II

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amici in comune

Minho guardava il tramonto fuori alla finestra, imbambolato di fronte ai colori arancioni e gialli del cielo. Poi sentì un rumore e il suo sguardo scese al colore grigiastro dell' asfalto.

Un ragazzo, con qualche sacchetto della spazzatura, stava entrando nel palazzo davanti al suo.

Alzò gli occhi confuso, riflettendo su chi potesse essere. Lui conosceva tutti nel quartiere, ma quei capelli biondo scuro non li aveva mai visti. Continuò a fissarlo, finché il ragazzo non scomparve, entrando nel portone.

Si sdraiò sul letto e fissò il soffitto per un po', perso nei suoi pensieri, finché il campanello non suonò.

Scosse la testa velocemente per tornare alla realtà, si alzò in piedi scocciatamente e aprì la porta.

Aveva davanti tre dei suoi amici più stretti: Changbin a sinistra, Chan a destra e Jeongin al centro.

Jeongin non aveva una bella cera, gli stavano tenendo le braccia per farlo rimanere in piedi ma aveva il collo piegato verso il pavimento, come se non avesse più le ossa.

Li guardò un po' confuso, poi Changbin parlò.

"Scusa se lo abbiamo portato da te. È ubriaco marcio, casa sua è lontana ." disse.
Lui e Chan trascinarono Jeongin fino al divano, facendolo sedere, per poi sedersi accanto.

"Ahi ahi ahi, Jeongin. Non cambierai mai, eh?" rise Minho, dandogli degli schiaffetti sulla tempia. Come risposta il ragazzo borbottò qualcosa di indecifrabile, impossibile da capire.

"Già. È da quando ha 17 anni che sua mamma mi dice di tenerlo d'occhio e non farlo ubriacare, ma è testardo. Vorrà dire che ci sgriderà un'altra volta." Chan ridacchiò, e poi continuò a parlare a Jeongin scherzosamente.

"La devi piantare di bere come se non ci fosse un domani se non reggi l'alcool."

Jeongin chiuse gli occhi e ammorbidì tutti i muscoli, addormentandosi.

"Buonanotte." disse ognuno di loro, e Chan ci aggiunse anche una carezza sulla testa.

Minho si alzò, sospirando.

"Vi offrò un caffè, che dite?"

I ragazzi annuirono, sempre tenendo sott'occhio Jeongin. Quando Minho tornò col caffè e si sedette sulla poltrona, Changbin ricominciò a parlare.

"È un po' che non ci vediamo. Che ci racconti?"

"Boh, sapete com'è la mia vita, niente di speciale. Però... Prima che arrivaste ho visto una testolina bionda dal balcone. Abita nel palazzo davanti penso. Mica ne sapete qualcosa?"

Chan separò le labbra, come per parlare, ma rimase zitto ancora qualche secondo, aggrottando le sopracciglia mentre rifletteva. Poco dopo parlò di nuovo

"Felix ha detto che un suo amico viene ospitato da queste parti. Che sia lui?"

"Boh... Comunque è una scusa per conoscerlo. Amici in comune, se lo ribecco gli parlo. E poi, che ne so, magari è anche carino." mormorò Minho, ridacchiando alla fine della frase. Spostò lo sguardo di nuovo su Jeongin, sorridendo al suo viso addormentato.

"Beh, con lui che facciamo?"

"Fallo dormire, immagino rimarremmo a invaderti casa finché il signorino non si sveglia" risero.

"Ho capito." Minho si alzò, poggiando una mano sulla fronte del più piccolo e sentendo un lieve calore.

"Ha vomitato?" chiese ai due ragazzi.

"No, per fortuna. Se mi vomitava un'altra volta in macchina lo lasciavo direttamente in autostrada." disse Chan.
Tutti e 3 risero, strizzando gli occhi.

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