XVII

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un fiore nel cuore

Felix, Jisung e Minho correvano. Scappavano sperando di non entrare mai più in quella casa, di non sentire mai più quel nome, di non vedere mai più quei tratti visivi. Arrivarono a casa poco dopo, scossi e stremati.

Jisung corse subito in camera da letto.

"Dove sono?!" diceva a sé stesso mentre cercava nel cestino. Prese tutti i pezzetti di carta rimasti delle lettere e se li strinse al cuore, inumidendoli con le lacrime. Minho lo guardava paralizzato.

"Cosa stai facendo? Non sei stato tu a distruggerli?" chiese, piegandosi per accarezzare la schiena a Jisung.

Jisung non rispose. Appoggiò i pezzetti di carta sulla scrivania, non si metteva in testa di buttarli anche se erano distrutti e ormai ricollegare una lettera era davvero impossibile, ma ciò che gli importava era sapere che quelle parole non erano solo pezzi di carta, che sarebbero sempre esistite e che in cuor suo se le sarebbe sempre ricordate. Qualche tempo dopo si era, se così si può dire, calmato.

"Minho." chiamò Jisung a bassa voce, ancora qualche lacrima che gli scendeva e che scorreva sulle guance.

"Hey..." rispose, sedendosi accanto a lui sul divano ed accarezzandogli la schiena.

"Io... Sono pronto. A spiegarti tutto." sussurrò, accarezzandogli una guancia con amore.

Minho annuì, schiarendosi la gola e facendo un respiro profondo.

"Suwon... Io non sono andato con lui per mia volontà." spiegò il biondo, portando uno sguardo alle sue unghie mangiucchiate, per poi aggiungere:

"E mai avrei pensato di cedere. Ma poi lui ha tirato fuori te, e io... Non potevo pensare che lui ti facesse qualcosa per colpa mia, non potevo davvero."

Minho non spiccicò parola per qualche secondo. Lo avvolse in un abbraccio rassicurante e confortevole, accarezzandogli i capelli mentre si sentiva infinitamente commosso da quelle parole.

"Tu l'hai fatto con lui? Per... Me?" bisbigliò, staccandosi dall' abbraccio per dare uno sguardo agli occhi dell' altro, i sensi di colpa che lo pervadevano.

"Quasi. Se tu non fossi arrivato, sì. Sì, era quello che eravamo lì per fare." aggiunse l'altro, mordendosi le unghie.

"Come è successo, Jisung?" domandò Minho, avvolgendo il suo viso nelle sue mani.

Jisung prese un respiro profondo, prima di cominciare a parlare velocemente.

Una volta che Jisung ebbe finito di spiegare, Minho balzò in piedi. Si portò una mano alla bocca.

"Tu hai letto le lettere? Le leggevi? No, non è possibile, non ci credo." rispose, gli occhi spalancati.

Jisung deglutì all'asciutto, raggiungendo la sua guancia ed accarezzandola dolcemente con i polpastrelli mentre annuiva piano.

E dopo non disse nulla.

E nessuno disse nulla.

Rimasero semplicemente a guardarsi, Minho che contemplava i sentimenti dell' altro e allo stesso tempo i suoi, Jisung che gli fissava le labbra sentendo il bisogno, il desiderio di unirle per spiegare all' altro tutto l'amore che si era accorto di provare.

Le mani gli tremavano nell' impazienza, agitazione, attesa. Si morse il labbro inferiore, incrociando per qualche secondo gli occhi dell' altro contemplando le sue azioni, e poi lo fece.

Unì semplicemente le loro labbra in un bacio lento e dolce, le loro labbra che si incastravano perfettamente come fossero fatte le une per le altre. Le sue mani raggiunsero le spalle di Minho, tastando coi polpastrelli il leggero tessuto della sua maglia mentre l'altro teneva le mani intrecciate dietro alla sua vita, i brividi che si espandevano sul corpo di Jisung dovunque il corvino toccasse. Sentiva le farfalle nello stomaco, era come se gli si stesse rivoltando, ma in maniera positiva. Sentiva come se il suo cuore saltasse battiti di continuo, e le ginocchia faticavano a tenere, ed anzi, tremolavano a destra e sinistra. Le labbra dell' altro erano come dei soffici cuscini, dei soffici cuscini che avevano il suo profumo. Il profumo di Minho era un profumo sensuale, soave, non era dolce o zuccherino ma più seducente, viaggiava sulle note della vaniglia, dell'ambra, del muschio, e a Jisung faceva perdere la testa. Iniziò a mettere più passione nel bacio, spostando le sue mani dalle spalle fino alle guance dell' altro e spingendolo all' indietro, per poi poco dopo separare le loro labbra, fissando Minho negli occhi agitato. Si era un po' fatto prendere, aveva un' espressione preoccupata, le sopracciglia corrugate e gli occhi zeppi d'ansia, amore e mille altre emozioni.

la luce -minsung Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora