10 Alexander

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Gregor era ormai fuori da circa due ore, stava parlando con la ragazzina. Lo stavo aspettando per poterlo interrogare, volevo sapere tutto di lei e nulla poteva fermarmi.

Mi voltai un attimo quando lo intravidi avvicinarsi alla mia porta attraverso le telecamere.

Mi precipitai frettolosamente dinnanzi alla porta e l'aprì con violenza. Fissai l'uomo con insistenza e poi quest'ultimo gettò gli occhi al cielo.

<<Non abbiamo parlato di te e mi ha detto cose che già sai>> sbuffai. Possibile che in due fottutissime ore non avesse scoperto niente di nuovo?

<<Grazie>> risposi chiudendo la porta ma lui fu più veloce di me e la bloccò con un piede.

<<Ti sei innamorato?>> chiese guardandomi gelido, uno sguardo da parte sua così non lo avevo mai visto. Per poco non mi spaventai.

Era preoccupato per lei perché era a conoscenza delle svariate donne che mi portavo a letto. Ma dopo Lea. Le altre non sono più in grado di farmi eccitare come prima.

<<No, siamo amici, niente di che>> risposi richiudendo la porta.

Mentivo spudoratamente anche a me stesso.

Tra me e lei effettivamente non c'era nulla. Solo un bacio in discoteca da mezzi sobri e una scopata che nessuno dei due si ricordava. Avrei pagato per poterla ricordare. Avrei pagato per rivederla distesa nuda sul mio letto o a novanta sul tavolo della cucina. Avrei pagato per farla mia ancora per una volta.

Mi sedetti sul divano del salotto e vidi Catalina sedersi di fianco a me.

<<Ti vedo strano Tesoro>> mi passò una mano sul viso con affetto. Era delicata. Mi ricordava spesso mia madre. Loro si assomigliavano caratterialmente.

<<Non è niente>> mi guardò esasperata, sapevo che avrebbe iniziato un discorso filosofico di li a poco.

<<Lo so che cos'hai tu, scommetto che è per quella bella ragazza>> sorrise divertita. Catalina ci aveva preso in pieno.

Come avevo già detto, mi conosceva bene ed era chiaro che avesse notato in me qualcosa di diverso.

Lei mi aveva cresciuto, conosceva le mie abitudini, sapeva i miei piatti preferiti, ma soprattutto, sapeva i miei gusti in fatto di donne e Lea Clive non c'entrava niente con il genere di donna che piaceva a me. Lea era l'opposto. Non era provocante, non era forzata, non era falsa. Era genuina, spontanea e carismatica. Lea era quel tipo di ragazza che sapeva rapirti con un solo sorriso e con una sola parola.

<<Mi ha fottuto il cervello Catalina, ma la voglio tenere lontana>> sospirai stravaccandomi sul divano, mi guardò e sapevo che mi aspettavano svariate perle di saggezza spagnole.

<<L'amore non lo puoi fermare mio caro>> il suo accento spagnolo risuonava nella stanza.

<<Lei ti piace?>> chiese posandomi una mano sul ginocchio.

<<Non lo so>>

<<Hai appena detto che ti ha fottuto il cervello>>

<<Credo di essere intrigato da lei. Catalina non so che cazzo mi succede ma la devo allontanare da me>>

Catalina mi guardò esasperata, con le donne sapeva che ero sempre stato un casino, sapeva che vivevo per le sveltine da una notte e che pagavo le donne che erano state con me per non rivelare di essere state con me.

Pagarle era la soluzione migliore o avrebbero rivelato al mondo intero come scopavo da dio. Cosa che avrebbe leso contro la mia immagine.

<<L'hai pagata?>> domandò incuriosita. Lei sapeva pure di quello. Non le sfuggiva niente.

Secretly From The WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora