noi, parliamo di lei signorina Clive, sta bene?>> continuò numero 1.

Secretly From The WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora