19 Lea

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Una volta salita in macchina cominciai a pensare ad ogni singola ora, ogni singolo minuto e ogni singolo secondo che avevo trascorso in quella casa, o meglio, in quella villa rialzata.

L'appartamento di Alexander era enorme. La prima volta che ci ero stata non ne avevo fatto caso. Ero ancora mezza sbronza ma soprattutto avevo una necessità immediata di uscire da quell'appartamento che odorava di sesso e Marsiglia.

Era la prima volta che dormivo con un uomo da sobria dopo tanto tempo. Mi ero sentita una stupida a chiedergli dormire con me. Avevo paura di dormire in una casa che non conoscevo.

Inizialmente, quando mi aveva chiamata, pensavo fosse ubriaco e volesse chiedermi di scopare, ma quando poi avevo sentito la sua voce, mi ero davvero preoccupata.

Non so per quale motivo lo aiutai immediatamente. Io e Alexander non eravamo amici. Avevamo scopato una notte e basta. Ci eravamo baciati una sera e basta. Non era nulla. Ma io ero corsa subito da lui per aiutarlo.

Ripensai a tutto di quelle otto/nove ore. Mi era caduto il mondo addosso quando vidi Gregor sulla soglia di quella porta. Era stato un colpo al cuore. Il mio padre acquisito lavorava per l'uomo che mi aveva scopata in chissà quante posizioni proprio nell'appartamento dove ero stata fino ad una decina di minuti fa.

La mia rabbia però si attenuò non appena vidi quella bellissima ragazza bionda piangere rannicchiata in se stessa sul divano.

Non sapevo che avesse una sorella e l'idea che non fosse davvero sua sorella mi era passata per la testa. Ma quegli occhi. Quegli occhi blu mare erano impossibili da non riconoscere. Erano gli occhi di Alexander incollati su una ragazza.

Avrei riconosciuto gli occhi blu mare di Alexander Blake anche in un triliardo di occhi blu mare.

Quando sua sorella mi chiese se fossi io la ragazza delle foto mi spaventai. Pensare che lei ci era arrivata solo guardandomi mi terrorizzò. Ma la cosa davvero terrorizzante era stata vedere Alexander messo in quel modo.

Il mondo in cui stringeva le coperte era raccapricciante. Mi ricordava me le prime notti che dormivo senza mio padre. I miei in confronto ai suoi attacchi non erano nulla.

Alexander nascondeva qualcosa. Alexander aveva un trauma. Ma se lui non me ne avrebbe mai parlato io non avrei mai potuto capirlo come avrei voluto.

Non riuscì a capire che traumi potesse aver avuto. La sua famiglia e il suo stile di vita erano sempre stati perfetti, ma si sa, le famiglie all'apparenza perfette, sono le più contorte. Magari non era il suo caso. Magari era a causa di una donna. Non potevo saperlo.

A scombussolarmi ulteriormente però furono le rivelazioni di sua sorella. Pagava delle ragazze una volta finito di scopare. Non parlava di escort o donne simili. Parlava di ragazze normali. Ragazze come me che incontrava in discoteca o in altri luoghi. A me non aveva dato nulla. Con me non lo aveva fatto. Forse era talmente ubriaco da essersi persino dimenticato.

Quando varcai la soglia di casa Kassel era seduto come un principe sul divano. Il pelo lungo e grigio, a causa dell'umidità creata dalla pioggia di quella notte, si era gonfiato notevolmente, facendo risultare il mio gatto di per se grande, ancora più grande di quello che era.

Sistemai le mie cose ordinatamente e mi sedetti al tavolo in cucina dove si trovava il portatile. Andai subito sulla barra di ricerca di google con l'intento di trovare qualcosa sul passato di Alexander. Mi stavo interessando a lui e queste sensazioni mi terrorizzavano. L'ultima persona a cui mi ero un minimo interessata era finita col farmi del male.

Guardai le sue foto da bambino. Un bambino bello ma dalla bellezza sciupata. Gli occhietti spenti con le occhiaie e il viso chiaro e pallido, quasi cadaverico.

Secretly From The WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora